Il golpe vince sempre sui «colpi» Leonardo Gulliver dell'intelletto di Fabio Galvano

Il golpe vince sempre sui «colpi»; Leonardo, Gulliver dell'intelletto lettere AL GIORNALE Il golpe vince sempre sui «colpi»; Leonardo, Gulliver dell'intelletto I forestierismi fanno tanto chic Gli italiani, si sa, amano i forestierismi non tanto perché non si ha il senso di nazionalità linguistica, ma perché fa più chic, di buon gusto. Anche per descrivere una situazione piuttosto seria ed allarmante si è usata la parola golpe e golpe rosa, volendo significare con quest'ultima che dietro al probabile golpe si cela una probabile storia di donne. In quanti modi - negli ultimi anni - si è adoperato un sinonimo straniero per dire colpo di Stato? Golpe (de estado) è soprattutto di tipo multare e proviene dall'America Centro-Meridionale. Altro termine equivalente è la voce tedesca, putsch, sommossa, sobillazione, colpo di Stato per lo più di estrema destra. Ma perché si ricorre spesso alle parole straniere, per la sensazionalità? O perché in italiano questa parola suona troppo forte e il suo significato non lascia dubbi? Ho raccolto alcune locuzioni da «colpo» proprio perché usandole nelle diverse accezioni esse ci danno il senso della situazione attuale. Eccovele esposte: In un colpo, colpo di scena, colpo di mano, colpo di forza, colpo di scopa, colpo di testa, colpo di telefono, senza colpo ferire, accusare il colpo, colpo d'occhio, colpo maestro, colpo su colpo, colpo di grazia, colpo di fortuna, colpo di spugna... Sergio Alaimo, Assoro Nelle sabbie mobili meglio non annaspare L'altalena continua, Craxi parla, butta benzina sul fuoco; il «clima infame», non gli dà più fastidio, anzi è lui che lo alimenta. Non riuscirà mai a capire e rassegnarsi che gli uomini come lui non potranno più avere un futuro dignitoso. Forse, ha veramente sempre pensato, continuando a farlo ancora, che gli italiani sono tutti stupidi, eccetto lui. Non si rende conto nemmeno che quando una per¬ sona cade nelle sabbie mobili di una palude di queste dimensioni, costruita da lui medesimo e soci..., più annaspa e più veloce sprofonda; oppure come un malato grave che più si agita e più soffre e più presto si avvicina la fine. Giorgio Vagnoni Pieve di Teco I lillipuziani sono invidiosi La nostra è l'epoca degli intellettuali abitanti l'isola di Lilliput ed ogni volta che incontra un Gulliver dell'intelletto tentano invano di legarlo con le loro cordicelle fatte di invidia e di maldicenza. Questa è l'impressione che ho tratto dalla lettura dell'articolo «Leonardo? Un imbroglione dilettante» di Fabio Galvano (La Stampa, 8 novembre). E chi è mai questo critico d'arte inglese a nome Brian Sewel che tenta di svillaneggiare Leonardo da Vinci sul Sunday Express e su Channel 4? Mai sentito nominare, in compenso conosco studiosi di chiara fama a livello planetario come André Chastel, Carlo Pedretti e Augusto Marinoni. Circa il riferimento all'opera di Sigmund Freud «Leonardo» del 1910, vale la pena di conoscere i gravi errori ed equivoci nei quali egli è incorso, leggendo l'Avvertenza preposta all'edizione Boringhieri del 1975. Bisogna anche aggiungere che il padre della psicoanalisi era sinceramente affascinato dalla geniale e misteriosa personalità di Leonardo. Francesco Avandero, Torino L'amarezza del senatore Mi permetto di scrivere per dichiarare la mia amarezza per il trattamento riservatomi dalla Stampa nell'edizione di venerdì 29 ottobre. Mi riferisco all'articolo di Francesco Grignetti sulle autorizzazioni a procedere negate dall'assemblea del Senato giovedì 28 ottobre: tra quelle, compariva an- che quella richiesta dai giudici milanesi per indagare su di me e su una storia di corruzione. Orbene, un cittadino che ricavasse dalla lettura del giornale tutte le informazioni sulla vita politica oggi potrebbe sapere che il senatore Leonardi appartiene alla categoria dei «più lesti che sono riusciti a far votare l'aula sul loro caso bloccando i giudici, all'ultimo istante utile prima che crollasse l'impalcatura delle