Jervolino: ho la testa dura non butto 1500 miliardi

Jervolino: ho la festa dura non butto 1500 miliardi Jervolino: ho la festa dura non butto 1500 miliardi rali obbligano a fare, a pensare un po' più in fretta. Non abbiamo davanti a noi tutti i tre anni e mezzo di questa legislatura; forse, è rimasto qualche mese. E, nel giro di poche settimane, bisognerà arrivare al dunque e ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità». Dunque, la parola d'ordine non è più prendere o lasciare, accettare questa riforma così come l'ha pensata il Senato o rinunciarvi per l'ennesima volta. Pare di capire che chi ci ha lavorato in questa prima fase parlamentare adesso è disponibile ad emendamenti. «Un ministro dev'essere umile. Fino in fondo. Era immaginabile che una riforma attesa da 70 anni e che traccia il percorso futuro degli studi per i nostri ragazzi aprisse un vasto dibattito. Sono la prima ad essere contenta che si parli di scuola, alle Camere e nel Paese. Perché, di solito, registriamo il caso oppo¬ Aureliana Alberici, che ha seguito la riforma per il pds sto: i problemi dell'educazione cadono nel disinteresse più generale, a partire da quello dei mass-media. Allora io dico: discutiamo pure fino all'ultimo momento, confrontiamo le tesi, perché è un fatto molto positivo. Ma le discussioni non possono essere finalizzate a non fare nulla. I giochini ostruzionistici a me non piacciono e non servono a nessuno». Fra i critici della riforma, c'è chi lamenta l'eccessiva macchinosità di applicazione della legge così com'è stata votata dal Senato. Pare che occorrano successivi provvedimenti in quasi tutte le materie; 100 accordi di programma con le Regioni; 10 decreti ministeriali... «Oggi, abbiamo una legislazione scolastica molto rigida. Un esempio: la riforma della scuola elementare ha introdotto la lingua straniera obbligatoria nel secondo Il ministro Rosa Jervolino ciclo. Dovevo bandire il concorso per i nuovi maestri e mi sembrava coerente prevedere una prova di lingua straniera. Per farlo, ho dovuto attendere che si pronunciasse l'intero Parlamento! Lo spirito della riforma delle superiori, ben compreso dal Senato, è quello di consentire i prossimi passi senza ulteriori indugi. Una vita della scuola codificata solo con le leggi è una vita che non cammina...». Ma il coinvolgimento delle Regioni e degli Enti locali è proprio uno degli scogli che incontra ora il dibattito alla Camera. Da un lato, la valanga di emendamenti del movimento sociale mira ad impedire la collaborazione, dall'altro la Lega punta ad un decentramento quasi totale. «Anch'io sono regionalista, ma non voglio deflagrare lo Stato». Però la Lega, che al Senato al votato la riforma, minaccia il suo no alla Camera. «La Lega ha dato un contributo costruttivo. Mi auguro possa continuare. Anche da parte delle altre forze politiche. Senza questa riforma, subito, diventiamo penultimi in Europa. Non possiamo riconsegnare all'Erario i 1500 miliardi faticosamente cercati nelle pieghe del bilancio». |m. tor.)

Persone citate: Aureliana Alberici, Jervolino, Rosa Jervolino

Luoghi citati: Europa