E' la giacca che fa il telegiornalista? di Paolo Garimberti

Il direttore del Tg2 manda a cambiarsi la Foschini: che ne pensano i volti noti Rai e Fininvest Il direttore del Tg2 manda a cambiarsi la Foschini: che ne pensano i volti noti Rai e Fininvest E' la giacca che fa il telegiornalista? Da Berlusconi c'è addirittura una costumista ROMA. La rivoluzione del «look» annunciata dal neo-direttore del Tg2 Paolo Galimberti provoca commenti ironici o decisamente irritati tra i giornalisti Rai; in casa Fininvest, invece, nessuno si stupisce. Dietro l'episodio di Lorenza Foschini, spedita a casa a cambiarsi perché indossava una giacca giudicata inadatta dal suo capo, c'è una precisa filosofia. Spiega Galimberti: «Il look fa parte della tecnica tv che in Italia non ha mai contato nulla perché più della tecnica contava l'appartenenza partitica. Proprio per questo è giusto che da oggi si ponga più attenzione alla tecnica tv che al minutaggio e alla tessera. In Italia non esiste la figura del "producer" che altrove serve all'anchorman per avere una vita più facile e una migliore resa in video. In questo momento, per raggiungere questi scopi, sto facendo il "producer" dei miei giornalisti. Non capisco perché se sul video viene mostrata una cartina geografica sbagliata tutti insorgono e se si vede una cravatta storta nessuno deve farci caso». Insomma, dopo il caso Foschini (come cambiano i tempi: solo nell'estate del '92 un sondaggio di «Sorrisi e Canzoni» le aveva consegnato la palma della «più distinta» fra le giornaliste Rai, e lei giù a dare interviste su come sceglieva i suoi tailleur!), si prevedono molte altre metamorfosi, almeno nella squadra che dipende da Galimberti. E magari andrà pure a finire che i rinnovamenti del Tg2 influenzeranno le altre redazion. Forse i completi di Frajese diventeranno meno grigi; forse al Tg3 non si vedranno più giornalisti in jeans e colleghe in video senza un filo di trucco. Certo, le teorie di Galimberti non convincono tutti. «Sarebbe ora - sbotta Piero Badaloni - che i giornali la piantassero di. occuparsi di televisione in questo modo, dilatando fatti ed episodi assolutamente banali e secondari». Sulla stessa linea è schierata Tiziana Ferrano, che dell'argomento look non vuol neanche sentir parlare: «Non m'interessa esprimermi su un tema del genere». Maurizio Mannoni è più pragmatico. E anche più in linea col marchio Tg3: «Sono povero, posseggo solo due giacche, se m'imponessero dei cambiamenti d'abito non saprei proprio come fare. La Rai non ci passa soldi per curare il guardaroba con cui presentarci al pubblico... Certo, è sottinteso che chi deve andare in video a condurre il tg indossi una giacca e una cravatta. Se entri nelle case della gente devi perlomeno essere decoroso». Ma il direttore Curzi badava a queste cose? «Per niente». E Giubilo? «Non so, forse lui ci baderà un po' di più». E quali sono i giornalisti che Mannoni preferisce dal punto di vista del look? Risposta a doppio taglio: «Mi piacciono gli abiti Armani che indossa Santoro e che io non mi posso permettere». E tra le donne? «Sattanino e Berlinguer sono le più sobrie, le più eleganti: mi piacciono molto». Alla Fininvest i giornalisti sono amorevolmente curati da ima costumista che decide per ognuno gusto, taglio, colore dell'abito da indossare per la conduzione in video. Nessuno si sente offeso se gli si parla di vestiti. «Indosso abiti che poi vengono restituiti ai vari stilisti - dice tranquilla Cesara Buonamici -. In genere io preferisco il classico, le tinte unite, la qualità buona dei tessuti. Nessun direttore mi ha mai detto di cambiare una giacca, ma è mia cura presentarmi in un modo carino in video, in casa della gente». Sui colleghi Fininvest la Buonamici non ha da ridire («Vestono semplice, giacche scure, non vanno a cercare cose strane»), ma su quelli Rai... Certo, non è elegante fare nomi, però si capisce che alcune cravatte chiassose, alcuni fazzoletti che svolazzano fuori dai taschini, alla Buonamici proprio non vanno giù: «I giornalisti Rai o sono vestiti male o tendono a una ricercatezza che farebbero meglio a lasciar perdere». E le donne? «Mi piace Bianca Berlinguer: è vestita bene, con molta semplicità». Dello stesso parere è Lamberto Sposini, perseguitato, suo malgrado, dalla fama di bello del Tg5: «La differenza sta nel fatto che alla Rai ci si veste in proprio e qui si usa un guardaroba aziendale. Da noi c'è una cura maggiore per quest'aspetto del mestiere, dovrebbero fare lo stesso alla Rai, almeno dotare i giornalisti di qualche giacca d'emergenza per quando si deve andare in video senza preavviso». Sposini, che oltre al look Berlinguer, gradisce molto il tipo di conduzione del neo-acquisto Annalisa Spiezie, non risparmia una stoccata all'iniziativa di Garimberti: «Trovo un po' strano che un direttore appena insediato pensi a queste cose... Mi sarei aspettato altre decisioni: al Tg2 c'è altro da fare che far cambiare la giacca alla Foschini!». Secondo Didi Leoni, la bionda stile Marilyn che conduce spesso il Tg5 della mezzanotte, «nella vita si può andare in giro vestiti come si vuole, ma in video ci vuole più cura: non è carino presentarsi sciatti in casa della gente». E' quel che pensava anche Enza Sampò (da 37 anni in tv): «Un giorno mi arrivò una cartolina postale, c'era scritto che era vergognoso che una giornalista della Rai si permettesse di andare in video a braccia nude. Fino a quel momento non avevo mai subito nessuna censura, ma quella cartolina m'impose, inevitabilmente, una maggiore attenzione verso l'abbigliamento». Fulvia Caprara Paolo Galimberti: ma prima di tutto siamo giornalisti Marinoni: «Sì alla cravatta per rispetto della gente, ma non posso permettermi gli Armani di Santoro» Badaloni: solo sciocchezze J# si parla di vestiti. «Indosso abiti Piero Badaloni del Telegiornale Uno Lorenza Foschini, la telegiornalista «pietra dello scandalo»: il suo look è stato censurato dal direttore prima che andasse in onda. E' stata mandata a casa per cambiarsi d'abito Maurizio Mannoni del Tg3 A sinistra il nuovo direttore del Tg2 Paolo Garimberti. Sopra, Enza Sampò

Luoghi citati: Italia, Roma