Bava in procura respinge l'accusa di ricettazione

Bava in procura respinge l'accusa di ricettazione Tangenti Elisoccorso Bava in procura respinge l'accusa di ricettazione E' stato interrogato ieri l'avvocato Giuseppe Bava, vice presidente della Cassa di Risparmio di Torino, coinvolto nell'inchiesta sulle tangenti pagate per l'elisoccorso. Ieri pomeriggio Bava si è presentato insieme con il suo legale, avvocato Cesare Zaccone, nell'ufficio del sostituto procuratore Giuseppe Ferrando, titolare dell'indagine. Il professionista, che è accusato di ricettazione (avrebbe ricevuto, secondo l'accusa, parte di una tangente di 700 milioni), ha respinto ogni addebito mossogli dall'ex assessore alla Sanità regionale, il socialista Eugenio Maccari: «Consegnai 60 milioni all'avvocato Bava, nel suo studio». La vicenda si riferisce al 1990, quando Bava teneva la cassa comune del gruppo di socialisti che facevano capo a La Ganga (Magnani Noya, Cantore, Maccari). Una circostanza che Bava non nega: «I candidati mi davano mandato di raccogliere fondi destinati alle spese elettorali. Io aprivo un conto in banca, da cui attingevo per pagare pubblicità e altre iniziative». Ieri ha ribadito: «Non so nulla di quanto mi accusa Maccari. Non ho mai intascato soldi contanti, ma sempre e solo assegni per cifre inferiori a 5 milioni, come prevede la legge sul finanziamento dei partiti. Gli assegni venivano da me regolarmente versati sul conto bancario». Nei prossimi giorni Bava verrà messo a confronto con Maccari.

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