Guitton: riconcilierà Est e Ovest

Guitton: riconcilierà Est e Ovest Guitton: riconcilierà Est e Ovest «E un Pontefice realista, non un borghese» IL FILOSOFO CATTOLICO JPARIGI EAN Guitton, 92 anni, forse il maggior filosofo che schieri il cattolicesimo contemporaneo. Vicinissimo a Paolo VI, è tuttora di casa in Vaticano. La sua abitazione è quasi un museo: libri e quadri (dipinge volentieri) ovunque. Sotto un cassettone, la spada da accademico. Gli chiediamo di tirarla fuori. «Contrariamente a molti colleghi, non la volevo intarsiata con metalli preziosi ma semplice, essenziale. Unica esigenza, che fosse eguale a quella brandita da Giovanna d'Arco». L'iscrizione recita: «Solvitur in Excelsis». Si rigira fra le mani «La Stampa» e, incredulo, «Liberation» che ripreso ieri nelle prime quattro pagine il colloquio del Papa con Jas Gawronski pubblicato dal nostro giornale. Perché tanta perplessità? «Non me lo aspettavo Giovanni Paolo II su "Libé", un giornale di sinistra lontano dalle mie posizioni. Ma ne sono felice. La Francia è uno strano Paese. Esce la "Veritatis Splendor" e chi la critica? La stampa cattolica, mica i laici. All'Académie, un Lévy-Strauss ne fa gli elogi, trovandole ogni virtù, mentre chi dovrebbe difenderla per fede si defila. Ma in queste paradossali reazioni vedo tutta la straordinarietà di Giovanni Paolo II, un papa fuori-serie dal pensiero coraggioso e indipendente. L'intervista lo prova». Intravede un disegno o una comprensione nuovi dietro le parole che svalutano l'Occidente per restituire all'Est il suo splendore? «E' un pontefice slavo, non ha mai cessato di esserlo. Osservi l'ultima enciclica. Bella, tuttavia profondamente slava. Cioè lunga e complessa ove il nostro animo latino si aspetterebbe brevità e nettezza maggiori. Le stesse differenze che trovo fra il romanzo francese e quello russo. Mi ha chiesto di promuoverla in Francia: lo faccio volentieri, con passione, non senza accorgermi tuttavia di come lo stile ci sia un poco estraneo. Ma è questo a renderla incommensurabile». Il ritornare sul comunismo attraverso un'analisi non manichea e insieme il difendere la profonda, superiore vocazione dei Paesi che appartenevano al Blocco Rosso la turba? «Per nulla. Il comunismo aveva una valenza evangelica. Il termine cristiano Comunione non vuole forse esprimere la medesima tensione? Il Papa, uomo di popolo, sa vedere le cose con gli occhi dei- l'esperienza diretta. Non è un borghese italiano come i suoi predecessori. Ora, tutti ricordiamo Pio XI e XII, i loro attacchi contro un marxismo "intrisecamente perverso". E ora l'uomo più importante lei globo - non solo per i suoi fedeli, giacché oggi Karol Wojtyla rappresenta l'umanità intera - senza trascurare una ferma condanna del sistema liberticida riflette ad alta voce su alcune sue valenze positive. Io credo fermamente nella conciliazione, nel "solvitur" che abolisce non le distanze vere ma quelle artefatte. Mi rallegro di trovare il Santo Padre sulla medesima strada». Il riscatto, se non la salvezza, può veramente giungere dall'Est? «Ci sono immense energie in gioco. All'ateismo obbligatorio subentra una riscoperta del senso religioso. Che il comunismo abbia contribuito a mantenerlo vivo, evitandone la decandenza riscontrabile nell'Ovest è possibile. Ma andrei oltre. Prendiamo la Nuova Russia, che ritrova una conformità di fede con l'epoca zarista. A rigore, il cattolicesimo considera tuttora l'ortodossia uno scisma. Ma il Papa lotta per rimuovere l'ostacolo. Ed è possibile che dopo lunghi secoli di separazione forzosa il suo pontificato riconcili Est e Ovest. Giovanni Paolo a Mosca o a Gerusalemme non è solo un'immagine virtuale: accadrà, lo spero. Ha conosciuto il socialismo anteguerra, poi gli uomini dell'establishment pc con i quali doveva - in qualche modo - collaborare, infine la libertà postcomunista. Lui sì che può dire le cose come stanno. Ed è uno dei pochi, forse il solo, a poterlo fare», [e. b.j «Oggi a difendere i suoi scritti sono gli avversari E i cristiani? Loro tacciono» I filosofo francese Jean Guitton con Papa Giovanni Paolo II

Luoghi citati: Francia, Gerusalemme, Mosca