La vecchiaia tranquilla del deputato e la lentezza del fisco di C. Mal.

La vecchiaia tranquilla del deputato e la lentezza del fisco La vecchiaia tranquilla del deputato e la lentezza del fisco quando è chiamato a fare il «servo del padrone» dovendo parlare di nemici di Berlusconi. Nella trasmissione del 3 novembre doveva parlare dell'arresto di Carlo De Benedetti (nemico di Berlusconi) e dal televisore usciva puzza di vomito, giacché Sgarbi non parlava, vomitava contro il presidente della Olivetti e contro Luigi Bettazzi vescovo di Ivrea, avendo questi preso correttamente posizione, preoccupato per le conseguenze che i colpi di testa possono provocare sull'occupazione nel Canavese. A parte le polemiche, chiaramente faziose, da lui vomitate, mi piacerebbe che Vittorio Sgarbi evitasse di parlare a caso di «ladri» e «ruberie» riferendosi a persone che producono fatti e non parole e parlasse un po' delle documentarissime ruberie proprie: come tutti sanno (e, spero, ricordano) qualche anno fa Sgarbi era legato da un contratto di lavoro con un ente pubblico, percepiva regolarmente lo stipendio, ma non andava a lavorare in quanto aveva cose più interessanti da fare e giustificava le assenze come malattia. RISPONDE 0.d.B. Quando punteremo a uno stile di vita a misura d'uomo, a una alimentazione sana e corretta, a rafforzare il sistema immunitario invece di assalirlo fin dall'età di pochi mesi con antibiotici e vaccini? I guadagni miliardari delle multinazionali farmaceutiche e le tangenti dei vari De Lorenzo e Poggiolini sono frutto di malafede e ignoranza che possiamo combattere diventando, almeno un po', "medici di noi stessi"». Sig. Del Buono, dopo l'ennesima truffa sui prodotti farmaceutici, è tornata la fobia collettiva sulla pericolosità di «alcuni» farmaci. Perché questa fede perseverante nella medicina ufficiale? I risultati della terapia farmacologica indubbiamente esistono, ma non ci si rende conto che la sua visione settoriale dell'Uomo e della Vita provoca dannosi effetti collaterali a breve e lungo termine. Si agisce sempre sui sintomi dimenticando che intervenendo sulle cause vere si può risolvere la malattia... Paolo Fecchio Antonella Chareun, Verrua are dici male E' giusto questo richiamo alla libertà che vi siete concessi di provare un poco a curarvi da soli. Ma io penso che per i troppi fanatici di farmaci (per palese senso d'inferiorità, per mancanza di fiducia in se stessi) sarebbe pericoloso passare direttamente, senza soluzione di continuità, da un modo di curarsi a un altro prima di avere raggiunto l'esatta consapevolezza della propria ignoranza e dei propri errori. Altrimenti sarebbero esposti al pericolo di ripetersi traslocando da un fanatismo all'altro. Perché ce ne sono, di errori, e di orrori, anche per chi imbocca strade diverse. Vi ringrazio molto per la vostra collaborazione. GENTILI signori Fecchio e Chareun, la vostra lettera apre uno spiraglio nel confuso chiacchierare di questi giorni. Suscita la possibilità di discutere, di ragionare sulla follia che ci guida nella scelta dei farmaci. Questo è il più importante, anche voi siete latori di proposte più o meno interessanti, più o meno efficaci e più o meno plausibili. «Invece di riempirsi di tossine e sostanze cancerogene», scrivete, «perché non dare spazio a terapie alternative: omeopatia, fitoterapia, digiuno, amaroli, chiropratica, shiatsu, agopuntura? Perche non ci si rende conto che la maggior parte dei farmaci consumati nella nostra "civiltà occidentale" agisce su sintomi che nascondono problemi psicosomatici? Cule radel m Purezza senza frontiere? Alcune osservazioni in merito alla lettera «Enrico Ameri e il fascismo» del 29 ottobre. Chiunque si pone al servizio della patria con purezza e onestà d'intenti e senza compiere azioni criminose merita sempre stima e rispetto, indipendentemente dalla frontiera da lui scelta, e non deve affatto vergognarsi di raccontare al pubblico il suo passato senza nascondere alcunché e senza manifestare alcun pentimento e altresì senza rinnegare la sua specifica fede politica, e nessuno può ritenerlo responsabile delle colpe altrui, e tanto meno pretendere ch'egli dovesse per forza esserne a conoscenza; quindi asserisco chiaro e tondo che nulla vi è da eccepire su ciò che ha detto il signor Enrico Benito Ameri nell'intervista su codesto quotidiano in data 16 ottobre. Riguardo poi all'elenco riportato alla fine della lettera in oggetto: ai nomi di Marzabotto, Frassinelle Polesine eccetera io aggiungerei quello delle foibe istriane; e al nome dei fratelli Cervi io assocerei quello dei fratelli Govoni. ing. Giuseppe Scolari, Verona Garavaglia pensaci tu Si parla ora di medicinali dagli effetti collaterali micidiali, perfino cancerogeni, che nei foglietti illustrativi venivano descritti come prodotti innocui. Nella mia famiglia prima di assumere qualunque farmaco abbiamo l'abitudine di leggere questi foglietti, ma adesso ci domandiamo che senso possa avere. Oltretutto preoccupa il fatto che i medici molto spesso li consultano; d'altra parte non potrebbero fare diversamente, come possono conoscere centinaia di farmaci? Cosa dire poi del fatto che ò stata autorizzata la commercializzazione di sangue e di emoderivati infetti o a rischio. Daniela Nuzzaci Casale Monferrato (Al) Sciano e l'audience Solo ora ho letto l'articolo di Curzio Maltese su La Stampa del 31/10/93, in cui si dice che, quando il Tgl trasmette la mia nota politica «crolla l'audience, meglio: s'inabissa». Ho consultato gli indici d'ascolto degli ultimi otto mesi e risulta che dal 5 marzo al 26 ottobre 93 il Tgl ha trasmesso 28 mie note, con i seguenti dati: in 4 casi l'ascolto è in discesa, in 3 casi è stabile, in 21 casi l'ascolto ò in salita. Nello stesso articolo si dice che «cambiano i direttori, ma Sciano, un Marzullo ante litteram ò sempre lì, fedele nei secoli». Preciso che ho cominciato a fare quella nota politica nel febbraio di quest'anno. Prima facevo l'inviato in Estremo Oriente e, prima ancora, il capo redattore della Rai di Torino. Per ragioni di dato, non posso essere l'«ante litteram» di un collega che ò quotidianamente sul video da diversi anni. Federico Sciano lo scherzavo. Sciano invece fa sul serio. Allora dovrebbe sapere che i dati allegati alla sua cortese replica non hanno maggior valore di un bollettino delle maree. Da sempre gli ascolti del Tgl salgono impetuosamente nei primi minuti, nonostante tutto. Tra l'altro curiosamente le date dei suoi editoriali coincidono - tre volte su quattro - con i sorpassi subiti dal Tgl da parte del Tg5 di Mentana. La cabala insomma è sfavorevole. Per il resto prendo atto che Sciano si considera un punto di forza di Raiuno. Sia pure dopo Marzullo. [c. mal.]

Luoghi citati: Casale Monferrato, Estremo Oriente, Frassinelle Polesine, Ivrea, Marzabotto, Mentana, Torino, Verona