Juventini e viola uniti
Juventini e viola uniti Juventini e viola uniti FIRENZE. Gesti di affetto e di solidarietà per la squadra viola nel giorno dell'addio al suo presidente. Le si sono stretti attorno i vertici del calcio italiano, ma anche Boniperti, Berlusconi e decine di club. E Firenze, per la prima volta, applaude quelli che considerava i suoi «nemici». Applausi convinti ai dirigenti del Milan, una stretta di mano, ideale, anche a Boniperti. La sua proposta per organizzare una gara amichevole fra le due squadre per la rappacificazione non trova adesioni fra i club della curva fiorentina, ma resta la determinazione di Boniperti e quella di Vittorio Cecchi Gori che domenica sera avevano confermato la volontà di chiudere la polemica. E la Fiorentina sta pensando di invitare i bianconeri ad un quadrangolare dedicato al suo presidente scomparso, in agosto. Commosso anche Berlusconi che ha raggiunto la signora Valeria, moglie dello scomparso presidente, anche nel cimitero di Soffiano. Il presidente del Milan si è intrattenuto a lungo con la vedova: «Signora, la prego di essere mia ospite il prossimo anno, nella tribuna d'onore di San Siro, per Milan-Fiorentina». [a. r.j la, abbastanza analoga, di pochi mesi più tardi che è costata il posto ad Aldo Agroppi, benservito in quattro e quattr'otto. E, ancora dopo, con la débàcle che ha sprofondato i viola nella serie cadetta. Il giglio che non se la vede più con la Juventus ma che deve tribolare con Modena e Acireale Football Club? Roba da rivoluzione. Invece, Firenze da quel suo patron scanzonato e fatalista ha accettato tutto, e gli ha tutto perdonato. Non c'è nulla di irrimediabile: torneremo in serie A e proprio contro i «gobbi» di Torino ci riprenderemo za è subito evidente. Come si faceva a non accorgersi di «Marione» che riempiva le telecamere, la tribuna d'onore, gli spogliatoi? Difficile non notare una personalità che aveva il carattere per farsi rispettare ma che - contemporaneamente - preferiva la pacatezza, la sobrietà, i toni riflessivi, per nulla carichi di polemica o di ostilità. E questo, anche nelle circostanze dove è più facile strepitare, come in occasione della querelle fra lui, il figlio e Gigi Radice, allenatore di rango eppure licenziato all'improvviso sui due piedi o quel¬ quelle soddisfazioni che ci sono venute a mancare. Parola... Dicevano così, a Firenze, nella piazza gremita, davanti alla basilica di Santa Croce, la chiesa dei «Sepolcri» di Ugo Foscolo, lucida per alcuni restauri già finiti e ancora livida per dei restauri che non sono ancora iniziati. Ricordi e magone, lo striscione «ti penseremo» e la bandiera a lutto esposta sul balcone della società di piazza Savonarola. Venticinquemila ai funerali: tifosi, le squadre al completo della Fiorentina fino ai piccolissimi pulcini, i presidenti della Federcalcio e della Lega Matarrese e Nizzola, gli ex allenatori viola Valcareggi, Agroppi, Chiappella. L'arcivescovo Silvano Piovanelli ha benedetto la bara. Il sindaco della città Giorgio Morales è arrivato accompagnato dal gonfalone della città, dagli araldi e dalle trombe chiarine, secondo un privilegio che viene riservato soltanto a pochi grandi. La parlata di Mario Cecchi Gori era rimasta quella con la h aspirata dei fiorentini, con la cantilena che si impara lungo l'Arno e che, una volta acqui¬
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