Pierr Poggiolini «cinica e avida» di Fulvio Milone

Pierr Poggiolini «cinica e avida» Pierr Poggiolini «cinica e avida» NAPOLI. Pierr Di Maria? «Una personalità caratterizzata da peculiare ed eccessiva avidità». Una donna cinica, che tenterebbe perfino di strumentalizzare la terribile malattia del figlio pur di uscire dal carcere: «Nel mentre fa appello a sentimenti di umanità, non mostra poi segnali di pentimento rispetto alla sua condotta processuale». Il ritratto tutt'altso che edificante della moglie di Duilio Poggiolini porta la firma di Laura Triassi, il gip che ieri ha respinto l'istanza degli avvocati che chiedevano la scarcerazione o gli arresti domiciliari per «Lady Miliardo». La signora, ha risposto il giudice, deve restare in carcere perché, una volta libera, non esiterebbe a inquinare le prove, a nascondere indizi determinanti per il buon esito dell'inchiesta e soprattutto a depistare con spericolate operazioni bancarie gli investigatori che sono ancora sulle tracce dei pingui conti correnti intestati alla coppia terribile della sanità. C'è di più: Pierr Di Maria, accusa il magistrato, non ha alcuna intenzione di collaborare. Nega tutto, anche l'evidenza. Scrive Laura Triassi: «La Di Maria si oppone alla contestazione di elementi certi e pregnanti quali il rinvenimento nella sua abitazione di un immenso tesoro (i lingotti d'oro, i quadri e gli altri oggetti preziosi nascosti in una cassaforte, ndr) profitto di una lunga sequela di corruzioni». Respinge le accuse, la moglie di Poggiolini, «in eloquente contrasto con quanto viceversa emerge dalle dichiarazioni del marito... con affermazioni generiche, incongrue, fragili e, quindi, oggettivamente inattendibili». E che dire dei conti in banca? «L'imputata ha effettuato, prima e durante la latitanza del Poggiolini, movimenti di capitali e trasferimenti di ingenti somme all'unico scopo di sottrarre al prevedibile sequestro i proventi illeciti del coniuge... Di fronte alle contestazioni specifiche di tali circostanze ha detto, con dichiarazioni che suscitano solo ilarità, di avere effettuato prelievi per sostenere le spese di famiglia». Pierr Di Maria, prosegue il gip, potrebbe tentare di condizionare Duilio Poggiol i l'inchiesta se tornasse in libertà, contattando «personaggi che, per prestigio e autorità, possono interessarsi del processo». Lo ha già fatto, ricorda Laura Triassi, che nell'ordinanza cita un episodio significativo: il sequestro di un'agenda trovata nella 24 ore di Duilio Poggiolini al momento del suo arresto in Svizzera. In una pagina il potente dirigente del ministero della Sanità «impartiva direttive alla moglie indicando ai fini suddetti le personalità da avvicinare». Buona parte dell'ordinanza è dedicata alla tragedia del figlio cerebroleso di Pierr Di Maria. Senza l'assistenza della madre potrebbe morire, hanno detto gli avvocati e la stessa |Mk moglie di Poggioli- ni. Il magistrato, però, non è d'accordo. «Al di là delle considerazioni sul fatto che la legge non consente di adottare per la Di Maria trattamenti diversi da quelli riservati ad altri detenuti, pare a questo giudice che le nefaste prospettazioni difensive non siano aderenti alla realtà». A Giovanni Mohroff, il figlio tetraplegico della signora Poggiolini, «è stata assicurata un'idonea assistenza... Né risultano segnalate situazioni di difficoltà o preoccupazione, di guisa che non vi sono motivi per ritenere la presenza della madre indispensabile alla vita del Mohroff». Il giudice per le indagini preliminari lancia anche pesanti accuse contro Pierr e i suoi avvocati: «I bisogni dello sfortunato giovane sono stati enfatizzati, al punto da trovare ampia risonanza giornalistica, a sostegno delle istanze in esame... Ciò adombra ulteriormente la negativa personalità della Di Maria». Il no alla scarcerazione della moglie di Poggiolini non è l'unica tegola piovuta sul capo della coppia accusata di avere intascato tangenti miliardarie. Ieri il presidente dell'Associazione politrasfusi italiani, Angelo Magrini, ha consegnato al procuratore della Repubblica, Agostino Cordova, un dossier sugli emoderivati a rischio. Dopo la deposizione di Magrini i giudici si sono recati in carcere per interrogare ancora una volta Duilio Poggiolini. Fulvio Milone Duilio Poggiolini

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