Il ciclone Poggiolini travolge il vertice Farmindustria

Dopo le confessioni del re Mida della sanità, 14 ordini di cattura: 9 sfuggono all'arresto Dopo le confessioni del re Mida della sanità, 14 ordini di cattura: 9 sfuggono all'arresto Il ciclone Poggiolini travolge il vertice Farmindustria «Appalti, nessun trucco» LA SIP ROMA. In una lettera ai dipendenti, il presidente della Sip, Ernesto Pascale, ribadendo la fiducia nell'operato della magistratura in relazione alla vicenda che ha portato all'arresto dell'amministratore delegato Vito Gamberale, riafferma la correttezza del proprio comportamento. «Desideriamo affermare -scrive - che l'azienda ha operato in assoluta correttezza e che nessuna discriminazione è avvenuta in quanto la riduzione delle commesse in questione è stata applicata a tutte le aziende fornitrici in pari misura; in particolare, nel periodo, la ditta Ipm è stata interessata da tale riduzione in misura lievemente inferiore rispetto alla sua più diretta concorrente». Osservato che la diminuzione degli investimenti è dovuta alle scelte di innovazione e razionalizzazione del settore, la Sip ricorda «il deciso intervento dell'ing. Gamberale nel tutelare, con l'efficienza del servizio, la sua redditività». [Agi] «Segena», Berardino Sala della «Shering», Enrico De Angelis della «Errekappa Euroterapici», Marino Golinelli della «Alfa Wasserman». Duilio Poggiolini, prostrato dalle lunghe giornate trascorse in cella, avrebbe meditato il suicidio annunciato in un biglietto sequestrato da un secondino a Poggioreale. Poi ha fatto i nomi dei dodici industriali fornendo un elenco minuziosissimo delle tangenti ricevute: 3 miliardi 370 milioni in contanti, argenteria e quadri. Si è scoperto che il professore aveva un altro conto in banca segreto, in Svizzera, con cinque miliardi. «Ormai rischiamo di perdere il conto dei soldi «PPutrasc FraNicex e edelSopViz accumulati da lui e dalla moglie, Pierr Di Maria», ha commentato uno dei magistrati. Ma torniamo ai dodici industriali accusati di corruzione. Fra loro c'era chi pagava a rate, oppure in un'unica soluzione. Avrebbe sborsato una «una tantum» da ottanta milioni Ambrogio Secondi, mentre Massimiliano Pancera ha versato quote annuali fino a 300 milioni. Più munifici, invece, Arrigo e Giovanni Recordati, a capo del gruppo milanese che ha chiuso 2 primo semestre '93 con un fatturato di oltre 164 miliardi: consegnarono 180 milioni in contanti e oggetti d'argento per 130. Per ingraziarsi il potente direttore del servi¬ zio farmaceutico del ministero della Sanità, gli offrirono sessanta viaggi a bordo del jet dell'azienda. Per i giudici napoletani le confessioni di Poggiolini sono più che attendibili. Durante gli ultimi interrogatori, il Creso della farmacopea italiana avrebbe cominciato a tirare in ballo più di un ex ministro della Sanità: «Sono sempre stati espressione delle industrie farmaceutiche», ha detto. I fatti raccontati dal professore sono stati confrontati con le dichiarazioni rese mesi fa da altri pentiti eccellenti, alcuni dei quali, come Antonio Marone, sono stati stretti collaboratori dell'ex ministro plurinquisito Francesco De Lorenzo. Tutto quadra, tutto combacia alla perfezione: il ministero della Sanità e gli organismi che ruotavano attorno ad esso erano stati trasformati in formidabili macchine mangiasoldi. Un capitolo a parte dell'inchiesta sulle tangenti versate perii «caro-medicine» è dedicato a Carlo Ferretti e Antonio Brenna, rispettivamente componente della segreteria e membro del Cip farmaci. Arrestato il primo, latitante da mesi il secondo, i due sono accusati di aver intascato e distribuito ai loro colleghi mazzette per centinaia} di milioni: «Un ignobile sistema di illeciti affari» che ruota attorno «alla figura dell'ex ministro I Francesco De Lorenzo», come Arrigo Recordati e Duilio Poggiolini scrive il giudice. Ad accusare i funzionari è soprattutto Giuseppe De Reviziis, procuratore della società farmaceutica napoletana «Damor», che oltre a sborsare soldi offrì un soggiorno di otto giorni in Corsica a tutta la famiglia Brenna. Ha versato tangenti a quasi tutti i membri del comitato. Ma non fu sufficiente. Il mese dopo gli telefonò Ferretti per dire che «De Lorenzo stava ponendo ostacoli per la firma del provvedimento». Come andò a finire? E' presto detto: «Ferretti aggiunse di integrare la somma pagata portando direttamente a De Lorenzo altri 150 milioni». Fulvio Milone «Per sette anni ministro dei Lavori Pubblici, ho fatto pochissime trattative