Fuori? Impossibilissimo

Operazione Portogallo: è partita a Coverciano la settimana decisiva per conquistare il posto ai Mondiali Operazione Portogallo: è partita a Coverciano la settimana decisiva per conquistare il posto ai Mondiali Fuori? Impossìbilissimo Così Matarrese suona la carica FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Impossibilissimo. E' il termine scelto da Antonio Matarrese per introdurre la settimana delle Grandi Doglie e del Grande Parto, e per liquidare la madre di tutte le domande: presidente, e se per caso ci fanno fuori? Impossibilissimo, appunto. Che Firenze sia avvolta nella nebbia, è già di per sé un fatto abbastanza insolito. Ma che Matarrese pranzasse con la squadra al primo giorno di raduno, questo non era mai successo. L'ora è solenne, a Coverciano: e l'enfasi che gronda dall'omelia inaugurale si giustifica, per una volta, con l'imminenza dei verdetti. Oggi, Portogallo-Estonia. Mercoledì 17 (toccate ferro), Italia-Portogallo e Svizzera-Estonia. Il signor presidente e il signor et trepidano. Siamo al «qui si fa l'Italia o si muore». Gufi, civette, pipistrelli: sciò! Se il Portogallo rifila meno di quattro gol eh scarto agli estoni, a San Siro potremo anche pareggiare. Ma se glieli rifila, dovremo batterlo. A tutti i costi, pena l'esclusione dalla fase finale dei Mondiali, umiliazione patita soltanto nel 1958. Matarrese, Sacchi. Eccoli lì, nell'aula magna del centro tecnico, l'uno accanto all'altro, gemellati nella tensione, cementati dalla fede. «Onestamente - confessa the president, - non pensavo di dover tribolare sino all'ultimo. Ma siamo sereni. Non esiste un'ultima spiaggia (?), il programma di Sacchi non è frutto di di bassa improvvisazione: al contrario, ci porterà lontano». Di premi, un po' per pudore e molto per scaramanzia, non si parla. L'argomento verrà discusso, sempre che l'esito dello «spareggio» ne fornisca gli estremi, a partire da giovedì 18. Matarrese spiega la sua missione. Dare la carica. Assistere la squadra nel momento più delicato. E, soprattutto, verificare lo stato dell'unione, messo in crisi dai veleni di Samp-Milan. «Avevo letto cose tremende sui rapporti fra Pagliuca e Baresi, protagonisti di un tempestoso botta e risposta a Pressing, e invece, grazie a Dio, nessuno strascico». L'onorevole li ha presi in disparte e piegati a un caloroso abbraccio. Tutti ai remi, il Paese ci guarda. In sala, una spia sola: un giornalista di Lisbona, molto sensibile al peso politico della nostra Nazionale. «Sarà quello scappa all'Arrigo -, che abbiamo avuto a Oporto», quando l'arbitro (Karlsson, svedese) convalidò il gol «manesco» di Fernando Couto. Piccole scaramucce. Il 4 novembre Matarrese è stato a Zurigo, ospite di Blatter: «Un Mondiale senza l'Italia? La Fifa non può permetterselo», ridacchia. Salvo poi citare il caso del Giappone, sulla cui qualificazione tutti avrebbero scommesso tutto. Come dire: al diavolo certe fregnacce, decide il campo, non il corridoio. Ma beccatevi questa: «Milano non può essere oltraggiata da un risultato negativo». Ogni tanto, Matarrese si scusa per il piglio demagogico della sua discorsessa. Ogni tanto, Sacchi cerca la battuta: «Beato lei che, in qualità di vicepresidente dell'Uefa, in America ci andrà comunque». L'Arrigo rammenta come, anche in passato, l'Italia si sia spesso qualificata al pelo. Vero: mai, però, con la tremarella odierna. Riletti oggi, i proclami d'inizio campagna conciliano il sorriso. La formazione, l'ha già in testa. Istruzioni per l'uso: «Mi rifarò il più possibile alla squadra impiegata contro la Scozia». Il più possibile: una porta aperta ai rientri, scontati, di Maldini e Signori. Ma anche un chiaro orientamento prò Benarrivo e Donadoni nei ballottaggi con Panucci e Albertini. Fiducia cieca in Casiraghi, sull'altare del quale ha immolato Silenzi: «Fidatevi, lo chiamerò a tempo debito». L'atmosfera è quella, nervosa e febbrile, di una sala parto. Bisogna dare alla luce 'sto benedetto sogno americano. Dalla sera del 13 ottobre (Italia-Scozia) a domenica scorsa, lo zoccolo duro della nazionale si è sobbarcato il peso, non lieve, di sette-otto partite in 26 giorni. Per fortuna, stanno tutti bene (tranne Conte, ginocchio ko). «Il calcio italiano declama Matarrese -, è un calcio vincente, come testimonia la massiccia avanzata nelle Coppe. Ora tocca agli azzurri». Partita ad altissimo rischio, quella di San Siro. Sugli spalti, Sacchi avrà gli ottantamila che voleva: «Segno che la gente ci stima». Sarà come una sfida di Coppa, centellina l'Arrigo. O dentro o fuori. Matarrese lo fulmina: è impossibile che le cose possano andare male. Anzi: impossibilissimo. Roberto Beccantini Il presidente: la Fifa non può permettersi di perdere l'Italia; e Sacchi su Silenzi: Fidatevi, anche per lui verrà il momento d'entrare in famiglia Pace con abbraccio tra Baresi e Pagliuca dopo il caso Marassi e la lite a Pressing L'ITALIA CONTRO LA SCOZIA, BENARRIVQ WMf. PAGUUCA A % uX CQSTACURTA-**^ Il presidente: la Fifa non può permettersi di perdere l'Italia; e Sacchi su Silenzi: Fidatevi, anche per lui verrà il momento d'entrare in famiglia ppb — R BAGGiO CRANIO : MUSSI Jl! L'ITALIA CONTRO IL PORTOGALLO? li et Sacchi (in alto) accoglie a Coverciano l'interista Fontolan, ultima novità del clan azzurro; qui sopra, il laziale Casiraghi, spesso riserva in campionato ma punto fermo della Nazionale li et Sacchi (in alto) accoglie a Coverciano l'interista Fontolan, ultima novità del clan azzurro; qui sopra, il laziale Casiraghi, spesso riserva in campionato ma punto fermo della Nazionale L'ITALIA CONTRO IL PORTOGALLO?