Cè anche Marianna nel mirino

Agenti corrotti contro la figlia del Presidente Cè anche Marianna nel mirino Agenti corrotti contro la figlia del Presidente BUFERA SULCOLLE ROMA ARIANNA fotografala insieme ad un uomo che per la prima volta non è il suo papà. Marianna che spunta sulle labbra improvvisamente canterine dello 007 Galati a proposito di una «somma di denaro» che il Sisde avrebbe versato ad un imprenditore amico suo. Nella Scalfareide si gioca al massacro su molti tavoli. Lo aveva già lasciato intendere il Presidente in televisione, l'altra sera. Poteva mancare una manciata di fango sulla figlia-santino del Capo dello Stato? La cara «Cicina», come la chiama lui, tutta casa e Quirinale, amorosa torturatrice dei (rari) vizi presidenziali: «No, papà, gli spaghetti con le sarde ti fanno male, lo sai». Sui colli più alti della Repubblica, funzionari e investigatori stanno rimasticando con cura quel servizio fotografico che Epoca pubblicò alla fine di ottobre. Certo il settimanale che ha avuto quella foto non poteva immaginarlo, ma già il titolo racchiude un destino: «Lo shopping misterioso di Marianna», e sotto la signorina Scalfaro, sorridente dietro i consueti occhialoni a tutta faccia, mentre se ne va a passeggio dalle parti di piazza di Spagna con un ultraquarantenne che all'anulare sinistro inalbera una fede. Non era mai successo che questa donna gelosissima dei fatti suoi si facesse sorprendere da un paparazzo al di fuori delle occasioni ufficiali. Ma c'è di più. C'è l'ultima foto, quella con un giovane agente della scorta in abiti borghesi e immancabili occhiali neri che apre la portiera dell'auto a Marianna Scalfaro senza accorgersi della presenza di un fotografo a pochi passi da lui. Il servizio è apparso in edicola appena due settimane prima delle parole insinuanti di Galati. Come a voler stabilire un nesso fra l'«amico di Marianna» che avrebbe ricevuto i soldi e il baffuto accompagnatore delle foto, che su Epoca veniva indicato genericamente come «l'architetto», ma che secondo voci non confermate sarebbe titolare con il padre di una ditta di costruzioni che in passato ha lavorato anche per il Sisde. Scalfaro, in tv, ha parlato di «pressioni rozze e volgari». Chissà . j pensava alla sua povera «Cicina», che da gio- vane il Presidente vedovo si caricava sulla canna della bicicletta durante le processioni della Madonna Pellegrina nelle campagne del Novarese. Chissà se ci ha pensato. E chissà se i suoi nemici hanno pensato davvero a lei. Non sarebbe la prima volta che i servizi segreti mettono il naso nel privato dei politici o, meglio ancora, dei loro familiari. La storia dei nostri 007, più che a James Bond sembra fare il verso alla Buoncostume. Cominciarono con Sceiba, ministro superdemocristiano e supersposato, ricattato dai servizi per una relazione con Mariella, un'aristocratica di Caltagirone. Sul giornale Lo Specchio, uscirono le foto dei due mentre bevevano l'aperitivo in Via Veneto. A Merzagora, presidente del Senato, veniva aperta la posta in arrivo dalla Bulgaria, dove si sospettava avesse un «fidanzato». Giovanni Leone, poi, una vittima fissa: le scappatelle dei figli, il fotomontaggio proibito della moglie Vittoria, l'agente del Sia che va a spiarlo in crociera, ma non rimedia niente di meglio che una foto di Leone con la chitarra. Da una Capocotta all'altra (lo scandalo Montesi che, coinvolgendone il figlio, segnò la fine politica del leader de Piccioni), la musica non è cambiata fino ai giorni nostri, come conferma Gennaro Acquaviva, a Palazzo Chigi negli anni di Craxi: «Le veline che arrivavano dai servizi erano informazioni da lupanare». A farne le spese, adesso, è Marianna: «Una donna che ha rotto la sacralità del rapporto madre-moglie come unico possibile», (Emma Bonino); «l'elegante consorte del Presidente italiano» (i giornali belgi nelle cronache sui funerali di re Baldovino). Una persona normale, se può ancora considerarsi normale chi, in questo mondo di chiassosi ficcanaso, conserva un po' di discrezione. E Marianna, discreta lo è da sempre. Le amiche dell'adolescenza dicono di non averla mai vista «simpatizzare più di tanto» con un ragazzo. Ed è l'alone di vestale consacrata alla carriera e all'affetto paterni che i mass media le hanno cucito addosso a rendere più ghiotto qualunque pettegolezzo sul suo privato. Si sa che ama ascoltare la musica classica e arredare la casa. Non ha mai rilasciato un'intervista benché abbia parecchio da dire, o forse proprio per questo. «Lei è stato ingiusto a dare del conservatore a mio padre», disse a Cossiga, che era andato a casa Scalfaro a prendere un caffè. Ha firmato l'appello contro gli stupri di massa in Jugoslavia. E col padre, fra uno spaghetto vietato e una fetta di castagnaccio concesso solo dopo lunghe trattative, discute di politica con tale ardore che il portavoce presidenziale Tanino Sceiba ogni tanto li interrompe: «Siete così bravi che ci vorrebbe un registratore». Per carità, coi tempi che corrono: ma nessuno avrebbe potuto immaginare che l'attacco al Quirinale potesse lambire addirittura la sua inquilina più silenziosa. Massimo Gramellini Galati: abbiamo dato soldi a un imprenditore «suo amico» E due settimane fa un settimanale la ritrasse con uno sconosciuto Dal «gioco al massacro» denunciato in televisione dal Capo dello Stato amarezze per la «first lady» del Quirinale Lo shopping misterioso di Mar Pochi n,inu«l m tulio.*»«j3,JtS» voleva comprar.. ìanna Da sinistra Marianna Scalfaro e il presidente della Repubblica A destra la foto del settimanale «Epoca»

Luoghi citati: Bulgaria, Caltagirone, Jugoslavia, Roma