Ad scontro fra due anime di Gigi Padovani
I Ad, scontro fra due anime E il pds rilancia il «modello Castellani» LA SVOLTA DELLA MOLE OTORINO UANTI imbarazzi, quante indecisioni, quanti incontri ravvicinati un po' strani ieri mattina nel laboratorio politico Torino. In molti hanno avuto un dubbio: andare da Segni & Amato oppure farsi vedere nella sala di semi-periferia all'incontro (pubblico) convocato da Sergio Chiamparino, segretario provinciale del pds, per rilanciare e allargare il "artello che ha eletto sindaco Valentino Castellani? Il caso ha voluto che i due incontri fossero concomitanti. E così il gruppo di Alleanza democratica - che insieme con pds e Verdi sostiene la giunta - si è diviso: mentre Elsa Fornero Deaglio e Giorgio Rosenthal (due consiglieri di formazione liberal-democratica) erano da Segni, Mauro Marino (di provenienza repubblicana) ha preferito la tavola rotonda con il pds. Altri non si sono fatti vedere. Ma c'erano altre anomalie. Nel salone del quartiere San Donato si sono visti insieme i nemi- ci del voto di giugno: Novelli e Castellani, anche se separati da diverse file di poltrone, così come l'ex deputato dei Verdi del No, Laura Cima, e l'assessore all'ambiente Gianni Vernetti (Verdi del sì). Non mancavano sindacalisti, rappresentanti di Rete e di Rifondazione, insieme con intellettuali supporter del sindaco come Gianni Vattimo, Arnaldo Bagnasco, Gian Enrico Rusconi. Chiamparino è stato l'anima di questa giornata: l'ha voluta, organizzata, cercherà di portarla a una conclusione politica in vista delle elezioni. Lo scopo dichiarato è rilanciare il «modello Castellani», per far nascere «una sinistra credibile anche per l'elettorato moderato». Il segretario del pds torinese è pronto a presentarsi alle urne senza il simbolo della Quercia, «almeno nei collegi uninominali - precisa - se non per quelli con il metodo proporzionale». Allora, come è andata, Chiamparino? «Il nucleo Castellani è un punto di partenza, ma non può limitarsi a quelle forze, lavoreremo ancora, nella convinzione che comunque un centro politico ci sarà sempre, ma nella speranza che sia più piccolo della sinistra». Torna a riaffacciarsi il fantasma dell'unità delle sinistre? E' la paura dell'ala verde dello schieramento (Vernetti: «il pds è contraddittorio, non siamo mica come gli indipendenti di sinistra d'un tempo»), ma anche del sindaco. Il professor Valentino Castellani, strappato al Politecnico per occuparsi dei problemi della città, sorride quando si fa riferimento al suo nome come a un modello. «Mi auguro che l'esperienza fatta con il polo progressista nato a Torino - dice - si estenda a Genova, Roma, Trieste». Imbarazzo per la presenza in sala di Novelli? «No, ma voglio chiarire che il mito dell'unità della sinistra appartiene al passato, significa riconsegnare l'Italia alla Lega». E aggiunge, polemico: «Nel pds ho visto troppe incertezze a far partire questo progetto, si poteva inco- minciare prima, dobbiamo tornare allo spirito con il quale nacque il cartello per il sindaco». Diego Novelli non perde l'occasione per rilanciare le accuse della sua campagna elettorale contro l'avversario-professore. «Marmellata», era l'epiteto di allora. Nella s;>la non l'ha detto, ma al telefono s'infervora: «Come si fa a pensare di riprendere i voti dei leghisti che scelsero Castellani a giugno? Quel modello è irripetibile, vale solo con il doppio turno. Noi lavoriamo alla creazione di un polo di sinistra nel quale non si può buttare via il 14 per cento di Rifondazione. Torino ha una sua specificità operaia, come ha detto il sociologo Bagnasco nella sua introduzione». E lo stesso Arnaldo Bagnasco sembra un po' perplesso: «C'è l'esigenza di rimescolare le carte della politica italiana». Più di così, non si poteva. La spaccatura del gruppo di Ad potrebbe già domani creare problemi in Comune. Chiamparino va avanti: insieme con un ex sindacalista della Cisl, Bruno Manghi, è pronto a riconvocare tutti per stilare un documento. Poi, si vedrà. Gigi Padovani Anche Novelli in sala «Uniamo la sinistra» Valentino Castellani, sindaco di Torino
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