Amleto e la tassa sul medico

Oggi ultimo giorno per pagarla, ma gli indecisi sono molti Oggi ultimo giorno per pagarla, ma gli indecisi sono molti Amleto e la tassa sul medico PAGARLA o non pagarla? Oggi è l'ultimo giorno. E l'ufficio postale resta aperto fino alle 17 per accoglierci tutti, noi milioni di italiani che non abbiamo pagato. Andare a mettermi in coda. Si chiama «Tassa sulla salute», ma, diciamocelo, è l'ennesimo balzello. Se uno avesse fatto il «ponte» si sarebbe tolto il dente con la giustificazione che era lontano. Ma per chi in questi giorni è rimasto in città, la Posta è a due passi. E la scusa appare magra. Pagarla o non pagarla? E' un po' come essere o non essere. Uno vorrebbe essere un cittadino corretto, rispettoso delle leggi, in regola. Ma anche non vorrebbe essere preso per «boccalone». E qui, qualche dubbio o perplessità c'è. Ci han detto che era illegale pagarla, ci hanno detto che era illegale non pagarla, ci hanno detto che era una tassa che il non pagarla non avrebbe dato luogo a sanzioni. Ci hanno detto che era una tassa illegale ma che a non pagarla si andava comunque incontro a sanzioni pecuniarie. Pagarla o non pagarla? Ci han detto tutto e il contrario di tutto. E il minimo è che uno si possa sentire in uno stato di solitudine, di abbandono. Un cittadino abbandonato. Un orfano dei doveri è anche un orfano nei suoi diritti. E' il cittadino di una «terra desolata», è un cittadino che cammina fra «uomini vuoti». Uomini vuoti che ha scelto perché si occupassero dei suoi doveri e dei suoi diritti. E non vuol pensare che quegli «uomini vuoti» ci facciano, come si dice. Perché allora la sua solitudine, il suo spaesamento sarebbero ancora più grandi. Vuole pensare al male minore. Vuol credere ad uno «stato confusionale». Temporaneo. Passeggero. E se anche quella discutibile «tassa sulla salute» appartenesse a quel clima di confusione? Insomma: mandare giù anche questo cucchiaio amaro, attendendo un cielo più blu. Certo è faticoso. Lo sa che quando sarà in coda gli verranno in mente i nomi di Poggiolini e consorte, quello di De Lorenzo. E avrebbe voglia di dire: ma perché non ce la facciamo pagare da loro? Perché non usiamo quelle casseforti, quei conti svizzeri per pagarci questa e, magari, anche la prossima tassa? E' uno di quei dilemmi che solo un improvviso, insperato, sciopero delle Poste potrebbe risolvere. Ma c'è già lo struzzo che tiene la testa nella sabbia. E nella sabbia c'è posto solo per lui. Il nostro posto oggi è, ahimè, o fuori o dentro la Posta. Nico Orango SERVIZIO A PAGINA 27

Persone citate: De Lorenzo, Nico Orango, Poggiolini