«lo il nonno delle tangenti»

«lo, il nonno delle tangenti» «lo, il nonno delle tangenti» Parla Nicolazzi, condannato a 5 anni culturali». ■ E' vero che, vista la mala parata, il ministro Pagani ha venduto la villa che aveva accanto alla sua? «Fatti suoi, non ho familiarità con quella persona, che portai 10 nel partito e cui cedetti il mio seggio al Senato. Mi dicono che adesso si è messo con Scalfaro». Come molti altri, tra cui il suo ex segretario al ministero dei Lavori Pubblici. «Così pare. Oggi tutti predicano 11 Nuovo, soprattutto i più vecchi». E Vizzini? «Mi ha deluso, lasciandomi l'amaro in bocca, è scomparso come una meteora appena qualche nube giudiziaria s'è addensata su di lui». E Ferri? «L'ho portato io nel partito, è un mio amico, fa quel che può». Prima Tanassi, poi Longo, finiti in galera. Adesso lei condannato a 5 anni, a piede libero per l'età. Come mai i segretari socialdemocratici hanno l'abbonamento alle galere e alle condanne? Più ladri, più fessi o vittime del «destino cinico e baro», come diceva Saragat? «In questo Paese si prendono di mira sempre i più deboli e il psdi quasi sempre è stato un partito debole. Guardi cos'ha fatto a me la commissione Inquirente presieduta da Sterpa: ha ipotizzato la concussione e la corruzione, non il finanziamento del partito. Ma tanti altri nomi importanti, come Altissimo e Formica, li hanno dimenticati. Io sono stato l'oggetto sacrificale, ho subito l'accanimento del clima. Anche la condanna più pesante che mi hanno dato in appello, secondo molti deriva dalla necessità di dare un esempio». Onorevole Nicolazzi, per favore... «No, non voglio fare vittimismo, né parlare di complotti, ma le garantisco che spesso il nome di un ministro viene speso da orde di millantatori senza che lui nulla ne sappia. Spesso si tratta di politici di minor conto, che si son costruiti enormi ricchezze personali. Del resto, lei ha mai visto un ministro Va bene, ma non vogliamo parlare di queste storie ormai arcinote, onorevole Nicolazzi. Ci interessa di più sapere, per esempio, se lei è un uomo ricco. «Ed è una domanda giusta perché tutti quelli che mi conoscono sanno che io non sono un miliardario, ma un morigerato provinciale. Vivo in un sano clima di abitudini periferiche, preferisco di gran lunga l'approdo umano a quello del lusso: non frequento grandi alberghi, non ho attici blindati, né Mercedes. Quando sono a Roma vivo in sessanta metri di periferia. Non so cosa sia l'arricchimento personale di cui in questi mesi abbiamo visto la dimensione. Altro che finanziamento dei partiti, per la massima parte dei casi si è trattato di arricchimenti personali. Io conosco pochi casi di finanziamento dei partiti: come quello ammesso venticinque anni fa da Ugo La Malfa. Ma per lo più si è trattato di arricchimenti privati, altrimenti i partiti non avrebbero tutti i debiti che hanno». Quella gran villa che possiede sul lago d'Orta e che abbiamo visto in fotografia? «Ha un enorme parco, ma è cadente, ci vorrebbero miliardi per ristrutturarla, tanto che la venderò. Io sono benestante: ho fatto il parlamentare per sette «Tanti mi hanno tradito: e penso soprattutto a Cariglia che ho fatto segretario» Antonio Cariglia ex segretario del psdi rincorrere un imprenditore? O piuttosto cento imprenditori alla rincorsa di un ministro? Come la storia dell'aereo di De Mico, che ho usato qualche volta: non era soltanto De Mico, erano tanti gli imprenditori che facevano a gara per segnalare alla segreteria che il loro aereo era a disposizione». Abbia pazienza, il ministero dei Lavori Pubblici, l'Anas, tutto quel mondo si è rivelato un pozzo nero senza fondo, tutti venivano abitualmente corrotti. «Guardi che io son stato lì sette anni e ho l'atto meno trattative private di quante successivamente se ne fecero in pochi mesi. Quando me ne andai io scoppiò il finimondo, sono i fatti emersi sulla gestione Prandini a dirlo».

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