Webber: sono come Puccini di Lorenzo Soria

Parla l'autore di «Jesus Christ Superstar» e di tanti successi Parla l'autore di «Jesus Christ Superstar» e di tanti successi Webber: sono come Puccini Andrà in scena a Los Angeles con «Il viale del tramonto» Invece «Starlight Express» diventerà un cartone animato LOS ANGELES. A 3 anni, prendeva lezioni di violino. A 12 aveva composto il suo primo musical per pupazzi. Nel '71, a soli 21 anni, compose «Jesus Christ Superstar». E da allora, a Broadway come nel West End londinese, a Tokyo come a Buenos Aires, si dice musical e si pensa a lui, a Sir Andrew Lloyd Webber. Raccontare la sua prolifica carriera significa ripercorrere i musical di più grande successo degli ultimi anni, da «Evita» (1976) a «Cats» (1981), da «Starlight Express» (1984) a «Phantom of the Opera» (1986) e «Aspects of love» (1989). Ultimo della fortunata serie è «Sunset Boulevard», Il viale del tramonto, che Lloyd Webber ha adattato dal celebre film del 1950 diretto da Billy Wilder e interpretato da Gloria Swanson e William Holden. Dopo il successo a Londra, con Glenn Close nel ruolo della diva del muto, Los Angeles ospiterà la prima versione Usa. Popolarissimo in quasi tutti i Paesi occidentali, in Italia il musical è un genere che non ha avuto fortuna: nessun teatro ha mai allestito uno show di Lloyd Webber. Ma chi non ha mai orecchiato motivi come «Don't cry for me Argentina» o «I don't know how to love him»? La Polydor ha dunque pensato bene di stampare una raccolta di brani che ha chiamato «Musical». E adesso, mentre il pubblico italiano riesce per la prima volta se non a vedere almeno ad ascoltare le composizioni di Webber, lo abbiamo incontrato a Los Angeles, dove risiede in attesa della prima di «Sunset Boulevard». E dove ha pensato bene di affittare una maestosa mansion che si affaccia sul celebre viale. I suoi musical hanno incontrato successo in quasi tutto il mondo, ma non in Italia. Come lo spiega? «Non so bene il perché, ma starei attento a dire che è impossibile. Si diceva lo stesso in Germania 20 anni fa e adesso tutti vogliono musical. Quando io ho iniziato, la gente avrebbe riso all'idea di un musical a Vienna ma "Cats" e "Il fantasma dell'Opera" sono stati dei grandi successi anche lì. Forse è la mancanza di un produttore locale che conosce il Paese e di una scuola di artisti bravi che sappiano recitare, cantare e ballare». Non pensa possa essere perché c'è una lunga tradizione lirica? «Al contrario. "Il fantasma dell'Opera" nasce da questa tradizione. Una produzione molto romantica, una trama pucciniana. Forse il genere non funziona perché nessuno ci ha mai provato seriamente». Le sue composizioni prendono in prestito dall'opera, dal rock, dalla musica classica. Che cosa la influenza di più? «Vogliamo davvero dividere la musica in categorie? Alla fine, mi pare che la musica o è bella o è brutta. Io ho interessi molto vasti, anche se la mia radice è il teatro musicale. Mi sento un compositore, ma senza le parole sono perso. Molto è istinto, perché un'opera non è una collezione di arie, è una storia completa. Puccini, Verdi sono dei maestri per il loro senso del teatro. Un po' troppo melodrammatici, forse, ma se uno deve usare un testo solo per imparare è La Bohème». Che cosa traspare nei suoi lavori del vero Webber? «Credo che ci sia molto di me. Mi piace l'idea di accompagnare la gente in un viaggio e sapere dove la sto portando. Niente mi dà più gioia che sapere di esserci riuscito. Quando una storia mi affascina, non so quanto ci metto di personale, ma ci metto tutto quello che posso». Con «Viale del tramonto», per la prima volta, si è ispirato al cinema. Che cosa ci ha visto? «E' una bellissima trama, la tragica natura del triangolo d'amore. Una storia primaria, istintiva, che funziona. "My fair Lady" è Pigmalione. "Il fantasma dell'Opera" è una reincarnazione de "La bella e la bestia"». Nel frattempo, a 20 anni da «Jesus Christ Superstar», i suoi musical vengono ripescati dal cinema. «"Jesus Christ" era un brutto film. Ora spero che le cose andranno meglio. Ci sarà un "Aspects of love", che, col senno di poi, avrei dovuto concepire direttamente per il cinema. E poi verranno prodotti "Il fantasma", "Joseph" e "Cats" e "Starlight Express" animati». Non ha menzionato «Evita», che da anni è sempre sul punto di partire... «A questo punto forse è più interessante un film sulla sua mancata realizzazione. Ho venduto i diritti, ho perso il controllo. E non posso farci niente». Lorenzo Soria WfM Glenn Close, protagonista del musical