Ma Bonn non demorde di E. N.

Ma Bonn non demorde Ma Bonn non demorde Assieme a Parigi mette a punto un piano per la grande Europa BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE All'indomani dell'entrata in vigore del trattato di Maastricht, Germania e Francia hanno presentato insieme - per la prima volta, e con rilievo simbolico e politico - i loro piani di convergenza economica, in vista dell'adozione della moneta unica europea. «L'unione europea è in marcia: non aspetteremo per portare la nostra pietra all'edificio europeo», dice il comunicato che ha concluso il consiglio economico e finanziario dei due Paesi, svoltosi ieri a Berlino. I due Paesi vogliono «dare l'esempio», nel momento in cui le difficoltà economiche e le turbolenze monetarie hanno rafforzato le critiche al calendario previsto. Ma secondo il ministro Waigel e il collega francese Alphandery, non è possibile rivedere i criteri di convergenza economici fissati da Maastricht. Nei loro programmi, Germania e Francia contano su una crescita economica del 3 per cento in media, a partire dal 1995. I due Paesi si sono impegnati inoltre a rispettare i criteri sul deficit pubblico: dal 95-96 la Germania conta di aver ridotto il proprio deficit pubblico al 3 per cento del Pil, mentre la Francia si impegna a ridurlo al 2 per cento nel 1997. Il trattato di Maastricht prevede un massimo del 3 per cento. Il rispetto di questo criterio, osservato oggi soltanto dal Lussemburgo, sarà però molto difficile per entrambi i Paesi, soprattutto per la Germania. Lo Stato tedesco dovrà accollarsi, a partire dall'anno prossimo, il peso di 400 miliardi di marchi di debito dell'ex Ddr, oltre ai 300 miliardi di debiti dell'ente per le privatizzazioni all'Est, la Treuhand. I due ministri hanno riconosciuto che il problema cruciale dei margini di fluttuazione monetaria resta però in sospeso: «Per il momento non c'è nessun calendario per un ritorno ai margini stretti dello Sme», ha dichiarato il presidente della Bundesbank, Tietmeyer. [e. n.]

Persone citate: Alphandery, Tietmeyer, Waigel