I «comfort» firmati Sisde di Filippo Ceccarelli

I «comfort» firmati Sisde I «comfort» firmati Sisde Case, yacht, aerei per i «potenti» I SERVIZI TROPPO DISPONIBILI ROMA AVVERO servizievoli, i Servizi. Perché la vita è dura, e allora ci pensavano gli apparati di sicurezza a renderla più comoda ai politici. E anche più a buon mercato. Casa, ristrutturazioni, porte, portoni, recinti e staccionate, illuminazione, giardinaggio, tappezzeria e mobilio, parenti e agenti personali di scorta imbucati al Sisde per fargli guadagnare qualcosa in più. Affetti, comfort, viaggi, vacanze, adesso sembra anche prestiti: è impressionante la gamma di umane attività su cui, a dar retta a Broccoletti e compagni, gli ineffabili servizi segreti della Repubblica intervenivano per rendere più dolce l'esistenza degli uomini del potere e - presumibilmente - dei loro cari. Amore, salute, professioni. Al Sismi, dove pure c'era la «Islamorada», love boat di servizio, barca gargonnière controspionistica, per altre meno eccitanti necessità sembra ci fosse a disposizione una «Divisione Sanità» da far invidia a un qualche Policlinico (funzionante). Dalle storiette del Sisde, in compenso, sta uscendo fuori la figura del fioraio sardo, il signor Pisutu, da Stimino, con le sue belle bollette di acquisto di piante per la villa bifamiliare del ministro Mancino. E pure la cognata di quest'ultimo, che lei (e non il Servizio d'informazione per la sicurezza democratica) avrebbe dunque saldato il conto di lire due milioni e rotti per fioriere, bougainvillee, hibiscus, kentie, edere e ficus. E che ficus! A conferma non tanto del ruolo imprescindibile che continua a giocare la cognatitudine nelle faccende più complesse del potere, ma soprattutto come dimostrazione dell'eterno contrappunto comico che forse soltanto in Italia la «Sicurezza» riesce a trascinarsi appresso. Un accompagnamento oltre che comico e sgangherato, anche molto costoso, con risvolti da scrocconi e dettagli miserabili e perfino mortificanti. «Spese per l'on.le sig. Ministro»: questa, con un tantino di cerimoniosità spagnolesca, la rassicurante formulazione per quelle spesucce. Cui seguiva, a costrasto, il guizzo astutello e persino poliglotta dell'amministratore: vNo problem». Infatti. Non solo porte blindate, perciò, e fari, rinforzi, tv a circuito chiuso, ma anche arredi, tendaggi, tappeti. Così, mentre implode e va in pezzi un settore delicatissimo dello Stato, ci sono questi personaggi già incautamente messi a guardia della cassaforte del Sisde, gente che fino all'altro giorno stavano nel potere come topolini nel for¬ maggio, che per salvarsi tirano fuori il contratto d'affitto sempre di Mancino con l'Enel di Cagliari o cercano di documentare l'acquisto, per 12 milioni, mica nulla, di un letto con spalliera di ottone - un tocco di surreale romanticismo - per l'ex ministro sempre dell'Interno Scotti. E di nuovo un po' fa sorridere, ma un altro po' lascia anche sgomenti questa paurosa, variopinta oscillazione tra la realtà di un servizio segreto ormai allo sfascio, quindi pericolosamente vulnerabile, e questo sventolar di cartuccelle da cestino, questo formicolio computistico da inventario ragionato di magazzino, 26 milioni per divani, 17 per 50 cartelline «in pelle», 12 per l'illuminazione della sala «gran¬ de» del Viminale e perfino 3,5 che tenerezza - per l'alberello di Natale. Buone feste dal Sisde. E certo che adesso sarà più difficile tappare la bocca ai maligni caricando anche i quattrimi dell'abete natalizio sul groppone di quella misteriosa, ma indiscutibile entità che va appunto sotto il nome di «Sicurezza». Questo, in fondo, è stato forse il grande servizio che i Servizi hanno reso alla classe politica: far passare come dettati dalla «Sicurezza» certi conticini che magari non è che ci avessero tanto a che fare. Una cattiva abitudine tanto più discutibile, come si rischia di scoprire oggi, quanto più giustificata da un sottile ricattuccio morale e quindi resa possibile gra¬ zie all'indiretta complicità dei terroristi. Questi ultimi, infatti, ogni tanto sparavano, e i governanti alla fine, non se ne approfittavano, però... Sul labile confine della «Sicurezza» si sono così finiti per incrociare il bisogno e il privilegio di una classe politica percepita come più onnipotente e arrogante che minacciata e spaventata. Per ragioni di «Sicurezza», alla fine, la presenza di Craxi al Raphael faceva cambiare tutta la segnaletica stradale circostante e legittimava un bell'abuso edilizio in cima al palazzetto. Sempre per «Sicurezza», al mare di San Nicola Arcella, Riccardo Misasi faceva il bagnetto controllato da una cinquantina di carabinieri, un elicottero e un paio di motovedette. E per viaggiare? Beh, anche lì, per stare più sicuri (e comodi), tanto valeva utilizzare gli aerei dei servizi, ne avevano addirittura una flotta, chiamata Cai, e tutti sapevano che erano dei servizi, e anche così si perpetuava quell'atmosfera da segreto di Pulcinella di cui evidentemente non si riesce proprio a fare a meno. I servizi, intanto, ristrutturavano, blindavano, comunque rendevano più sicure a suon di milioni le case di Andò, di Gargani, quella ormai leggendaria di De Mita a Roma e anche quella - si è letto ieri - di Nusco. Però sicure rispetto a che cosa? E a chi? Senza contare che quelle «spese accessorie» - così nel gergo ministeriale - con il relativo «allestimento di misure di difesa passiva» decretato come fosse un dogma e un articolo di fede incontrastabile andavano a toccare proprio quel tasto - la casa - dove il risentimento sociale è da sempre fortissimo, e la ricaduta sul piano dell'immagine di solito è a dir poco rovinosa. . Specchio deformato e concentrato dei vizi della nomenklatura, con i loro servizievoli servizi, i Servizi riuscivano perfino a far dimenticare ai politici che per consuetudine era molto meglio stare alla larga. I servizi li aiutavano, li favorivano, li lusingavano, forse ogni tanto li pizzicavano. E quelli, magari pure convinti di averli in pugno, neanche mettevano in bilancio, che un giorno per Broccoletti e Finocchi la notte non avrebbero chiuso occhio. Filippo Ceccarelli Adducendo ragioni di «sicurezza» si blindavano le abitazioni dei politici Spese «accessorie» per decine di milioni Nella foto in centro il Viminale. Sotto l'ex ministro dell'Interno Enzo Scotti. A destra l'ex responsabile della Difesa, Salvo Andò

Luoghi citati: Cagliari, Italia, Nusco, Roma, San Nicola Arcella