Tra affanni e stupende vetture

Tra affanni e stupende vetture Tra affanni e stupende vetture Le vicende di un marchio che ha fatto storia Nella vicenda ultracentenaria dell'automobile, il nome, il marchio Maserati occupa un posto singolare, per qualche aspetto emblematico. Perché la sua è una storia in cui si alternano momenti di luminose glorie sportive ad altri di inenarrabili difficoltà, conquiste tecniche di prim'ordine a periodiche crisi che spesso ne hanno messo in forse l'esistenza. Ma, al contrario di tante altre piccole aziende prima o poi uscite di scena per la fragilità insita nelle loro stesse dimensioni, la Maserati è sempre riuscita a sopravvivere: ci sarà pure una ragione. E non certo perché è stata una Maserati l'unica auto italiana ad aver vinto per due anni consecutivi (1939 e 1940) la leggendaria 500 Miglia di Indianapolis; o il titolo di campione del mondo di Formula 1 nel 1957. Ma perché, dietro, c'è una straordinaria forza vitale. E' una storia nata nel 1924, con la fondazione, a Bologna, della società Officine Alfieri Maserati da parte dei fratelli Bindo, Alfieri, Ettore, Ernesto Maserati, originari di Voghera. Sede iniziale dell'azienda è un'officina meccanica impiantata nel 1912 da Alfieri, che si occupa di revisione e trasformazione di motori. Lo scopo è la costruzione di automobili sportive. Il marchio è ispirato alla statua di Nettuno che a Bologna domina la piazza Maggiore: un tridente stilizzato. La prima Maserati, il Tipo 25 a 8 cilindri di 1500 ce, vede la luce nel 1926; partecipa, pilotata da Ernesto, alla Targa Florio, vincendo la categoria 1550. Comincia la leggenda di un nome che presto diventerà famoso. Verso la fine degli Anni 20 escono dalle officine bolognesi macchine destinate a clamorose imprese con piloti già famosi o che presto, grazie ai Maserati, lo diventeranno. Tra i primi Baconin Borzacchini, un solido um¬ bro che nel 1929 conquista sul triangolo Cremona-MantovaBrescia, il record mondiale sui 10 km, a oltre 246 orari. La vettura ha un 16 cilindri a V di 4800 ce con compressore e oltre 300 Cv. L'anno d'oro è il 1930: nel G. P. d'Italia a Monza Achille Varzi vince davanti ai compagni di squadra Luigi Arcangeli e Ernesto Maserati; Luigi Fagioli si impone a Napoli e al Montenero; Borzacchini nel G.P. di Tripoli. Guidano le Maserati, oltre ai piloti citati, assi come Emilio e Luigi Villoresi, Campari, Nuvolari, Trossi, Brivio, Farina, Taruffi. I «fratelli» (così li chiamano negli ambienti delle corse) progettano e costruiscono macchine sempre nuove, sovente originali, come la 8 cilindri 3 litri (una delle più celebri), la 6 cilindri 3800 e tutta una serie di «vetturette» con motori a 4 cilindri di 1100 e 1500 ce vendute a clienti di tutto il mondo, in versioni «corsa» e «sport». Nel 1932 muore Alfieri Maserati, ha appena 44 anni. Proprio nella stagione in cui Campari vince il G .P. di Francia, Nuvolari quelli di Nizza e del Belgio. Nella seconda metà dei Trenta la vita sulle piste diventa difficile per i costruttori italiani (Alfa Romeo e Maserati), alle prese con le tedesche Mercedes e Auto Union, diventate le prime della classe per ordine di Berlino. Tuttavia, per la casa del tridente ci sono i due trionfi di Indianapolis. Ma le penose incertezze politiche ed economiche di quegli