I ribelli dc contro Scalfaro

4. Fermento tra i senatori, metà scudocrociato dissente sulle elezioni anticipate I ribelli de contro Sculfaro «No al voto», ma Martinazzoli frena ROMA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ribolle e schiuma di rabbia la de che non vuole le elezioni. Ce l'ha con Oscar Luigi Scalfaro e 10 dice apertamente. «Non con una lettera anonima», tiene a precisare il senatore Cesare Golfari (ex presidente della giunta regionale della Lombardia). Perché la guerra di mezza de contro il Presidente della Repubblica, reo di volere le elezioni anticipate, ha ora anche 11 suo manifesto. Due pagine che da venerdì circolavano al Senato su carta intestata del gruppo de e che erano considerate anonime. Invece, assicura Golfari, sono opera del senatore Giuliano Zoso, che non ha alcuna intenzione di nascondersi. Tanto che questa sera le illustrerà e le farà discutere al¬ la riunione del gruppo democristiano del Senato. Insomma, lo scontro è ufficiale e questa sera sarà il momento della conta. I de restii a sottoporsi all'esame del voto attaccano Scalfaro accusandolo di cercare l'appoggio del pds. La de «vera», quella di Martinazzoli, come l'ha definita il presidente del Consiglio nazionale Rosa Russo Jervolino, tenterà di fermare l'armata dei ribelli prima che il conflitto emerga con maggior clamore nelle aule del Parlamento. Domani pomeriggio, infatti, comincia alla Camera il dibattito sulle interpellanze presentate da tutti i partiti sullo scandalo dei servizi segreti. Il presidente del Consiglio, Ciampi, risponderà per il governo cercando di tener fuori dal dibattito il Presidente della Repubblica. Ma l'occasione è d'oro per quanti sperano di allontanare le elezioni mettendo in difficoltà Scalfaro. «Le elezioni politiche sulle ali del pds, verso le quali stiamo andando con quello che è parso l'avallo del Quirinale, possono rendere irrisolvibile la crisi italiana» sostiene il sen. Golfari. Il segretario Martinazzoli, al momento, ha respinto l'invito di Bossi e Occhetto ad aiutare Scalfaro a sciogliere le Camere. Ma potrebbe averlo fatto per fronteggiare meglio la de che le elezioni non le vuole, con una resistenza che appare sempre più disperata e plateale». Molto si deciderà in questa settimana. Mercoledì il Senato e giovedì la Camera voteranno il disegno di legge costituzionale che prevede di far votare gli italiani all'estero. Il provvedimento, per essere appro- vato, ha bisogno della altissima maggioranza dei due terzi. Se non la ottiene si allungano i tempi di tre mesi favorendo il progetto di quanti non vogliono le elezioni a primavera. Per questo si fa avanti anche l'ipotesi di affondare questa legge con un netto «no», come un relitto pericoloso per la navigazione verso lo scioglimento delle Camere, se si capirà che non la si vuole approvare con la maggioranza prescritta. E poi, venerdì, il Senato dovrebbe approvare la legge finanziaria e i provvedimenti collegati per trasferire il tutto alla Camera. La resistenza dei nemici delle elezioni si manifesta con uno stillicidio di assenze che fa mancare il numero legale in aula, allungando i tempi. Entro la settimana la legge sul voto agli emigrati Ma il varo è a rischio Oscar Luigi Scalfaro

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