Se il genitore fa lo 007 Da Magliacani a Giorgia

CERCANO GLI ASSASSGNI CERCANO GLI ASSASSGNI Se il genitore fa lo 007 Da Magliacani a Giorgia IL precedente più clamoroso è certamente quello di Francesco Magliacani, il suocero di Franca Ballerini. Quando sparisce suo figlio Fulvio (giugno 1972), ucciso da Paolo Pan, amante della nuora, l'uomo non ha dubbi: «Mio figlio non può essersi volatilizzato così». Francesco Magliacani (morto nel '92), un borghese piccolo piccolo (ma solo di statura), ha 60 anni quando suo figlio scompare. Non esita a trasformarsi a tempo pieno in segugio ed accusatore implacabile. E' certissimo che il figlio è stato assassinato. Franca Ballerini, bella, intelligente, astuta, accredita la tesi della «fuga del marito con un'altra donna». La Ballerini ha buon gioco all'inizio, perché i fratelli Pan hanno fatto sparire il corpo della vittima sotterrandolo in aperta campagna, ma a poco a poco Francesco Magliacani raccoglie elementi. «Mia nuora chiude tutti i conti in banca che ha con il marito, come può essere così sicura che non tornerà?». Parla dei suoi sospetti a giornalisti e poliziotti. Non lo prendono sul serio («Lei non ha prove certe»), ma lui non s'arrende. Ritorna alla carica, finché non convince il maresciallo Savoia, dei carabinieri. Il maresciallo, come ufficiale di polizia giudiziaria, ha i mezzi per approfondire le indagini: mette suoi uomini alle co- stole dei fratelli Pan, Tarcisio e Paolo, e capisce che Tarcisio, con il vizio del bere, è il più debole. A lui sarà strappata la verità. Si ritrova il cadavere di Fulvio Magliacani, l'autore dell'omicidio è smascherato. Meno fortuna ha avuto invece Roberto Padoan, papà di Giorgia, la studentessa di 20 anni strangolata a casa nel febbraio dell'88. L'inchiesta è stata di fatto archiviata, l'assassino (forse un compagno d'università, cui Giorgia aveva aperto con fiducia la porta offrendogli anche un caffè) è riuscito a restare nell'ombra. Papà Padoan è arrivato ad offrire 200 milioni di taglia a chiunque fosse in grado di fornire notizie sull'omicidio. Ha fatto pubblicare il suo indirizzo e numero di telefono sui giornali («telefonatemi qualunque cosa pensate possa essermi utile, se volete restare anonimi scrivete») ma tutto è stato inutile. Anzi ha avuto delusioni cocenti. Però lui ripete: «Sappiamo attendere...». E poi c'è Francesca Caruso, la madre di Giovanni Giuffrida, che per prima intuì la vicenda dei «sosia». Giuffrida fu arrestato tre anni fa per «violenza carnale». Tutte le donne violentate erano state precise nelle descri¬ zioni, sembravano non esserci dubbi. Ma la donna girò tutti i bar ed i locali della zona Nord della città, finché un conoscente non le disse: «Ieri ho visto suo figlio su un'auto». Giovanni era in galera, era la prova che esisteva davvero un sosia del figlio. La polizia credette subito all'insolita investigatrice, anche perché nel frattempo c'erano state altre aggressioni, e fu arrestato Luigi La Guardia. Quel che ha reso la vicenda quasi incredibile è che poi venne trovato un terzo sosia, il vero colpevole. Marco Vagì ietti Nel caso Giuffrida, il primo dei «sosia», decisiva la mamma La madre di Giovanni Giuffrida, primo dei «sosia» (a sinistra) riuscì a salvarlo, lungo il calvario di Francesco Magliacani (sopra), suocero di Franca Ballerini Senza volto il killer di Giorgia Padoan (sotto)