LA RESA DEI CONTI
LA RESA DEI CONTI LA RESA DEI CONTI GUERRA. E' la parola che mi venne in mente la sera del 23 maggio dell'anno scorso, quando vidi scorrere in tivù le immagini devastanti della strage di Capaci. Ed è la stessa parola a cui penso adesso, ascoltando i nomi di coloro che sono accusati di avere deciso e organizzato la morte di Giovanni Falcone. Sono nomi impressionanti. Sono la Mafia. Quel 23 maggio piangevo per una guerra che cominciava, oggi rifletto su una guerra che la giustizia, la parte coraggiosa e sana della giustizia italiana, sta vincendo in Sicilia, pur lasciando sul campo il sangue dei suoi morti. Siamo davvero arrivati alla resa dei conti. Nell'elenco degli ordini di custodia cautelare ci sono il passato, il presente e il futuro della mafia. Ci sono capi, sottocapi e gregari del suo nucleo armato. Resta soltanto da conoscere la distinzione fra mandanti e esecutori, ma già adesso lo scenario che abbiamo davanti agli occhi è quello di una organizzazione che ha le sue fondamenta nel gruppo dei corleonesi e che riconosce senza ombra di dubbio il suo vertice in Totò Riina. Lui comandava allora e comanda ancora oggi, dal carcere. Ma avere individuato in Riina l'uomo dal quale partì l'ordine di uccidere Falcone non è il simbolo della svolta. Non è il segno più alto di un grande successo. Conta molto di più, per i magistrati di Caltanissetta e Palermo, per Antonino Caponnetto CONTINUA A PAG. 3 PRIMA COLONNA
Persone citate: Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone, Riina, Totò Riina
Luoghi citati: Caltanissetta, Capaci, Palermo, Sicilia
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