In fuga per morire d'amore

Trovati abbracciati presso un ruscello, accanto foto e lettere Trovati abbracciati presso un ruscello, accanto foto e lettere |n fuga per morire d'amore Amanti di Napoli suicidi in Calabria COSENZA NOSTRO SERVIZIO Trecento chilometri per uccidersi, per chiudere, con due proiettili di pistola sparati al petto, una relazione che era diventata impossibile. Alessandro Marantino, 39 anni, bancario, e Clelia Vettosi, 53 anni, commerciante, entrambi napoletani: i carabinieri hanno trovato i loro corpi senza vita ieri sera (ma la morte risalirebbe alla giornata di lunedì) abbracciati, accanto ad un ruscello, nelle campagne di Verbicaro, sul versante tirrenico della provincia di Cosenza. I due mancavano da casa da sabato scorso (i carabinieri stanno ancora cercando di chiarire dove abbiano trascorso la giornata di domenica). Marantino, che lavorava nell'agenzia di Secondigliano della Banca di Roma, aveva detto alla moglie, Patrizia Manna, per giustificare la sua inattesa partenza, che doveva necessariamente recarsi a Milano («Ho una riunione di lavoro che non posso rinviare»), spiegando che avrebbe raggiunto il capoluogo lombardo in automobile. Una vicenda d'altri tempi, due persone che si amavano da anni, ma che si sono rese ormai conto che per loro non poteva esserci un futuro felice. Alessandro Marantino era sposato, da qualche anno. Quella con Patrizia Manna era una convivenza resa ormai difficile dal fatto che la sua relazione con Clelia Vettosi era un fatto noto. E questo aveva reso per il bancario impossibile restare in una famiglia che non sentiva più sua. Per lui, invece, Clelia Vettosi, al di là della differenza d'età (la donna, vedova da tempo e quattro figli, era più anziana di lui di quattordici anni), al di là delle convenzioni e degli sguardi di chi conosceva entrambi, era l'amore, quello vero, quello che, come si diceva un tempo, supera tutto. Accanto ai due cadaveri sul¬ l'automobile di Marantino (un'«Alfa Romeo 90»), i carabinieri hanno trovato molte lettere - la maggior parte delle quali il bancario aveva firmato come «Alex» - e fotografie, tutte scattate con un apparecchio Polaroid, dove i due apparivano sorridenti, quasi sempre stretti in un abbraccio, con gli occhi di chi vive una felicità immensa. Ed una delle fotografie ritrae i due proprio laddove, martedì sera, sono stati trovati, stretti nell'abbraccio della morte: una radura immersa nel verde, con un torrente a scorrere placido tra gli alberi. Un luogo - affollatissimo d'estate, pressoché de¬ serto nel resto dell'anno, ad eccezione di qualche cacciatore che si ferma a mangiare qualcosa dopo una battuta dove Alessandro e Clelia erano stati assieme la scorsa estate e dove sono voluti tornare per scrivere l'ultimo capitolo della loro relazione. Esso è raggiungibile in circa due ore da Napoli, percorrendo l'autostrada «Salerno-Reggio Calabria» e, successivamente, la strada statale che porta a Maratea ed alla costiera tirrenica cosentina. I carabinieri non hanno dubbi sulla dinamica dell'omicidio-suicidio che avrebbe avuto nell'uomo l'esecutore materiale e nella sua compagna una vittima consenziente. I due si sono sdraiati sull'erba, accanto al ruscello. Poi Alessandro Marantino ha impugnato una pistola (una 7,65 che probabilmente si era procurata nel sottobosco criminale di Napoli) e l'ha appoggiata al petto di Clelia Vettosi facendo fuoco. Guardando la vita sfuggire dalla sua donna, Marantino ha rivolto verso di sé la pistola uccidendosi. II magistrato ha disposto che sui due cadaveri, portati nella camera mortuaria dell'ospedale di Cetraro, venga effettuata, domani mattina, l'autopsia. Diego Minuti