«Mio figlio straziato da 3 auto a Pasqua»

«Mio figlio straziato da 3 auto a Pasqua» «Mio figlio straziato da 3 auto a Pasqua» Sono ogni anno una quindicina, in città, gli incidenti provocati da automobilisti-pirata, che fuggono senza soccorrere le loro vittime. In 3-4 casi si tratta di incidenti mortali: a volte dopo qualche giorno se ne scoprono i responsabili, ma spesso i pirati riescono a dileguarsi nel nulla. Com'è accaduto agli investitori di Giorgio Pagani, 23 anni, ucciso la sera di Pasqua mentre attraversava corso Casale sulle strisce pedonali: il suo caso non è chiuso, ma le speranze di risolverlo sono al lumicino. Sua madre Rosanna dice che «l'hanno ucciso tre volte», tante quant'erano le auto che ne hanno straziato il corpo. Delle vetture che lo avevano travolto si era fermata solo l'ultima, di Domenico Paparo. «Non potevo evitare di investirlo» aveva detto. I giudici gli hanno dato ragione, e lo hanno prosciolto da ogni accusa. Delle altre due auto non si sa nulla. Un testimone ricordava un modello giapponese di colore nero e i numeri iniziali della targa, «To 32». I vigili hanno controllato quelle da «To 32000» a «To 32999»: una di queste, un'Honda Crx, risultava rubata. Probabilmente, ad uccidere Giorgio è stato un ladro. In provincia i pirati colpiscono meno frequentemente che in città: gli incidenti sono meno di una decina l'anno, ma più frequentemente hanno conseguenza mortali. L'ultimo è del 18 luglio, quando Claudio Truffa e Paola Bisone sono stati uccisi da una Peugeot sulla provinciale Ivrea-Castellamonte. L'investitore è stato arrestato il giorno dopo: è Eraldo Vigna, di Rueglio. Sarà processato a febbraio per omicidio plurimo colposo e omissione di soccorso. Ai carabinieri ha spiegato di essere fuggito perché l'assicurazione della sua vettura era scaduta. I vigili sfogliano i fascicoli impolverati, tornano con la memoria ai casi che non hanno più dimenticato. Uno è del giugno '92, quando Fabrizio Musto, 18 anni, era stato travolto da un pirata in strada Superga. Qualcuno aveva assistito alla scena: «Due auto facevano una gara, una Tipo rossa stava sorpassando l'altra vettura. Quando ha travolto quel ragazzo, viaggiava contromano». Dopo qualche giorno i vigili tornarono sul luogo dell'incidente. Notarono una Tipo rossa parcheggiata nel giardino di una villa in strada Superga. Era ammaccata: i rilievi sembravano coincidere e la procura ne dispose il sequestro. Venne incriminato un ragazzo di 21 anni. I vigili erano certi di aver risolto il caso, ma il giudice successivamente prosciolse l'accusato. Fabrizio è sopravvissuto, ma non si è ripreso. Non lavora più, cammina con le stampelle. Non ha avuto un soldo di risarcimento. Qualche volta gli inquirenti sono aiutati dalla fortuna: il 13 marzo '92 un furgone aveva bruciato uno «stop» investendo una donna. Nell'urto aveva perso la targa anteriore, e il pirata era stato identificato a tempo di record. Nel settembre del '78 accadde un episodio considerato esemplare dai vigili per dimostrare che i pirati «appartengono a ogni classe sociale, e a volte sembrano persone rispettabilisssime». In corso Vittorio, sulle strisce pedonali, Celestina Zacco era stata uccisa da una Renault che si era data alla fuga. Il pirata era stato bloccato dalla polizia: era il rampollo di una delle famiglie più blasonate della regione, il marchese Giacomo Medici del Vascello. Giovanna Favro Una madre: «Mai scoperto chi l'ha ucciso» I tanti casi irrisolti imi Davanti alla birreria Elite in strada Settimo la coppia di fidanzati stava attraversando sulle strisce pedonali quando è stata uccisa da un'auto: la Tipo poi fuggita e la Uno che si era fermata Nella mappa sono segnalate le strade più pericolose per i frequenti incidenti e gli incroci «della morte»

Persone citate: Claudio Truffa, Eraldo Vigna, Fabrizio Musto, Giacomo Medici, Giorgio Pagani, Giovanna Favro, Paola Bisone, Paparo, Zacco

Luoghi citati: Ivrea, Rueglio