De Benedetti dirige l'impero da casa di Francesco Grignetti

Il presidente dell'Olivetti agli arresti domiciliari può telefonare e inviare fax in tutto il mondo Il presidente dell'Olivetti agli arresti domiciliari può telefonare e inviare fax in tutto il mondo De Benedetti dirige l'impero da casa Gli avvocati: liberatelo ROMA. La sorpresa più gradita, a casa De Benedetti, l'hanno fatta le suore di Santa Brigida, vicine di casa. Si sono presentate alle diciassette di ieri con un pacco dono: un dolce cucinato con le loro mani esclusivamente «per l'Ingegnere». Neanche un'ora prima, erano arrivati i suoi amici più stretti: l'editore Carlo Caracciolo, l'avvocato nonché candidato socialista al Campidoglio Vittorio Ripa di Meana, il direttore dell'Espresso Claudio Rinaldi. E poi il figlio Marco, la fidata segretaria di Ivrea, il maggiordomo Dante. Tutti insieme nel palazzo di via Monserrato, con vista su piazza Farnese, dove Carlo De Benedetti è confinato da martedì notte. C'è un solo segno visibile dei guai giudiziari di questa settimana: una macchina dei carabinieri che staziona sotto il portone allo scopo di impedirgli di uscire. Per il resto, Carlo De Benedetti non soffre nessuna altra restrizione. Il patron dell'Olivetti può ricevere chiunque, telefonare, inviare fax. Può continuare, insomma, anche se chiuso in casa, a guidare il suo impero internazionale. E ieri mattina alle sette e trenta, nonostante il tour de force del giorno prima, era in piedi. Il maggiordomo gli ha portato la colazione e un mazzo enorme di giornali. Lui li ha letti tutti avidamente. E dicono che sia stato estremamente «fiero» dell'intervista che il figlio Rodolfo ha concesso mentre lui affrontava la prova del carcere. Ha registrato con soddisfazione le molte forme di solidarietà che gli sono giunte. Ancora ieri, i dirigenti dell'Olivetti e il sindacato chiedevano rapidità nelle decisioni e si auguravano il pieno proscioglimento. Ma il fax di casa è stato ingombro per tutto il giorno di messaggi di augurio. Alle otto e trenta, quindi, è iniziata la sua vita di tutti i giorni. Telefonate ad ogni capo del mondo. Un controllo alla Borsa. Un severo «cicchetto» per un collaboratore che non era ancora al posto di lavoro. Riunioni con lo staff dei collaboratori. Poi interminabili colloqui con gli avvocati. Con i giudici della Procura di Roma che lo accusano di corruzione, infatti, sono gli avvocati a tenere i contatti. E così ieri, per la seconda volta, Giovanni Maria Flick e Marco De Luca hanno presentato istanza di scarcerazione. Ma ci vorranno alcuni giorni prima che si prenda una decisio¬ ne. Il pm Maria Cordova, prima di ogni cosa, vuole valutare le risposte che De Benedetti ha offerto durante l'interrogatorio-fiume dell'altro giorno. E già ieri pomeriggio ha convocato in tribunale e interrogato Marco Cherubini, l'uomo della Olivetti a Roma, incarcerato più volte durante gli ultimi mesi, per controllare alcune affermazioni dell'Ingegnere. Naturalmente vige il segreto istruttorio sull'interrogatorio dell'altra sera. Ma c'è grande curiosità. «A un certo punto è cambiato il suo atteggiamento», è l'unica impressione che se ne ricava dagli ambienti giudiziari. Ma il giudice aveva davvero alcuni «fatti nuovi» da contestare a De Benedetti rispetto a quanto già si sapeva? Gli avvocati si avventurano in larghi giri di parole per rispondere: «Non sono emersi dice Marco De Luca - veri e propri fatti nuovi, intesi come dazioni di denaro, bensì fatti correlati che emergono dalle approfondite indagini della Procura romana. E sono fatti di cui altri saranno chiamati a rispondere». Insomma, è vero che l'Ingegnere di Ivrea ha chiamato in causa qualcun «altro». Secondo alcune indiscrezioni, avrebbe scaricato su alcuni collaboratori la responsabilità di certi comportamenti documentati dal giudice - più da corruttore che da concusso. E per quanto riguarda le forniture di materiali superati e troppo costosi? Effettivamente, ammettono gli avvocati, «a Roma si è formulata l'accusa di avere, in qualche caso, pagato per vendere alle Poste prodotti vecchi, o inutili, o a prezzo maggiorato». Ma queste contestazioni il presidente della Olivetti «le ha respinte - dicono ancora i difensori - sia indicando gli elementi a sua conoscenza, sia indicando dove ottenere nella struttura Olivetti, tutte le ulteriori prove documentali». Infine una postilla fondamentale: «Carlo De Benedetti ha illustrato la struttura molto articolata della Olivetti, che è un grande sistema con una ripartizione assai vasta di competenze e deleghe. Si è sempre assunto, come aveva già fatto davanti ai giudici di Milano, la responsabilità delle scelte politicoimprenditoriali. Su quelle giudiziarie, deciderà il gip Augusta Iannini con l'assistenza dei legali». Francesco Grignetti m iiiiiii L'ingegner Carlo De Benedetti da martedì notte agli arresti domiciliari

Luoghi citati: Ivrea, Milano, Roma, Santa Brigida