«Pronto a fermare la prova» di Renato Ambiel

«Pronto q fermare la prova» «Pronto q fermare la prova» «Farò piena luce su questa vicenda» IL MINISTRO IL MINISTRO PAGANI INOVARA L ministro delle Poste Maurizio Pagani ha trascorso il fine settimana nella sua città, come fa abitualmente. E ieri mattina, quando ha aperto L'«Indipendente», è trasalito. Colpa del servizio dedicato a un concorso alle Poste per il quale si conoscerebbero già i vincitori, naturalmente raccomandati. Un servizio documentato, corredato di nomi e cognomi e a fianco i «padrini». Ministro, qual è stata la sua prima reazione? «Di questo concorso leggo sull'Indipendente. Quanto sta scritto costituisce indubbiamente "notitia criminis". Appeno rientrerò al ministero vedrò di accertare quali sono gli elementi di verità. Accerterò la regolarità del concorso e se sarà il caso lo sospenderemo immediatamente». Il caso trae origine da due interrogazioni che sono state presentate da parlamentari missini. «Francamente non le conoscevo, ma succede: spesso le interrogazioni sono portate a conoscenza dei ministri attraverso gli organi di stampa». L'elenco dei raccomandati è molto dettagliato e comprende anche gli «sponsor» di ciascun candidato. «Ripeto, non sono a conoscenza di questa documentazione che mi meraviglia molto. Per fortuna non c'è il mio nome. Vorrò vederci chiaro, ma penso proprio che questo concorso lo sospenderemo». Lei regge le Poste da sedici mesi. Il concorso è stato bandito due anni fa dal suo predecessore Vizzini? «Non lo so, dovrei controllare, ma l'indizione dei concorsi è una cosa automatica che sfugge al controllo di un ministro. Per quanto mi riguarda mi sono impegnato ad esaurire entro il 31 dicembre prossimo tutti i concorsi in atto affinché il nuovo ente delle Poste nasca senza alcuna pendenza in atto». Da qualche tempo il ministero dello Poste è nell'occhio del ciclone. Come lo spiega? «Con le due operazioni che stiamo portando a termine. Il riassetto delle telecomunicazioni con la cessione dei telefoni di Stato all'Iritel, e la trasformazione delle Poste in ente pubblico economico. Il ministero sarà escluso dalla gestione di qualsiasi potere. Si trasformerà in ente di programmazione e controllo. Da 240 mila dipendenti si ridurrà a 1300. Vuol dire smantellare una delle roccaforti di un certo modo di gestire il potere. Forse qualcuno non è d'accordo». Non sarà un'operazione indolore comportando una riduzione di 22 mila posti di lavoro in due anni. «Non ci saranno licenziamenti o prepensionamenti, ma un blocco parziale del turn over. La popolazione postale ha un'età media molto elevata quindi le proiezioni dicono che questa riduzione è possibile senza traumi o carichi per lo Stato». Dovete ridurre i posti e assumete nuovo personale? «Ritengo si tratti di un concorso interno per avanzamento di carriera, aperto anche agli esterni, più che di nuove assunzioni. Eppoi era già in atto da due anni. Va portato a termine». Renato Ambiel Il ministro Pagani

Persone citate: Maurizio Pagani, Vizzini