Stampella del potere al Sud

Stampella del potere al Sud Stampella del potere al Sud De Mita disse: è come la cassa integrazione Da sinistra Gaetano Salvemini (che denunciò il clientelismo al Sud), Ciriaco De Mita e Giulio Andreotti Izzo ai giudici «Torno in Italia» PARIGI. «Vostro onore, rinuncio all'avvocato in quanto desidero al più presto essere estradato in Italia». Angelo Izzo, il «mostro del Circeo» arrestato a Parigi dopo una fuga di 20 giorni, ha sorpreso i magistrati della «Chambre d' accusation» della corte d'appello parigina riunita per decidere sulla richiesta di estradizione inviata dall'Italia. [Ansa] Per cui non è, né è mai stata una storia nobile - e nemmeno un po' divertente - questa delle pensioni d'invalidità. Un giogo spaventosamente necessario, in certe condizioni, un sussidio che democristiani come De Mita hanno tentato di paragonare - giustificandolo - alla cassa integrazione straordinaria per le regioni del Nord industriale. E' una storia, piuttosto, di mortificazione sociale: la visita da «passare», l'aiuto al potente di turno, l'incontro agghiacciante con la commissione (a volte, pare costituita da invalidi), la carta bianca: «Ca ci mettimmuln, che ci mettiamo? Perché la malattia deve essere scelta con un minimo di ipocrita accortezza. Però sembra anche che bastino un pollice slogato, oppure due dita del piede unite. Il rito richiede passaggi lenti perché bisogna pur sempre suscitare gratitudine. Dall'altra parte dello sportello, in balia di questo potere discrezionale che può rallentare o velocizzare le pratiche, i poveracci diventano o si confermano man mano nel ruolo di clientes. E accettano, con qualche centinaia di migliaia di lire, un documento che li identifica in qualche modo come menomati. La bugia sfuma quindi nell'aggiustamento, l'umiliazione si trasfigura in virtù. Con sistemi del genere, apparentemente materni e premurosi nella loro dissennata prodigalità, la de ha governato per quasi mezzo secolo il Mezzogiorno abituandolo male e soprattutto non preparandolo al peggio. Per cui è capitato di dover pure sentire l'uomo simbolo di questo potere, Giulio Andreotti, che di pensioni d'invalidità parlava come se provenissero dalla luna. Le definiva, lui presidente del Consiglio di sette governi, «un peso che socialmente capisco, ma che dal punto di vista della sopportabilità, se non facciamo delle grandi azioni di risanamento, renderebbe la situazione non sopportabile». Ma nessuno ha mai forse nemmeno provato a vincere le resistenze di questa specie di miserabile fabbrica di voti. «Nel Mezzogiorno - è sempre Salvemini - la corruzione propinata dal governo centrale si accumula a quella che pullula nella vita locale, e tutto il paese si sprofonda in una palude di anarchia e volgarità». Filippo Cec carelli

Persone citate: Angelo Izzo, Ciriaco De Mita, De Mita, Filippo Cec, Gaetano Salvemini, Giulio Andreotti, Izzo, Salvemini

Luoghi citati: Italia, Parigi