Borghesia, il fascino del nemico

il caso. In un'intervista a Franceschini gli umori di un'Italia oscura che covava rivoluzioni il caso. In un'intervista a Franceschini gli umori di un'Italia oscura che covava rivoluzioni BorghesiaL il fascino del nemico L'imprenditore e il brigatista Parlamentari e pensionate Giuro clic non so chi votare e se andrò a votare. Con questa nuova legge elettorale approvata dalla Camera, una maggioranza chiara per il cittadino elettore non esiste. Votare per i partiti, gruppi, uomini che si dichiarano fuori da Tangentopoli? Sarebbe logico. Ma ho letto (ma dai giornali e dalla tv e stato poco o nulla menzionato) che poco tempo fa tutti i deputati si sono varata una legge che con un solo giorno di presenza a Montecitorio e cinque anni di contributi avranno diritto ad una pensione annua di 70 milioni per tutta la vita. Allora questi moralisti: pds, Lega Nord, msi, Rifondazione comunista, lista Pannella, verdi, dov'erano quando si ò votato? Evasione fiscale: gran clamore per la minimum-tax, gli interessati dichiarano che vogliono pagare secondo il reddito reale! Ma se lo avessero fatto questa legge non era necessaria. Non voglio fare il moralista, può anche darsi che anch'io (potendo) avrei agito come loro. Ma la finanza che ha fatto per scoprire gli evasori? Sfogliare milioni di 740 per vedere se un dipendente ha sbagliato una sottrazione? O forse non era più facile confrontare il tenori; di vita e le proprietà dei singoli dichiaranti, e chiedersi come hanno fatto ad averli, con i redditi dichiarati? Francesco Corino, Diano Marina Sgarbi e ladri Ho sentito di recente la trasmissione «Sgarbi quotidiani» (Canale 5), nella quale capita qualche volta che Vittorio Sgarbi, che vorrebbe essere puro e cristallino, dica delle cose sensate, e qualche volta capita invece il contrario, soprattutto vincolo della memoria e, anche, di una certa serietà nel rapporto col proprio passato, dal momento che di esso non ci si può liberare con facilità. Dunque, chi ha militato nei movimenti degli Anni 70 ha conservato, comprensibilmente, un qualche rapporto «sentimentale» con chi, allora, ha scelto la lotta armata. Ma gli altri? Non va dimenticato che, nell'ultimo periodo, a pronunciarsi più decisamente a favore della libertà per Curcio sono stati - insieme a Rossana Rossanda - due esponenti dello schieramento avverso, quali Indro Montanelli e Francesco Cossiga (gli stessi che hanno avuto parole di simpatia per Greganti). Montanelli e Cossiga esprimevano in termini diversi assai più mediati e politicizzati umori riconoscibili nell'imprenditore con la «gran Mercedes bianca»; e negli anonimi che, incontrando Curcio o Moretti, dicevano: «Però, che uomo coerente, è uno Un'immagine del sequestro Moro. A destra Montanelli e Franceschini, Sotto, Curcio una conferma il fatto che nelle biografie dei pentiti del terrorismo sono frequenti gli attestati di stima, per esempio, nei confronti del generale Dalla Chiesa. E', ancora, il suo essere tutto d'un pezzo che suscita apprezzamento, la sua «coerenza», ma anche la sua determinazione: doti virili, appunto, che chi fa una attività bellica (o legge in chiave prevalentemente bellica la storia) mostra di gradire. Non stupisce più di tanto, dunque, che il piccolo imprenditore in Mercedes bianca - «tradito dallo Stato» e dalla propria stessa debolezza - si affidi al suo antagonista di ieri perché crede di poter contare, ormai, solo sulla forza (i «consigli») del nemico. A patto che continui a restare almeno un po' nemico (da qui il sospetto: non si sarà imborghesito, quel Franceschini?). Nell'intervista di Cuore, l'ex brigatista racconta altri episodi: «Soprattutto dopo Tangentopoli, incontro molti che mi dicono: "Avevate ragione voi, avete cominciato troppo presto"». Una rivoluzione pur che sia: sembra essere, questo, il desiderio che ha covato, per alcuni decenni, nelle zone in ombra della società. Un rovesciamento dello Stato a opera dei brigatisti o dei leghisti o dei magistrati. Se ciò è vero, quelle parole suonano come una condanna non solo per la classe politica di governo, ma per tutta la cultura che si è detta riformista. I militanti delle Brigate Rosse, battuti, in rotta, arresisi, ricevono una sorta di riconoscimento postumo, e - comprensibilmente - non se ne mostrano soddisfatti.

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