Ma che musica die 5 giornate di Madrid

Successo del Festival organizzato dal «Settembre» torinese nella capitale spagnola Successo del Festival organizzato dal «Settembre» torinese nella capitale spagnola Ma che musica die 5 giornate di Madrid Bella prova dell'Orchestra Toscanini diretta da Pfaff MADRID DAL NOSTRO INVIATO Bisognerebbe abbandonarsi alla musica contemporanea come a un pedinamento calcolatissimo, a un'intelligente casualità. Poi se l'incontro avviene in una frizzante Madrid, per un Festival organizzato da «Settembre Musica» di Torino, la resa dovrebbe essere totale, o quasi. Schegge, frulli di arpa, legni e quartetti d'archi: l'Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini dell'Emilia Romagna, diretta dal maestro Luca Pfaff, il Grupo Koan, sotto la guida di José Ramon Encinar, e il Trio Mompou si sono «affrontati» in cinque concerti nel Salón de Columnas del Circulo de Bellas Artes. Berio, Donatoni, Nono, Petrassi, Sciarrino per citare alcuni dei compositori italiani. De Pablo, Encinar, Guerra, Diez, per parlare di quelli da parte iberica. Nessun vincitore, solo la consapevolezza di uno scambio avvenuto, di un contatto stabilito. E la certezza di come, ormai, sia stata abbandonata la componente provocatoria, sgradevole all'orecchio; di quanto si sia usciti dall'wavanguardia spacco tutto» per trovare una crescita nel quoziente storico. Sono stati eseguiti brani colti. Anche gli spagnoli hanno dimostrato di aver ascoltato tutto, meditato tanto, filtrato qualcosa. Così è stato per «Umori» di Luis De Pablo, compositore molto amato dai giovani connazionali, arrivato alla musica contemporanea dopo aver fatto cento mestieri, e per questo difensore appassionato del suo modo di lavorare - come ha sostenuto durante la tavola rotonda orga¬ nizzata all'Istituto di Cultura Italiana -, in un confronto con Encinar, Marco, Restagno, Messinis e Vlad. Proprio quest'ultimo sembrava vigilare sui colloghi con il suo «Preludio e Fuga» per doppio quintetto d'archi e fiati, un'opera di vena robusta nata dallo studio dell'«Arte della fuga» bachiana. Madrid ha gradito e ha affollato la sala dei concerti. Luciano Berio di cui è stato eseguito «O King» diceva: «La musica non parla che di se stessa. I discorsi possono permettersi di essere falsi, la musica no. Può essere cretina, impacciata, dilettante, come le canzonette di Sanremo, ma falsa mai». Non è falsa nell'«Introduzione all'oscuro» di Salvatore Sciarrino, quando il violino suona a frequenze altissime, possibili solo portando l'archetto sempre più vicino al ponticello. Non mente neanche mentre i due violinisti dell'Orchestra Toscanini, Elisabetta Garetti e Crtomir Siskovic eseguono, spostandosi dal palco alla platea, «Hai que caminar» di Luigi Nono. Se con il «Festival di Musica Contemporanea Italiana e Spagnola» c'era la volontà di provocare, di lasciarsi andare al rischio, l'esperimento è perfettamente riuscito. Anche perché Madrid è una città dove osare si può. Descrivendo i suoi connazionali Juan Ramon Jimenez, premio Nobel 1956, affermava: «Ci muoviamo con entusiasmo e libertà nei confronti della bellezza», e il movimento in città è grande. Stordisce il giro nei locali in cui andare, obbligatoriamente, prima e dopo la cena. Provoca entusiasmo il numero dei teatri e dei cinema aperti tutta la notte. Ogni cosa è tanta. Dalle anziane donne sedute agli angoli delle strade, che portano al collo i biglietti della lotteria nazionale e quella di «Dona Pilar», ai ragazzi che amoreggiano su «Tropi», musica di Niccolò Castiglioni, o su «Tre Laudi» di Luigi Dallapiccola, splendidamente eseguito dal soprano Luisa Castellani. La capitale spagnola è arrivata dopo New York, Atene e Praga. «Una tappa obbligatoria - hanno detto Enzo Restagno e Roman Vlad, direttori artistici di "Settembre musica" - proprio per l'amicizia e la sintonia che ci lega agli spagnoli, la curiosità che hanno dimostrato verso i nostri compositori, e lo stile raggiunto in questi ultimi tempi». Per il prossimo anno si pensa ad Israele. Laura Carassai E' la quarta tappa dopo New York, Atene e Praga. Il prossimo anno in Israele? Il soprano Luisa Castellani ha eseguito «O King» di Luciano Berio. L'opera è dedicata dal compositore al leader nero Martin Luther King. Poi la Castellani ha prestato la sua voce a «Cinis» di Franco Donatoni