immunità», come ha scritto il dottor Grignetti. Questo cittadino, tuttavia, non verrebbe mai a sapere che il senatore Leonardi aveva chiesto ai senatori di aiutarlo a dimostrare l'infondatezza delle accuse proI prio concedendo l'autorizzazione ai giudici. Questo cittadino non verrebbe mai a sapere che non la «furbizia» del senatore Leonardi, ma il senso di responsabilità con cui l'aula del Senato difende la propria dignità dalle accuse persecutorie contro i suoi membri ha condotto i senatori italiani, a larghissima maggioranza, a negare quell'autorizzazione. Né saprebbe che prima dell'aula la giunta delle autorizzazioni a procedere ha dato il medesimo responso, rispondendo picche alle sollecitazioni del sottoscritto che chiedeva che si autorizzasse. Questo cittadino quindi non sarebbe neppure indotto a riflettere su quanto poco utile torni al senatore Leonardi la scelta dell'aula. Altro che lestezza! Mentre viene abolita l'immunità parlamentare, e quindi non è più necessaria alcuna autorizzazione per indagare sui parlamentari della Repubblica, il voto di Palazzo Madama, che pure mi gratifica della stima dei colleghi, ha l'unico effetto pratico di ledere ancora una volta la mia immagine pubblica, dando la possibilità a chi non conosca la realtà di ironizzare sulla figura del politico che cerca di sfuggire ai giudici. E poiché non possiamo pensare che un giornalista specializzato in cronache parlamentari non conosca come stanno realmente le cose, devo dedurre che il dottor Grignetti non ha resistito a omologarsi al clima distruttivo di quest'epoca. E' così immotivata la mia amarezza? Sen. Ezio Leonardi Rete e «rivelazioni» del Quirinale Riguardo l'articolo pubblicato a pagina 3 dell' 11 novembre a firma Augusto Minzolini dal titolo «La de al pds: magliari, alleati della Lega» si fa presente quanto segue: quanto riportato dal giornalista Minzolini su un'ipotetica rivelazione del Capo dello Stato alla delegazione della Rete che lo ha incontrato riguardo alle sue intenzioni sulle elezioni anticipate si tratta di una notizia falsa. Né l'Ufficio stampa della Rete né evidentemente nessuno dei due deputati che hanno incontrato il Presidente, l'on. Leoluca Orlando e l'on. Diego Novelli, hanno mai affermato né fatto intendere nulla che potesse lontanamente convincere il giornalista in questione delle teorie esposte nell'articolo, come d'altronde si può fa¬ cilmente desumere dagli altri articoli di stampa sull'argomento e dal comunicato emesso dall'Ufficio stampa del gruppo parlamentare della Rete. on. Gaspare Nuccio Posso assicurare l'ufficio stampa della Rete che uno dei due parlamentari ricevuti dal presidente Scalfaro mercoledì 10 novembre (non ne faccio il nome per motivi di riservatezza), non ha fatto altro che ripetere dopo l'incontro, in via confidenziale, quale era la tabella che il Quirinale aveva studiato per lo scioglimento delle Camere. Questo è stato raccontato a me ed ad altri colleghi. E questo ho scritto. [au. min.] «Mai scritto che Ad è come la Resistenza» Vorrei precisare che non ho mai scritto nella nuova edizione di Oltre la sinistra, come invece Mauro Anselmo sostiene sulla Stampa di mercoledì, che il progetto di Alleanza democratica sia paragonabile alla Resistenza o al Risorgimento. Ho più ragionevolmente scritto, come ciascuno può controllare, che il momento storico che attraversiamo è paragonabile a quei periodi di «nascita di una nuova nazione». La differenza non è di poco conto. Il primo pensiero infatti sarebbe una ridicola corbelleria. Il fatto che Anselmo abbia ritenuto possibile che io la pronunciassi senza leggere due volte dandosi due pizzicotti prima di affermare una cosa non vera dimostra a mio avviso il pregiudizio con il quale egli si è accinto a scrivere la sua nota di cui peraltro lo ringrazio. Ferdinando Adornato Nessun pregiudizio. Solo la sottolineatura del tono retorico che emerge nell'introduzione al volume. Adornato ha ragione: le pagine parlano da sé. Come ciascuno può controllare. [m. a.)

Luoghi citati: America, Pieve Di Teco, Torino