Melato: vìvo d' arte, vìvo di stress di Alessandra Pieracci

Genova, parla l'attrice protagonista delT«Affare Makropulos», regia di Ronconi Genova, parla l'attrice protagonista delT«Affare Makropulos», regia di Ronconi Melato: vìvo (Parte, vìvo di stress «Lavorareper la tv?Me l'hanno chiesto tante volte ma come si dice a Milano "Ofeie fa' il to meste"» GENOVA DAL NOSTRO INVIATO «Probabilmente sarò licenziata da Ronconi per questa affermazione, ma a me l'idea di vivere trecento anni non dispiacerebbe proprio. Sarà anche vero che l'immortalità può produrre solo una noia cosmica, però mi piacerebbe almeno provare. Per dire basta c'è sempre tempo». Ride Mariangela Melato, vitale e solare, un marron glacé in una mano e una sigaretta nell'altra, jeans e .maglione celesti sul fisico sottile che contrasta così bene con la voce bassa e intensa. L'attrice è tornata a lavorare con Ronconi 21 anni dopo l'Orestea. E' la protagonista dell'«Affare Makropulos», il testo di Karel Capek ambientato nella Praga del 1922, che racconta la storia di Emilia Marty, famosa cantante, ferma alla stessa età da trecento anni. Il padre del medico di corte dell'imperatore Rodolfo II, scoprì e sperimentò su di lei la ricetta per bloccare gli effetti del tempo. Ora quella ricetta è nascosta tra i documenti di un'eredità contesa ed Emily si fa avanti per aiutare il legittimo discendente a entrare in possesso dei beni che gli spettano e ottenere per sé, in cambio, la busta misteriosa. Lo spettacolo, realizzato dal Teatro Stabile di Torino in coproduzione con il Teatro di Genova, andrà in scena a Genova il 9 novembre e a Torino il 9 dicembre: in quella stessa sera il Teatro Regio, in coproduzione con il Comunale di Bologna, presenterà l'opera di Leos Janacek tratta dalla commedia di Capek, regia sempre di Ronconi, protagonista- Raina Kabaivanska. La tesi di Capek è che «la vita attuale, piena di malattie, di miseria e di fatica non è poi così irrimediabilmente cattiva e dannata e contiene qualcosa di estremamente prezioso». E' l'idea di fondo dell'allestimento ronconiano. «Quando esprimo la noia di Emilia che ha visto già tutto e provato tutto, Luca mi dice: di più, Mariangela, di più. E io ci provo, anche se lo sbuffo da noia cosmica non mi viene mica facile». Emilia è stata anche Elina Makropulos, Elian MacGregor (sempre cantante), Eugenia Montez (ballerina di flamenco), Edaterina Myskina e poi Elsa Muller: un personaggio simile a Orlando? «No, Orlando è un essere vitale, passa attraverso metamorfosi di sesso. Emilia, non dimentichiamolo, resta comunque sempre una donna, che vive faticosamente perché ormai ha perso il senso del valore delle cose, della felicità e dell'infelicità. Non è una persona reale, è un'idea, un'astrazione». E' un'artista... «Sì, ma anche l'arte ha senso finché non la si conosce perfettamente, se c'è consapevolezza tota- le non esiste più creatività. E' quello che, nel nostro piccolo, succede anche a noi attori». E lei ha paura di invecchiare? «Ho paura di perdere lucidità e di non essere in grado di badare a me stessa. Non mi interessa l'aspetto esteriore, e del resto non faccio nulla per mantenermi in forma, con grandissimi sensi di colpa. Mi fa paura anche l'invecchiamento legato alla professione, cioè non avere prospettive di miglioramento. Per fortuna mi sento ancora una ragazza che deve imparare». Che cosa? «Intanto non ho ancora imparato a vivere e mi sveglio tutti i giorni sperando che finalmente sia scattato qualcosa. Poi devo sopperire con l'esperienza alla mancanza iniziale di studi. Insomma, spero in Dio e nel metabolismo. E nel lavoro. Sarà che i panini a ore impossibili, gli orari sballati, lo stress e le angosce mi hanno vaccinata. Ho persino una faccia diversa quando sono in pieno marasma. Quando sono serena, invece, è un disastro: assumo un'espressione bovina». Cosa intende per serenità? «Ritirarsi in campagna, avere una storia duratura nel tempo, ritagliarsi periodi per sé, senza correre. In realtà la campagna mi dà sui nervi, gli insetti mi mordono dappertutto e i miei momenti di serenità sono stati talmente pochi che penso di non volerli io». Perché Ronconi ha voluto pro- prio lei come protagonista? «Direi per la mia tipologia fisica, anche mamma lo diceva: Mariangela non è bella ma è un tipo. Per la mia facilità a comunicare. Insomma, per un insieme di cose che mi rendono un po' diversa da altre attrici. Io ho trovato un Ronconi migliorato nel rapporto con gli altri, è più sicuro e quindi strapazza molto meno di un tempo. Come tutti quelli "al di sopra" non è facile capirlo. Il vero immortale è lui, anche se lo nega. Gli devo il mio primo successo, "Orlando", ma più che il successo la consapevolezza, allora, di aver fatto la giusta scelta di vita, di essermi trasformata da una persona qualsiasi a un'altra persona qualsiasi ma speciale». Che cosa invidia alla Kabaivanska? «I costumi: i miei sono semplici e lineari, mentre l'opera lirica permette altre sontuosità. Io dico a Ronconi che farà tutto per la Kabaivanska, ma mi riferiscono che lei gli dice: farai tutto per la Melato». Dopo questo lavoro riprenderà il «Tram» di Williams, poi tornerà in tv con «Due volte vent'anni», dal libro di Lidia Ravera: e il cinema? «Non vale più la pena lasciare il teatro per il cinema, anzi in questo momento direi che è più importante il teatro, anche se è fatto da gente miope, che non vuole rischiare. Io avevo proposto un po' a tutti l'Orlando otto anni fa e mi hanno preso per matta. Poi ci sono stati il film e l'adattamento teatrale in Francia. Fosse per i signori dei "danè" si farebbero solo Goldoni, Shakespeare e Pirandello. Ti dicono: la gente poi non viene, non capisce. Neanche Medea volevano farmi fare, ed è stata un successo. E "Anna dei miracoli"? Ma lascia stare, è un drammone... Ma sa quanti Botho Strauss avevo proposto... Certo, che se al pubblico si dà sempre la cacca non può mica abituarsi a niente di meglio». Signora Melato, farebbe una «Domenica in» stile Vitti? «Mi hanno proposto cose del genere molte volte, ma sa come si dice a Milano "Ofelé fa' il to meste». Alessandra Pieracci «Quando sono felice ho la faccia bovina» m La Melato assieme a Ronconi Qui accanto: un bozzetto dell'abito che sarà indossato dall'attrice