Salumi Raspini, la qualità fatta a fette

L'azienda piemontese, leader nel prosciutto cotto, lancia sul mercato nuovi prodotti INFORMAZIONE PUBBLICITARIA -, L'azienda piemontese, leader nel prosciutto cotto, lancia sul mercato nuovi prodotti Salumi Raspini, la qualità fatta a fette Nel paniere della bontà cotti e crudi «coi fiocchi» Alla Raspini si respira già aria di Natale. Nei capannoni del salumificio di Scalenghe si lavora a pieno ritmo per la preparazione dei prodotti tipici delle feste di fine anno: lo zampone e i cotechini. Ma quest'anno c'è una novità: accanto ai tradizionali piatti con zampone, cotechino e lenticchie, l'azienda piemontese propone lo stinco di prosciutto arrosto. Un piatto pronto nella busta di alluminio che si presenta come un'autentica rivoluzione: il prodotto non contiene il solito liquido di cottura (cioè acqua), ma un delizioso sugo di carne, che è il fondo di cottura dell'arrosto che si condensa in pentola. Una prelibatezza. Come gli altri prodotti del marchio Raspini. Si, c'è un filo conduttore comune che unisce i salumi che escono dallo stabilimento del Pinerolese: la costante ricerca della qualità. Quasi un chiodo fisso. Tutto comincia nel 1971, quando l'azienda, tra le prime del settore, vede riconosciuti gli standard di igiene e di sicurezza delle sue produzioni con l'autorizzazione dalla Cee ad esportare i propri prodotti. Poi, negli Anni Ottanta, sempre nel segno della qualità, si decide di rinunciare alla macellazione. Le carni vengono comprate da fornitori di fiducia e sottoposte ogni volta a rigidi controlli. Così si ottengono produzioni pregiate a costi contenuti. Con il risultato di rafforzare la posizione di Raspini sul mercato. E siamo agli Anni Novanta. Un decennio che si apre con una nuova sfida: fare della azienda piemontese un leader del mercato nazionale del prosciutto cotto. Nascono prodotti come il «Tartufone Gran Piemonte», un prosciutto cotto per palati esigenti: più saporito, più gustoso, è fatto con la coscia italiana migliore e arricchito, meglio, impreziosito, è il caso di dirlo, da una «grattata» di tartufo. D'Alba, naturalmente. Alta qualità, dunque. Ma anche efficienti verifiche sulla produzione . Questo perché alla Raspini, tra pochi salumifici in Italia, funziona un laboratorio chimico-microbiologico per il controllo della qualità e ricerca: lo dirige la dottoressa Tiziana Raspini. Qui si verifica il pregio delle carni fin dal momento in cui entrano nello stabilimento di via Piscina. Sono controlli continui ed accurati che investono tutte le linee di produzione. I dati delle varie analisi e accertamenti devono corrispondere ai severi parametri della qualità Raspini, solo cosi le carni e i prodotti passano alle fasi successive di lavorazione e la quantità di dati così ottenuta consentono il rispetto degli standard e favoriscono le attività di ricerca. Non sono molti i salumifici che possono vantare simili procedure. Ma non è questa l'unica partita che l'azienda di Scalenghe gioca nel nome della qualità. Tra le aziende promotrici del Consorzio salumi italiani, la Raspini si batte per una maggior informazione al consumatore e la valorizzazione del suino italiano. Il primo obiettivo punta a rendere più chiare le etichette che «accompagnano» salami e prosciutti. Troppo spesso, oggi, sono poco chiare. Resta difficile districarsi con facilità sulla composizione del prodotto, sulle percentuali di grasso, sulla conservazione. Il secondo mira a valorizzare un prodotto che è già ottimo, ma quasi nessuno lo sa. Ed è anche per raggiungere questi obiettivi che la Raspini si allarga. Da alcune settimane chi passa lungo la statale per Sestriere non può non notare il cartello che campeggia accanto allo stabilimento e che annuncia «l'amplia- mento della qualità». Si legge sotto l'inconfondibile marchio della ditta: «più spazio per farne di cotti e di crudi». E nel cantiere appena avviato presto troveranno sede anche venti nuove celle di stagionatura ad aria condizionata, completamente automatizzate. E' l'opera prevista dalla prima tranche dei lavori di amplia- mento dello stabilimento di Scalenghe. Il progetto finale si propone di occupare una superficie complessiva vicina ai ventimila metri quadrati. Crescerà anche la superficie coperta, che attualmente è di circa diecimila metri quadrati. Negli obiettivi anche l'ampliamento dei reparti destinati all'affettato in busta. L'azienda, che oggi fattura circa sessanta miliardi l'anno e dà lavoro, complessivamente, a centosettanta persone, punta molto su questo segmento della produzione. Così come è decisa a scommettere sul mercato interno. Pur senza rinunciare alle esportazioni (che riguardano il dieci per cento della produzione e finiscono, soprattutto, sulle tavole francesi e dei Paesi Bassi), la Raspini è decisa a curare e a ingrandire la presenza in Italia. Non è una sfida facile: la concorrenza si presenta fortissima (le aziende con più di venti dipendenti sono oltre trecento), ma battibile. Soprattutto quando si può contare su un «paniere» ricco di prodotti di qualità. E, magari, particolarmente «stuzzicanti». Come il «pelafacile», un salametto per il consumo famigliare del tutto identico a quelli tradizionali, ma con tante novità. A cominciare dalla ricetta. Ha un sapore leggermente diverso, il «pelafacile». Tiene conto del cambiamento di gusto degli italiani, che vogliono «carni» con meno grassi. In questo salamino le parti grasse non superano il 18 per cento. Ed è garantito sulla confezione. Già, la confezione. Eccola, l'altra «rivoluzione» del «pelafacile». Il nuovo packaging tiene conto che il salame che finisce sulla bancarella, nelle vetrine o negli espositori e poi nelle dispense o frigoriferi di casa deve vedersela con umidità, ventilazione e temperatura raramente ottimali. Di qui l'idea del nuovo sacchetto: dopo la stagionatura naturale, il «pelafacile» viene protetto in una confezione che «protegge» dagli agenti esterni profumo e sapore. Garantendo, in più, l'igienicità. Ci sono vantaggi anche per i distributori: il salame racchiuso in questo microclima, che contiene solo «l'aria del Monviso» di cui beneficiano i reparti di stagionatura della Raspini, lì con la grande montagna a portata di mano, elimina i problemi di essiccazione anomala, perdita di peso, di morbidezza e della caratteristica piumatura naturale. C'è di più. Proprio per «incontrare» il favore del consumatore, la Raspini, ha immesso sul mercato ben cinque diverse confezioni del «pelafacile»: cambiano il peso e anche il tipo di grana, perché la gente possa trovare, in questo prodotto, il suo salame preferito. Sono alcune notizie da una visita molto interessante. Questi magnifici prodotti e tutti gli altri saranno esposti alla importante rassegna dell'alimentare all'Expo di Milano dal 5 al 9 novembre 1993, padiglione 31/1. ■x -:• : t:'. AMPliAM ENTO DELIA QUALITÀ' RASPINI PIÙ' SPAZIO PER FARNE DI COTTI E DI CRUDI fffffffififjfff: ffL

Persone citate: D'alba, Raspini, Tiziana Raspini

Luoghi citati: Delia, Italia, Milano, Paesi Bassi, Piemonte, Scalenghe, Sestriere