Binasco e tre dirigenti devono restare in cella

Rinasco e tre dirigenti devono restare in cella Il tribunale della libertà respinge le richieste Rinasco e tre dirigenti devono restare in cella Restano in carcere Bruno Binasco, supermanager dell'Itinera, uno dei colossi industriali degli appalti pubblici, Mario Moiso, dirigente della stessa impresa, Dieter Bachsmid e Danilo Pruiti Ciarello, rappresentanti della Marcora e della Cei di Milano, anch'esse collegate all'Itinera. Il tribunale della libertà ha respinto le richieste dei loro avvocati e dato ragione ai pubblici ministeri Eugenia Ghi e Andrea Bascheri che ne avevano richiesto l'arresto, eseguito il 15 ottobre scorso. I reati contestati ai quattro dirigenti (e a un quinto, Roberto Salvestroni, della Prunotto di Alba, agli arresti domiciliari) sono il concorso in corruzione, l'abuso d'ufficio e la turbativa d'asta dell'appalto per l'ampliamento dell'ospedale di Chivasso. Il raggruppamento di imprese capeggiato dall'Itinera (e che comprendeva anche Prunotto, Jacorossi e Cogefa) aveva presentato la sola offerta per l'ap¬ palto: 37 miliardi e 300 mihoni. L'opera era però finanziabile dallo Stato e dalla Regione per oltre 54 miliardi. L'accusa ai dirigenti industriali è di aver ottenuto con largo anticipo la bozza della delibera e la documentazione per preparare il progetto. In cambio alcuni amministratori pubblici avrebbero avuto una «gratificazione» equivalente al 3 per cento dell'appalto. Si è parlato anche della possibilità di accordare perizie e varianti in corso d'opera per far salire i costi oltre la soglia dei 37 miliardi. Il tribunale della libertà, nel confermare «i gravi indizi di reato emersi», è stato molto duro con gli arrestati: «Sussiste il pericolo che gli indagati, una volta tornati in libertà, si adoperino per occultare materiale documentale e concordino dichiarazioni di comodo di tenore altamente inquinatorio». Ora l'inchiesta dovrebbe estendersi ai politici.

Luoghi citati: Alba, Milano