UNA GELOSIA FINE '800 NELLA ROMAGNA DI ORIANI

UNA GELOSIA FINE '800 NELLA ROMAGNA DI ORIANI UNA GELOSIA FINE '800 NELLA ROMAGNA DI ORIANI di scapigliati e veristi, scopre la sua misura più congeniale, quella di «un Maupassant faentino, provinciale ma autentico», come lo fotografa Antonia Arslan nella premessa. Gelosia è un romanzo di consumo giocato su un classico tema ottocentesco, il triangolo amoroso, dove però il colpevole non è la donna, sciocchina e immatura, ma l'adultero, «scarso d'ingegno e fiacco di carattere». La stona, immersa in un ambiente di provincia disegnato per scorci rapidi ed efficaci Faenza, cittadina peraltro mai nominata -, ha un respiro gelido e asfissiante, a parte qualche scena di maniera. Mario Zanetti, un bel ragazzo «biondo e roseo», praticante nello studio dell'avvocato Filippo Buonconti, è attratto dalla «leggerezza incantevole» della sua giovane moglie, Annetta, una «donnina spensieratamente egoista» che lo avvolge col suo allegro cicaleccio. Nasce una tresca che tutti sospettano UN ottimo lavoro di ebanisteria narrativa». Così Giorgio Manganelli definì Gelosia, un romanzo di Alfredo Orfani pubblicato nel 1894 e ora riproposto dall'editore Lombardi con una breve introduzione di Enzo Mandruzzato, dopo l'edizione Vallecchi del '71 e quella economica di Mursia dell'87. Aspro e scontroso, ribelle e anarcoide, lo scrittore romagnolo, scomparso nel 1909 a cinquantasette anni, ottenne un successo postumo grazie a Mussolini, che vide in lui un «astro luminoso», anticipatore del fascismo, e ne promosse la pubblicazione dell'intera opera. Al di là dei saggi storico-politici, imbevuti di nazionalismo, Oriani raggiunge i risultati migliori nella narrativa. Quando riesce a liberarsi dal gusto del romanzacelo popolare e usa un linguaggio grigio e asciutto, lontano dai toni alti di D'Annunzio e filtrato dalla lezione Philip K. Dick Un oscuro scrutare Cronopio, pp. 411, L. 30.000 Una droga misteriosa invade il mercato califrrniano, seminando follia, morte e percezioni più profonde. Un agente della narcotici la prova e ne svela i meccanismi solo dopo essere sprofondato nell'assuefazione. Per indagare usa una «tuta disindividuante» che lo nasconde e gli permette di spiarsi nella nuova condizione da drogato. Scritto nel '77 (cinque anni prima di morire), mescola la nostalgia dei replicanti con personali viaggi «lisergici». Traduzione e postfazione (un po' troppo cervellotica nel complicare ciò che è limpido e affascinante nella prosa di Dick) di Gabriele Frasca. tranne il marito, cinquantenne tranquillo e bonario, legato ai riti borghesi, la casa di campagna, la pipa, il sonnellino. Dopo una serie di convegni segreti, Annetta rimane incinta e suscita la felicità dell'avvocato, che dopo due anni di matrimonio sogna di avere un figlio. Nasce una bambina e la madre, durante il parto, rischia di morire per una febbre puerperale. Tornata in salute, ha un atteggiamento freddo e distaccato nei confronti dell'amante che, «come tutti i gelosi, avrebbe voluto lasciare sulla donna la propria impronta, cristallizzandola nella adorazione di se stesso». Mentre l'avvocato, con la sua abilità e fermezza, acquista prestigio e stima presso i notabili della città sfruttando a proprio favore i conflitti politici tra radicali e moderati, Mario, abbandonato da Annetta e dimessosi dal lavoro, sprofonda nel fallimento e nella disfatta. Bello il finale, con la scena dell'amante che si reca in incognito alla stazione per vedere l'ultima volta Annetta, diretta a Roma con la figlia e il marito, destinato a una carriera di deputato. Il tono speu trale e allucinato con «la linea nera dei vagoni» dietro la locomotiva i cui «occhi lampeggiavano di san gue» e la visione di lei in piedi die tro il finestrino, «appoggiata con una mano bianca al ferro della rete rigonfia di valigie», anticipa un al tro finale, quello di Rubé (1921) di Borgese. Un romanzo da rileggere, questo di Oriani, per la spietata radiografia della gelosia, che diventa sentimento di esclusione affettiva e so ciale in un giovane impotente e mediocre, privo di antidoti contro i veleni brutali della provincia. 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