Casino, ritorno con rabbia

Ieri sera in concerto a Torino di fronte a un pubblico «ribelle» Ieri sera in concerto a Torino di fronte a un pubblico «ribelle» Casino, ritorno con rabbia Liberi dagli schemi dei discografici TORINO. Gruppi come i Casino Royale e i Pitura Freska hanno pagato caro assai il salto dall'underground al business. Negli ultimi due anni l'industria discografica si è gettata sul fenomeno spontaneo delle posse, dei gruppi del circuito alternativo. Però, messi sotto contratto e rivenduti a caro prezzo - concerti costosi in spazi ben diversi dai centri sociali, marchette in tivù, cadute di tono - i «nuovi eroi» hanno spesso fallito il compito che i padroni del rock credevano di poter loro affidare: vendere tanti dischi e tanti biglietti, rendere un sacco di soldi. I ribelli ripuliti e intruppati non convincono né il vecchi fans, né un pubblico più vasto e abituato a prodotti senz'anima. E' il caso dei Pitura Freska: dopo un tour ambizioso e deludente - troppe spese, pochi spettatori - molti li danno per spacciati. Loro ci riprovano con un disco nuovo, «Duri i banchi»: sono sempre bravi, ma la strada ora è in salita. Nel settore «posse in crisi», i Casino Royale stanno facendo la cosa giusta: dopo aver firmato con la Polygram, Aliosha e compagni hanno subito una politica dissennata che tentava di imporli come attrazione da palasport o maxi-discoteche. Figurarsi. Saggiamente, adesso tornano ad esibirsi in ambienti e situazioni più consoni al loro stile. L'altra sera sono arrivati a Torino, in un circolo che si chiama «Hiroshima Mon Amour», dove si ascolta musica rigorosamente «ribelle». Un successone. Sul palco una I band determinata, brillante, in¬ cisiva, con un asso nella manica: l'eccellente album «Dainamaita», che segna il passaggio dallo ska ad una miscela più elaborata di reggae, rap, rock. Senza trucchi e senza sforzi per apparire, i Casino Royale sanno essere. Ruggenti in «Justice» e «Jungle Jubilee», raffinati in «Treno per Babilon», coinvolgenti in «Metallo giallo» e nella stravolta cover di «Purple haze». Il ritorno alle radici dei Casino Royale inaugura una tendenza: la via del successo, per le posse, non è quella tradizionale imposta dall'industria. Sono finiti i tempi della canzone di Cochi e Renato che diceva «la casa discografica importante / veste il cantante come un deficiente / e lo lancia sul mercato sottostante». I nuovi musicisti hanno un pubblico nuovo, che li segue soltanto se li giudica credibili, «fedeli alla linea» pur lavorando per una major. Non è impossibile: i Mau Mau hanno vinto una Targa Tenco e sono il gruppo di punta della Emi, eppure conservano il massimo rispetto della scena underground, [g. fer.] «Casino Royale»

Persone citate: Casino, Cochi E Renato, Jungle, Justice, Tenco

Luoghi citati: Torino