I pendolari della droga e le scivolate della poliziotta

Essere barbari è comodo LETTERE AL GIORNALE Ipendolari della droga e le scivolate della poliziotta Il treno dell'eroina Sono una mamma disperata per il nulla di fatto, l'impotenza e l'ignoranza con la quale devo combattere. Mio figlio è tossicodipendente da 8 anni; la prima volta che si è disintossicato pensavo che sarei stata in grado di mettere fine alla parola «eroina». Era la prima volta che mi trovavo davanti ad un problema tanto grande, pensavo che con iì mio amore vi avrei messo fine; ma ero un'illusa. E' vero, mio figlio è stato due anni senza fare uso di stupefacenti. Ho chiesto l'aiuto dei Carabinieri di Ovada, al centro Tossici, non ho ottenuto molto, direi anzi poco; parole e consigli tanti, dettati da statistiche e non dalla realtà famigliare o individuale. I fatti mi danno ragione perché vedo sempre più ragazzi che si drogano con sostanze pesanti o le cosiddette «leggere». Io accuso l'omertà dei genitori e la giustizia pubblica e privata, che sempre più pensa solo a se stessa. In prima persona i genitori perché hanno il sacrosanto dovere di lottare, contro la droga ed i mercanti di morte, allo scoperto. Soprattutto le mamme: se avete vergogna della gente e non fate nulla, ma anzi nascondete la testa come gli struzzi, non siete vere madri. I figli non hanno bisogno di soldi, di macchine o di vestiti firmati, ma di amore e di protezione, sempre!, contro la droga ancora di più. I treni che vanno a Genova sono sempre più frequentati dai nostri ragazzi che vanno a rifornirsi di droga, la polizia ferroviaria di Ovada e quella di Genova non possono far nulla per fermare questo infamante dramma. L'unico loro intervento è quello di farli scendere dal treno alla prima fermata, per le lamentele dei pendolari stanchi di tanta schifezza, per poi farli risalire sul treno successivo come se niente fosse. I ragazzi morti sono 6 in poco più di un anno. Questi morti solo in Ovada, cittadina che conta 12.000 persone, parlano chiaro. Sono esagerata? Isterica? No! Ora i ragazzi non solo vanno in treno a rifornirsi, ci sono pure gentili signori che si offrono di accompagnarli. Vi sembrano dei benefattori? Voi come li definireste? Tutti sanno ma tacciono, si nascondono oppure ne parlano al bar come pettegolezzo del giorno. Sono stanca di «buone parole», voglio i fatti. Chiedo ai genitori di questi nostri ragazzi di non nascondersi più dietro ai pregiudizi o alle loro porte di casa. Non accontentatevi di quel poco che i figli o la società vi danno, si deve lottare unite, a viso scoperto senza vergogna 0 paura, per la giustizia. Aiutatemi a fare qualcosa di buono per salvare i nostri figli, se vogliamo noi mamme ci riusciamo; non aspettiamo che la grazia arrivi dal cielo. Rimbocchiamoci le maniche e ripartoriamo, come se fosse la prima volta, i «figli» che tanto abbiamo desiderato e amato. Guglielmina Soldi, Ovada (Al) Nessuna ingiustizia dura in eterno Chiunque abbia un minimo di senso civico ha fortemente dissentito dai ripetuti inviti della Lega Nord alla diserzione fiscale, ma ora, dopo la pubblicazione delle tabelle da parte del ministero nelle quali ancora una volta viene evidenziato il macroscopico solco nella imposizione fiscale fra i dipendenti a reddito fisso e tutte le altre categorie del lavoro autonomo, in ognuno di noi lavoratori dipendenti si insinua il dubbio che forse il Bossi non abbia poi tutti 1 torti. Diciamolo chiaro: le ingiustizie si possono sopportare, ma non per sempre. Tutte le volte che una pubblicazione o una dichiarazione di personaggi ad al- to livello mette in evidenza la fortissima sperequazione fiscale che è diventata una vera e propria cancrena della nostra società, la televisione, la radio, i giornali, i sindacati diventano palestra delle più dotte disquisizioni da parte dei