«Fu la mafia a uccidere Calvi» di Fabio Galvano

«Fu la mafia a uccidere Calvi» Il protagonista di una clamorosa rapina a Londra rivela la nuova «verità» «Fu la mafia a uccidere Calvi» Le «prove» in una cassetta svuotata dai ladri LONDRA. Una nuova pista, che scaturisce da una clamorosa rapina londinese di sei anni fa, collegherebbe la mafia all'uccisione di Roberto Calvi, trovato impiccato sotto il ponte di Blackfriars nel 1982. Le prove sarebbero schiaccianti; e la polizia italiana, secondo quanto rivela il quotidiano domenicale «Mail on Sunday», non avrebbe più dubbi. Il «banchiere di Dio», rifugiatosi a Londra dopo il crollo del Banco Ambrosiano, sarebbe stato ucciso da elementi mafiosi stabiliti da tempo in Inghilterra per ordine di un boss di Roma. Due magistrati italiani, venuti nelle scorse settimane in Inghilterra per interrogare numerosi carcerati, avrebbero anche raccolto in collaborazione con Scotland Yard elementi decisivi per risolvere altri misteriosi delitti. A mettere gli inquirenti su quella strada sarebbe stato Valerio Viccei. Ora in carcere in Italia, dove sconta una condanna a 35 anni inflittagli da un tribunale di Londra, egli fu protagonista nel 1987 di una clamorosa rapina a un deposito di sicurezza di Knightsbridge, una delle zone più eleganti di Londra. Il colpo fruttò, a seconda delle valutazioni, fra 100 e 150 miliardi di lire. Fra le decine di cassette svuotate ce ne sarebbero state due appartenenti a Calvi e al «barone della droga» Francesco Di Carlo. Viccei avrebbe recuperato da quelle cassette di sicurezza documenti che, secondo il giornale inglese, intenderebbe ora barattare con una riduzione della pena. Le rivelazioni del rapinatore, secondo il «Mail on Sunday», sarebbero state fatte all'ispettore Dick Leach dilla squadra volante di Scotland Yard, che segue ancora quella vicenda. Questi, a sua volta, ha subito informato gli inquirenti romani. I magistrati venuti a Londra hanno interrogato tutti i complici di Viccei attualmente in car¬ cere. Essi hanno anche raccolto la deposizione di Nezar Hindawi, un palestinese tristemente passato all'onore delle cronache per avere introdotto una pacco di esplosivo nella valigia della fidanzata inglese nella speranza di fare esplodere in volo un aereo della El Al. Hindawi, infatti, spartiva la cella con Viccei prima che il rapinatore fosse trasferito in Italia. Dalla rete d'interrogatori, in Inghilterra e in Italia, non sarebbe ancora emerso il nascondiglio esatto dei documenti. Ma ci sarebbero tali precisi riferimenti sui loro contenuti, da parte dei complici di Viccei, da far ritenere che essi esistano veramente e non siano un'invenzione del rapinatore. Quello che nessuno è in grado di precisare, per ora, sono i contenuti precisi dei documenti sul caso Calvi; se confermino cioè l'ipotesi di sue minacce di ricatto al Vaticano e a Licio Gelli; né se coinvolgano direttamente Francesco Di Carlo. Ma si sa che gli altri documenti avrebbero fornito piste decisive su altri due omicidi. L'antiquario milanese Sergio Vaccari fu ucciso a coltellate, nel 1982, nel suo appartamento londinese. Jeannette May, una graziosa inglese che frequentava la buona società londinese e il cui nome figurava sovente nelle cronache mondane, fu invece trovata uccisa nel novembre 1980 poco lontano da Roma, con la sua amica Gabriella Guerin. Ora i due casi potrebbero essere riaperti. Fabio Galvano Roberto Calvi «banchiere di Dio» trovato impiccato a Londra sotto il ponte dei «Frati neri» nel 1982