Uno Zarevic per Eltsin di Cesare Martinetti

Revocate le elezioni di giugno per il nuovo capo del Cremlino: concludo il mandato Revocate le elezioni di giugno per il nuovo capo del Cremlino: concludo il mandato Uno Zarevic per Eitsin «Resto Presidente e allevo un delfino» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Seguendo un copione già sperimentato Boris Eitsin prima ha fatto circolare la voce e studiato le reazioni; poi è sceso in campo personalmente. Il risultato è l'annuncio fatto ieri ai direttori dei maggiori giornali russi: «Il 12 giugno non ci saranno elezioni presidenziali anticipate». Promesso per decreto nei giorni in cui era ancora incerto l'esito della battaglia con la Casa Bianca, il voto anticipato su se stesso rappresentava in qualche modo la contropartita che il Presidente intendeva offrire per bilanciare il colpo di mano con cui aveva sciolto il parlamento. A vittoria acquisita quella contropartita non serve più. Ma Eitsin, ieri mattina, si è spinto ancora più in là. Come aveva già detto altre volte, ha annunciato anche di non aver intenzioni di ripresentarsi candidato alla carica di Presidente della Russia per la seconda volta. «Tutti sanno - ha detto quanti colpi del destino ho dovuto subire. Per una sola persona sono troppi». Dunque il suo mandato (cominciato il 12 giugno 1991) scadrà a giugno 1996 e «sarà portato a termine». Ma come un monarca democratico che ha a cuore il destino del suo paese, Eitsin ha promesso che impiegherà questi tre anni per «trovare ed educare un nuovo pretendente alla carica». Ed ha ammonito: «Quelli che adesso cominciano a dire di voler diventare Presidente si sbagliano se pensano che sia facile». La svolta arriva in un giorno che non solo simbolicamente rappresenta un nuovo difficile passaggio nella storia della Russia. Oggi è infatti il 7 novembre, anniversario della Rivoluzione d'ottobre, fino a due anni fa la festa più sacra dello Stato. Ma, per la prima volta dopo 76 anni, oggi non sarà festa. I sindaci di Mosca e San Pietroburgo, Luzhkov e Sobchak, hanno vietato le manifestazioni. Ai nostalgici dell'Ottobre Rosso sarà concessa solo la possibilità di deporre fiori nei luoghi canonici della memoria. Già ieri gruppetti di anziani hanno posato piccole corone al mausoleo di Lenin sulla Piazza Rossa e sulle tombe dei padri dello Stato sovietico. L'atmosfera a Mosca è un po' tesa, e le autorità hanno fatto di tutto per impaurire la gente. Da giorni alla radio e alla televisione rappresentanti della polizia e delle forze dell'ordine hanno comunicato di temere disordini. Si è arrivati anche a dire che i difensori della Casa Bianca che sono riusciti a sfuggire al massacro e che si sarebbero dileguati dal Parlamento assediato attraverso i diversi collegamenti sotterranei, oggi avrebbero intenzione di organizzare una rivolta. E così, tanto per far capire che aria tira, le truppe dell'Interno con blindati e persino qualche carro armato hanno fatto ieri mattina un'esercitazione antisommossa nella zona Luzhniki, dove si trova lo stadio Lenin che nei giorni feriali ospita un grande «mercato delle pulci». Traffico bloccato ed esibizione di forza davanti a migliaia di persone. Il ministro dell'Interno Erin ha ripetuto l'allarme: «Secondo le nostre informazioni ci sarà chi tenterà di creare disordine: sappia che reagiremo con la forza». Le zone presidiate sono le solite: ovviamente la Piazza Rossa, dove anche oggi sarà consentito a singoli e piccoli gruppi deporre fiori, e la piazza Oktiabrskaja, da dove partì la rivolta il 3 ottobre scorso, alla vigilia del bombardamento della Casa Bianca. E proprio oggi scade il termine per la presentazione delle liste dei partiti che intendono partecipare alle elezioni parlamentari del 12 dicembre. La legge prevede che ogni lista sia «presentata» da centomila firme di elettori. Sono già pronte quelle del partito del vicepremier Shakrai, dell'economista Yavbsnkij, dell'ipernazionalista Zhirinovskij, del comunista Zhouganov. Baburin, leader dell'Unione popolare russa, ha denunciato il furto di 20 mila firme. In difficoltà per le firme sarebbe «Vybor Rossia», la scelta della Russia, il partito governativo guidato dal vicepremier Gajdar e considerato più vicino a Eitsin. Ma il Presidente, come dimostra anche la decisione di rifiutare elezioni presidenziali anticipate, sembra giocare sempre di più una partita solitaria, volando ben al di sopra della contesa elettorale. Ancora ieri mattina, un'ora prima della dichiarazione di Eitsin ai direttori dei giornali, Serghei Filatov, capo dell' amministrazione del Cremlino e autorevole candidato di «Vybor», aveva solennemente assicurato che il Presidente «aveva il diritto morale di cancellare le Presidenziali del 12 giugno, ma che per i suoi principi morali non l'avrebbe mai fatto». Cesare Martinetti Oggi, anniversario della Rivoluzione per la prima volta non sarà festa Vietati i cortei Si temono scontri E sono riapparsi i carri armati Esercitazione delle squadre speciali ieri nel centro di Mosca [foto reuterj

Persone citate: Baburin, Boris Eitsin, Gajdar, Lenin, Luzhkov, Serghei Filatov, Sobchak, Zhirinovskij

Luoghi citati: Mosca, Russia, San Pietroburgo