mi^ioi-i esperti del fisco nel tentativo di trovare una soluzione a questo annoso problema. Ma al di là delle sapienti trattazioni e delle sanguigne indignazioni sul piano pratico non succede nulla. In Italia i tentacoli del fisco hanno da sempre stritolato una sola categoria: i lavoratori a reddito fisso. Giuseppe Sortino, Ragusa Le malefatte di Cinzia Mi dispiace molto per lo scivolone della poliziotta Cinzia che, a quanto pare, è stata un'ottima poliziotta con riconoscimenti a destra e a manca di cui va (giustamente) fiera. Non credo che ci siano dubbi sul fatto che lo scivolone ci sia stato: lei ha negato di essersi prostituita, ma ha ammesso di essersi incontrata con un uomo che pagava, insieme al quale ha visto filmetti pornografici; mi pare abbastanza per intravedere come minimo un comportamento che non si addice ad una poliziotta. Non lo so per certo, ma credo comunque che esista socialmente la figura di «accompagnatrice» a pagamento che mette ben in chiaro che con il letto non vuole avere a che fare e credo che possano esistere urgenti bisogni di soldi per ragioni di salute o per altre effettive cause comprensibili. Della poliziotta in questione so soltanto quello che hanno detto i giornali e potrei non conoscere dei particolari che potrebbero rivoltare la frittata; dico però che, per quello che ne so io, accompagnare a pagamento non è un reato, è solo brutto e del tutto inadatto ad una poliziotta, ma forse, prima di far scoppiare lo scandalo, i superiori di Cinzia avrebbero potuto pensarci un po' di più: di fronte a cose non tanto gravi e ad una buona poliziotta, bisogna saper dare una seconda opportunità, a condizione che la pianti di fare sciocchezze. Valerio Paolucci, Ivrea (To) I bocconcini del cane Vorrei rispondere, sia pure con grande ritardo, a una lettera apparsa su La Stampa dal titolo «L'uomo sta più in alto del cane». Nella lettera si considera «immorale» nutrire i propri cani e gatti con la carne (e il «prosciutto»), quando ci sono bambini (per questo, anche adulti!...) che devono cercare il cibo nell'immondizia. Gli animali necessitano di «un po'» di carne, ma di solito si danno «macinati» (di ritagli) e scatolette (idem). Se si tratta di prosciutto, casomai è qualche «bocconcino» occasionale. E vorrei far notare che non è facendo morire di fame i nostri amati animali che si salverebbero i bambini; visto che in genere, per sfamare gli animali ci limitiamo noi in qualche cosa. Sara Di Russo, Bologna La spazzatura e gli americani E' importante l'articolo di Gianni Vattimo sulla spazzatura nelle città italiane proprio perché tratta di un problema poco «nobile» che ci tocca ogni giorno. E' un peccato che debba essere un americano a provocare l'importanza del problema a tal punto da far figurare l'articolo sulla prima pagina del vostro giornale. In America, squadre di cittadini avrebbero già preso scope e palette in mano per pulire i loro propri quartieri, senza aspettare il «rinnovamento» della politica comunale... Il rinnovamento parte da noi cittadini, agendo sulle «piccole» cose concrete e quotidiane. Non c'è bisogno che ce lo dica Luttwak. Eva Trezza, Roma L'on. Fausti e Scalfaro Leggo con stupore su La Stampa a pagina 2, a firma Augusto Minzolini una mia presunta dichiarazione. La dichiarazione riferita è un evidente attacco al Presidente della Repubblica ed al suo operato, attacco che non condivido e dal quale mi dissocio fermamente. Non ho mai avuto occasione né volontà di fare dichiarazioni a Minzolini. On. Franco Fausti, Roma Confermo quanto ho scritto. Se poi l'onorevole Fausti giudica le sue affermazioni «fantasiose» deve prendersela con la sua fantasia. taug. min.]

Persone citate: Augusto Minzolini, Franco Fausti, Gianni Vattimo, Giuseppe Sortino, Guglielmina Soldi, Luttwak, Minzolini, Sara Di Russo, Scalfaro, Valerio Paolucci