private. Il finimondo scoppiò con la gestione Prandini» Franco Nicolazzi ex ministro e ex segretario del psdi Sopra, Carlo Vizzini legislature, ho risparmiato molto perché le mie spese elettorali sono state sempre ridotte, tanto che fui eletto deputato a Roma con 40 mila preferenze senza neanche dover pagare un caffè; ho preso una liquidazione di 350 milioni, ho due pensioni più quella di mia moglie, in tutto quasi 14 milioni al mese. Di più non mi serve». Dopo aver saputo della supertangente Enimont lei pensa di far parte della preistoria di Tangentopoli, quasi un nonno delle tangenti? «Penso sinceramente che ho fatto politica per trent'anni, ma non avevo la più lontana idea delle dimensioni dei fatti che son venuti fuori e continuano a pullulare. Sa la verità? Sono un ingenuo provinciale». Ha mai avuto a che fare da ministro con i Servizi segreti? «Se è questo che mi chiede, non ho mai avuto case blindate e ristrutturate a spese dei Servizi. Anzi, una volta il figliastro di un mio amico fu arrestato in Spagna mentre dormiva con una donna in casa di uno del clan Badalamenti. I Servizi scrissero che questo era un mio amico e che forse avevo a che fare coi mafiosi. Mi feci interrogare da Falcone, che capì subito che era una bufala e mi congedò con una pacca sulle spalle». Lei vagheggia di poter tornare un giorno a far politica ? «Guardi che io in provincia di Novara, fino a Domodossola, sono uno che ha lasciato il segno positivamente. La gente, nonostante la grana che ho avuto, mi stima. A giugno a Novara la lista dei miei amici ha preso il 10 per cento, contro 1' 11 per cento dei comunisti e il 4 per cento della lista di Pagani con i liberali». E i big: Craxi, Andreotti, Forlani? «Sono finiti, ma alcuni della passata stagione, i migliori della seconda fila, dovranno affiancare quelli che si accingeranno al rinnovamento». Insomma lei non si considera ancora un pensionato? «Un pensionato in servizio. Sto scrivendo una storia di Gattico dai romani a oggi. E ho scoperto che Federico Barbarossa portava da Gattico la cera alla Certosa di Pavia». Qui Gattico-City, capitale del Jurassic Park di Tangentopoli. Alberto Staterà Avviso di garanzia a Galliani (Canale 5) MILANO. Un avviso di garan- 1 zia, emesso dal sostituto procuratore di Roma, Maria Teresa Cordova, ò stato consegnato ieri ad Adriano Galliani, presidente di Canale 5 del gruppo Fininvest. I reati ipotizzati sarebbero quelli di concorso in corruzione e concussione nell'ambito dell'inchiesta sull'assegnazione delle frequenze televisive. Una nota della Fininvest spiega che «in vista del ricorso dinanzi al Tribunale della libertà verso il provvedimento con il quale il giudice per le indagini preliminari ha rigettato la richiesta di provvedimenti cautelari, il pm Cordova ha ritenuto di inviare avviso di garanzia ad Adriano Galliani. Con questo viene formalizzata la veste di indagato per Adriano Galliani». Il pm Cordova aveva chiesto l'ordine di custodia cautelare nei confronti di Gianni Letta e di Galliani alla fine di ottobre, ma entrambe le richieste erano state respinte dal gip Raffaele De Luca Comandini. [Ansa] IN BREVE Ustica, un libro per «comprare la verità» PALERMO. Un libro per «comprare la verità» sulla tragedia del DC9 Itavia esploso in volo nel cielo di Ustica il 27 giugno dell'80, con 81 persone a bordo. Lo ha scritto, in collaborazione col giornalista torinese Dario Celli, Roberto Superchi, che nel disastro perso la sua unica figlia, Giuliana, 11 anni, e che da allora si batte perchè, l'inchiesta giudiziaria giunga a conclusioni certe su cause e responsabilità. Il volume è dedicato ai 12 bambini vittime della strage e ai figli delle vittime, «costretti a crescere senza padre, senza madre». [Agi] Imputata di corruzione S'on. Pollastrini (pds) ROMA. «La percezione delle tangenti provenienti dagli appalti della metropolitana milanese da parte di rappresentanti del pci-pds era, dalla metà degli Anni 80 fino al 1992, prassi consolidata». Ad affermarlo sono i giudici di «Mani pulite» nella richiesta di autorizzazione riguardante Barbara Pollastrini (pds), già segretario provinciale elei pei ed oggi parlamentare del pds. I magistrati milanesi ipotizzano il reato di concorso in corruzione e di violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti e chiedono di poter compiere delle perquisizioni. Sul ruolo della dirigente del pds i magistrati affermano che coloro i quali rivestivano ruoli di vertice nel partito dovevano «quanto meno essere a conoscenza del fenomeno». |Ansa]