Crack Mediogest 2 arresti

Crack Mediogest, 2 arresti Svolta nell'inchiesta sulla società di intermediazione mobiliare Crack Mediogest, 2 arresti Bancarotta fraudolenta di 20 miliardi La Finanza credeva di trovarlo a Milano, e invece Luciano Errani, ieri mattina alle dieci, si è presentato nella sede di Everyfin: così le «fiamme gialle» lo hanno arrestato in corso Vittorio Emanuele 95, dove di lì a poco si sarebbe svolta un'assemblea dei soci in subbuglio per il terremoto provocato dal fallimento della collegata società di intermediazione mobiliare Mediogest. La prima «sim» dichiarata insolvente dopo la riforma varata per tranquillizzare milioni di risparmiatori. Quelli coinvolti nel crack Mediogest sono 2500 e dovranno sudare per ritrovarsi in mano qualcosa dei 40 miliardi, sinora accertati, che affidarono a finanzieri quanto meno disinvolti. Di Mediogest Errani era l'amministratore delegato ed è stato condotto in carcere con la pesante accusa di bancarotta fraudolenta per distrazione e documentale. Seguito poco dopo - per gli stessi reati - dal ventisettenne procuratore della sim, Stefano Busnelli. Secondo il pm Alessandro Pru- nas nel caos contabile della finanziaria è emersa una prima certezza: la sparizione di 19 miliardi e 800 rnilioni. Non vi sarebbe traccia di tutto quel denaro e adesso il magistrato e il giudice per le indagini preliminari Luigi Acordon vogliono sapere da Errani e Busnelli dov'è finito. Oltre allo scompiglio fra i soci Everyfin, la cronaca registra le perquisizioni della Guardia di Finanza nello studio - in corso Re Umberto 63 - del commercialista Mario Trevisanutto, presidente del collegio dei sindaci di Mediogest; delle sedi milanesi di Mobilvar, una commissionaria di Borsa, e di Reconta Ernst & Young, la società di revisione allora presieduta da Luigi Guatri, consigliere delegato della Bocconi - che nel 1992 certificò l'attività di Mediogest. Finanziere con un passato di bancario al Credito Italiano e un'iniziazione alla scuola di Bersano, capostipite dei truffatori torinesi in grande stile (le sue società hanno prosciugato 180 miliardi a sprovveduti risparmiatori), Errani spicca il grande sal¬ to nel 1989, quando entra, attraverso Everyfin, nella finanziaria Fincomid - di cui è tuttora consigliere - per sedersi accanto ad amministratori fra i più noti dell'imprenditoria italiana, da Alberto Falck a Giovanni Arvedi. Una garanzia, eppure Fincomid, cui Errani porta in dote Mobilvar e Mediogest, oggi è il vero obiettivo dell'inchiesta: è nella finanziaria (con partecipazioni anche nella tv Grp) che finiscono molti quattrini dei clienti di Mediogest ed è a Milano che si guarda per recuperare almeno una parte dei crediti. Con l'arrivo di Errani e del suo portafoglio-clienti, Fincomid aumenta il capitale sociale a 24 miliardi e si lancia sul mercato parallelo a quello ufficiale della Borsa: è stato con il denaro dei risparmiatori torinesi che la finanziaria milanese ha rivitalizzato le proprie quotazioni? Quegli stessi risparmiatori che ignoravano di finanziare se stessi, visto che di Fincomid sono diventati i maggiori azionisti? Alberto Caino

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