E l'onorevole si aumenta lo stipendio

Un progetto per i parlamentari di domani: indennità dimezzata dalla prossima legislatura Un progetto per i parlamentari di domani: indennità dimezzata dalla prossima legislatura E l'onorevole si aumenta lo stipendio Un milione al mese in più, «per il fondo pensione» ROMA. La notizia scoppia alle tre e mezzo del pomeriggio, con il fascino irresistibile degli eventi surreali: «I parlamentari si sono aumentati lo stipendio di un milione al mese». A rivelarlo è la Cisl Tesoro, in un comunicato fitto di cifre e paroloni: «Assurda decisione», «disprezzo del buon senso», «in un momento di grave crisi», «iniqua iniziativa». I numeri, dicevamo: «L'indennità mensile passa da 14.077.985 a 15.250.322 lire, con decorrenza 1 luglio 1993». Stupore. Incredulità. Sgomento. «Un ottimo modo per aumentare la nostra popolarità già alle stelle», ride per non piangere il segretario liberale Costa, uno dei pochissimi a fiatare. Montecitorio accoglie la botta con l'indifferenza di tutti i lunedì. Qualche deputato in aula a parlare di agricoltura con il ministro Diana, Sgarbi a passeggio nei corridoi, il cossighiano D'Onofrio davanti a un caffè: «Più soldi? - dice -. Non me ne ero accorto. In busta ho sempre i soliti otto milioni, otto milioni e due. Scusatemi, scappo: vado a controllare». Da una porta semiaperta spunta il fornello di una pipa, seguito a debita distanza dal vicepresidente della Camera, il socialista Labriola. «Un aumento? Non mi risulta. E se non risulta a me, che faccio parte dell'ufficio che deve deliberarlo, vuol dire che quest'aumento non c'è proprio stato». Come stuzzicata dalle perplessità di Labriola, PALERMO. Dopo aver messo sotto inchiesta per associazione mafiosa Giulio Andreotti, ieri sera a 13 giorni dalle elezioni amministrative Gian Carlo Caselli ha pronunciato una durissima requisitoria contro i politici italiani. Li ha accusati di essersi per tanto tempo assicurati «una perenne autoassoluzione». Il procuratore della Repubblica di Palermo l'ha fatto tenendo la prolusione all'ottavo corso di formazione politica del Centro dei gesuiti «Arrupe» diretto da padre Bartolomeo Sorge, presente il cardinale Pappalardo. Caselli ha detto: «Siamo nel caos. Una delle cause principali è la crisi profondissima che il controllo di legalità ha dovuto vivere». E ha citato casi di leggi che in realtà sono state «messaggi per il consenso sociale come l'ultima sulla droga» e altre varate per sostanzialmente «depotenziare» e «rendere meno efficace il controllo di legalità». [a. r.] LA RIFORMA INCOMPIUTA PROMA ER la scuola italiana doveva essere il grande giorno. Dopo tanti rinvìi, l'assemblea della Camera avrebbe dovuto iniziare oggi l'esame del progetto di riforma della media superiore, varato dal Senato due mesi fa. Ma l'ultimo siluro è venuto dal... Sisde. Sì, proprio l'intervento di Carlo Azeglio Ciampi a Montecitorio sullo scandalo degli 007 italiani ha imposto, di fatto, l'ennesimo rinvio. E, con la Finanziaria in arrivo da Palazzo Madama, tutto rischia di finire sulle sabbie mobili e di arenarsi nelle secche dei «vedremo». Anche perché, a Finanziaria approvala, incombono le urne anticipate e, di conseguenza, la fine della legislatura. L'ultima vera riforma della scuola superiore in Italia è del '23, ministro Giovanni Gentile. E, pressoché con quell'impianto, il Paese si presenta oggi all'appuntamento europeo. Guardando al solo obbligo scolastico, con i nostri 8 anni di frequenza, «siamo penultimi fra i Paesi Cee: dopo di noi, la Turchia», ricorda il sottosegretario Giuseppe Matulli. Eppure, al Senato, il testo che prevede l'innalzamento dell'obbligo ai 16 anni e cambia fisionomia ai licei e agli istituti professionali era passato con una maggioranza schiacciante: «sì» da democristiani e pidiessini, da socialisti, socialdemocratici, Lega, Verdi, Rete; voto contrario solo da Rifondazione comunista, missini e repubblicani, mentre il pli s'era astenuto. A spezzare il coro favorevole