Ciampi: aprite un'inchiesta sul venerdì nero della lira di Flavia Amabile
Lettera del premier alla procura, si ipotizza l'aggiotaggio Lettera del premier alla procura, si ipotizza l'aggiotaggio Ciampi: aprite un'inchiesta sul venerdì nero della lira ROMA. La mezz'ora di speculazione che ha fatto tremare venerdì mattina la lira ora è un'inchiesta. Non è ancora chiaro chi se ne occuperà. La procura di Roma, che ha avuto la formale notizia del reato, la esaminerà e deciderà se aprire il fascicolo a Roma o se trasferire il tutto a Milano per competenza territoriale in quanto sede della Borsa. A dare il via alla procedura è stato il presidente del Consiglio, Carlo Azeglio Ciampi, che già due giorni fa aveva chiesto l'intervento della magistratura, poi ieri ha inviato una lettera al procuratore capo della Repubblica di Roma, Vittorio Mele. Nella lettera è ricostruita la giornata di venerdì, l'ultimo e inquietante «venerdì nero» nella storia dei misteri d'Italia. E c'è tutto, in quelle righe stese dal capo del governo. C'è la mezz'ora di terrore fatta di voci londinesi sulle dimissioni di Scalfaro, di dispacci di agenzia che mostravano il tonfo della lira, di telefonate tra palazzo Chigi, la Banca d'Italia e i corrispondenti sulla piazza finanziaria britannica. Infine, una richiesta: «Tanto si segnala - scrive Ciampi - affinché la Signoria vostra possa avviare le procedure relative al delitto previsto all'art. 501 codice penale, considerato nell'ipotesi delle aggravanti in esso contenute». Quella di Ciampi, insom- ma, è una denuncia contro ignoti ora contenuta in un fascicolo che permetterà di individuare le persone che hanno fatto circolare la falsa notizia e di appurare se, dietro le indiscrezioni, ci sia qualcosa di più di una semplice speculazione finanziaria. La denuncia, infatti, si basa sull'articolo 501, quello che si occupa dell'aggiotaggio, vale a dire del «rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio» e riguarda «chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifici atti a ca¬ gionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di borsa o negoziabili nel pubblico mercato» . Nel frattempo, dopo la secca smentita di Ciampi, l'ondata speculativa si è assopita. Sul mercato di New York, l'ultimo a chiudere, la lira ha recuperato in modo costante. Rientrato il pericolo, fra gli operatori italiani rimane, però, una certa preoccupazione. I mercati - sostengono sono un pezzo d'Italia, un elemento importante della credibilità del Paese ed è quindi logico che, se esiste un piano di destabilizzazione, questo coinvolga anche titoli e valu¬ te. A questo punto, però, la preoccupazione è che il peggioramento della credibilità italiana potrebbe portare ad un nuovo rialzo dei tassi che frenerebbe ogni ipotesi di ripresa economica e aumenterebbe le tensioni sociali. Generale il consenso raccolto dal gesto di Ciampi in Italia. «Condivido pienamente l'intervento del presidente del Consiglio», ha commentato, ad esempio, l'europarlamentare democristiana Rosy Bindi. «Sottoscrivo pienamente il contenuto del messaggio di Ciampi, ci sono tutti gli estremi per il tipo di indagine che la procura di Roma sta conducendo». Scarso, invece, il rilievo che la stampa internazionale ha dato alla notizia. Il Financial Times, il quotidiano economico britannico, ha riservato un articolo a pie di pagina alla vicenda. Dopo aver raccontato la cronaca della giornata, però, un operatore specializzato sul mercato italiano, Julian Jessop, rassicurava i lettori, sostenendo che nelle prossime settimane l'approvazione della Finanziaria dovrebbe portare ad un ribasso di almento mezzo punto nel tasso di sconto e dunque accrescere l'interesse degli investitori nei confronti dell'Eurolira. Flavia Amabile Carlo Azeglio Ciampi
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