In 40 mila contro il fisco

In 40 mila contro il fisco In 40 mila contro il fisco ROMA. Le previsioni parlavano di 20 mila, ma a piazza Ss. Apostoli, al termine del lungo e chiassoso corteo della Confesercenti, ne sono giunti da tutta Italia almeno il doppio di commercianti «per non morire di fisco», come recitava uno dei tanti striscioni. Slogan di ogni tipo, più che altro contro il ministro delle Finanze, Gallo, hanno dato un po' di colore a una giornata piovigginosa, ma più che altro pesante per le proteste e il malcontento diffuso della piazza, alla quale hanno portato solidarietà i leader di Confartigianato, Cna, Casa. «Se vive il commercio, vivono le città» e «il commercio difende le istituzioni democratiche», era scritto in due grandi striscioni in testa al corteo. I dirigenti della seconda delle associazioni del terziario non si sono limitati a chiedere una vera riforma fiscale, ma hanno anche affermato la loro volontà di difendere le istituzioni in un momento così difficile. avrebbe tutelato i posti di lavoro. Il voto negativo, secondo il ministro, è una vittoria dei «nemici delle privatizzazioni». A favore dell'emendamento hanno votato solo una parte della de, i liberali e la Lega. In serata il Senato ha cominciato ad esaminare le disposizioni fiscali. C'è tra l'altro un aggravio imprevisto per taluni redditi di lavoro autonomo. Nei «rapporti di collaborazione coordinata e continuativa» era finora possibile dedurre forfettariamente un 10% di reddito. Il governo intendeva ridurre la deduzione al 5 per cento. Il Senato l'ha eliminata del tutto, [s. 1.] una sconfitta sulle concessioni aeroportuali, in una votazione confusa e dopo incertezze. Il ministro dei Trasporti, Raffaele Costa, ritiene urgente privatizzare i servizi aeroportuali. L'altro ieri l'emendamento da lui proposto era stato però criticato dalla autorità Antitrust, perché avrebbe creato situazioni di monopolio in contrasto con le direttive Cee e dato durata eccessiva alle concessioni. Ieri Costa ha presentato al Senato una nuova versione dell'emendamento, che a suo giudizio assicurava il rispetto delle norme Cee e nello stesso tempo, per rassicurare i sindacati, garantiva che la privatizzazione di spesa compensativi per 200 miliardi, quasi tutti a enti investiti da scandali, come Sisde, Sace e Cooperazione allo sviluppo. Con i fondi così trovati si potrà alzare il limite di reddito familiare al di sotto del quale è concessa l'integrazione al minimo della pensione. Il governo Amato aveva stabilito un massimo di reddito familiare pari a 3 volte la pensione minima: si andrà a 4 volte. La norma riguarda principalmente le donne che hanno smesso di lavorare presto senza maturare il minimo di contributi, e che hanno un coniuge con un reddito. Il governo ha subito invece Abete: «Agnelli è pessimista, io un po' meno» Trentin deve «sfoltire» un dipendente su dieci

Persone citate: Abete, Agnelli, Gallo, Raffaele Costa, Trentin

Luoghi citati: Italia, Roma