delle dichiarazioni positive c'era soltanto qualche pedagogista cattolico. Oggi, i leghisti non ci stanno più e pretendono una regionalizzazione spinta dei poteri di governo del sistema scolastico per tornare sulla loro posizione di Palazzo Madama. Ai Verdi non piace il matrimonio tra sindacati confederali e Confindustria a sostegno della riforma e avvertono, per bocca del capogruppo Vito Leccese: «Sarebbe un errore madornale accettare la ratifica dell'intesa; non si comprendono i motivi per i quali Montecitorio dovrebbe limitarsi in tempi rapidi ad approvarla così com'è». Per lo stesso motivo, si arrabbia Nando Dalla Chiesa, della Rete: «E' per lo meno discutibile che la richiesta per un iter accelerato sia venuta dalla Confinduslria». Anche il psdi spara a zero, lanciando strali contro il «troppo zelo» di Rosa Russo Jervolino, ministro della Pubblica Istruzione e contro l'asse dc-pds, concordato, a suo avviso, a Palazzo Madama dai senatori scudocrociati con quelli della Quercia guidati da Aureliana Alberici. Come :;e non bastasse, ci si sono CASELLI milione in più avrebbe cambiato destinazione: non le tasche degli onorevoli, ma il loro fondo-pensioni. A questo scopo gli uffici di presidenza votavano all'unanimità l'aumento dello stipendio e quello, contestuale, delle aliquote contributive: dal 7,60 all'8,60 per cento. Una decisione passata pressoché inosservata e tornata a galla solo ieri, quando l'aumento è stato notificato al ministero del Tesoro, perché provveda ad adeguare lo stipendio degli europarlamentari. Si riaffaccia la pipa di Labriola: allora, onorevole, non era lo stipendio. Vi siete aumentati la pensione. «Non parlerei di un aumento, ma di un consolidamento». Le parole cambiano, ma la morale resta: il parlamento si cautela in vista dei tempi bui. Rimpinguando il fondo-pensioni, sarà infatti minore la cifra che gli «onorevoli» non più rieletti dovranno corrispondere per raggiungere il tetto minimo della pensione, tre milioni e mezzo circa al mese. Non solo. E' già pronta anche la beffa per i «nuovi» che verranno: una proposta di legge per dimezzare l'indennità parlamentare della prossima legislatura. «L'ho presentata io», sogghigna D'Onofrio. «Con i collegi più piccoli si abbassano anche le spese. E poi che bisogno ne avranno? Il prossimo sarà un Parlamento di santi, no?». Massimo Gramellini BRESCIA. Daniele Minuti, di 17 anni, figlio di Donatella Di Rosa è stato interrogato per tre ore dai sostituti procuratori Roberto Di Martino e Francesco Piantoni, i due magistrati bresciani che hanno riaperto le indagini sulle strage di piazza Della Loggia dopo le rivelazioni della stessa Di Rosa. Il ragazzo è stato accompagnato a Brescia dai carabinieri che sono andati a prenderlo nella sua casa di Pasian di Prato (Udine) dove vive da solo dal momento dell'arresto della madie e del patrigno, il tenente colonnello Aldo Michittu. Danieli Minuti era accompagnato dalla nonna materna, Annamaria Carminati, che abita a Brescia. Non si sa esattamente il motivo per cui gli inquirenti bresciani hanno ritenuto di doverlo ascoltare. Si ritiene però che abbiano cercato qualche riscontro nei suoi ricordi, alle affermazioni della madre e del patrigno, relative in particolare ai presunti incontri che i due avrebbero avuto con l'estremista nero Gianni Nardi. [Ansa] IN ITALIA E ALL'ESTERO ITALIA DEPUTATI 183 MILI0NI SENATOR! 183 MILI0NI inoltre 45 milioni di indennite portaborse e altri benefit (viaggi gratis, pensione, gettoni di presenza per le Commissioni) FRANCIA SENAT0RI 235 MILIONI DEPUTATI 218 MILIONI inoltre indennita speciali per chi fa parte delle Commissioni GRAN BRETAGNA DEPUTATI 80 MILIONI PRIM0 MINISTR0 195 MILIONI MINISTRI 162 MILIONI S0TT0SEGRETARI 132 MILIONI LEADER DELL'OPPOSIZIONE 153 MILIONI inoltre: 95 milioni per costi di ufficio; 26 milioni per la casa a Londra GERMANIA PARLAMENTARI 186 MILIONI STATI UNITI DEPUTATI E SENATQRI 219 MILIONI PRESIDENTE DELLA CAMERA 282 MILIONI MINISTRI 236 MILIONI