L'umiltà di Battiato di Gabriele Ferraris

Performance del musicista ieri al Piccolo Regio Performance del musicista ieri al Piccolo Regio L'umiltà di Battiato L'artista siciliano ha cantato «Haiku» e riproposto Usuo «Kyrie» Gli applausi anche per Gianni Nocenzi e per la giovane orchestra Un carneo, se ci passate il termine: sapete, quando il celebre attore fa una comparsata nel film del regista amico. Ieri pomeriggio Franco Battiato s'è materializzato, fantasmatica visione, sul palco del Piccolo Regio e ha cantato la delicatissima «Haiku», dal nuovo album «Café de la Paix». Poi ha chiamato in scena la pianista Anna Maria Cigoli e l'ha lasciata, insieme con il tastierista Angelo Privitera, ad eseguire il «Kyrie» della sua «Messa Arcaica». Il quale «Kyrie», spogliato di coro e orchestra, è apparso ancor più scabro ed essenziale, lasciando il pubblico perplesso e impegnato in un pallido applauso finale. Battiato non ha voluto monopolizzare il concerto della Scuola di Alto Perfezionamento di Saluzzo. Ha preferito defilarsi, farsi piccolo piccolo. In camerino lo assillano gli intervistatori. Ed è buffo, perché Battiato - nonostante, o forse in virtù dei suoi afflati misticomeditativi - è uomo gioviale oltreché geniale, e si diverte un sacco a spaesare l'interlocutore. Arrivano quelli della Rai e gli domandano: «Lei insegna alla Scuola di Alto Perfezionamento?». E lui, d'umiltà vestuto: «Per carità, non sono in grado di insegnare niente!». Lo consultano, manco fosse il saggio della montagna, sulla morte. Risposta: «La morte sarà meno peggio di quel che immaginiamo... visto come sta diven¬ tando la vita». Non paghi, l'interrogano a proposito del libero arbitrio: «Il libero arbitrio non esiste - replica brillante - a causa della stupidità dell'uomo». E loro giù ad appuntare. Battiato, invece, occhieggia la scatola di cioccolatini che gli hanno regalato: adora la cioccolata, ma gli procura mal di testa atroci. E resta lì, combattuto fra cuore e ragione. Discute volentieri dell'amata «Messa Arcaica»: «Sono convinto che fra cinquantanni, se ancora verrò ricordato, sarà per cose di questo genere, non per le canzoni. Soprattutto se, come sembra, il futuro sarà dei mistici». Gli fai notare che con i posteri non si sa mai, e pure Petrarca morì spregiando il «Canzoniere», convinto d'essersi garantito la fama futura con le opere latine. «Vabbé, allora mi ricorderanno per "Mister Tamburino"...», ride. Un faceto, insomma. Altro che le interviste sulla morte. In concerto, decide di rinunciare all'annunciato «Egitto prima delle sabbie» che, riconosce con franchezza, «avrebbe fatto stramazzare gli spettatori delle prime dieci file». E la sua breve apparizione non ruba la scena agli altri protagonisti del pomeriggio musicale: l'ottimo Gianni Nocenzi, già del Banco del Mutuo Soccorso e oggi musicista avanguardista, che esegue tre brani al sintetizzatore; e l'orchestra della Scuola d'Alto Perfezionamento diretta da Fausto Pedretti, che propone «Those Hidden Thoughts» di Fabrice Lecomte. Consensi. Gabriele Ferraris

Luoghi citati: Egitto, Saluzzo