Un esordio duro senza un quattrino

Un esordio duro senza un quattrino Un esordio duro senza un quattrino sempre di cercare un'altra strada e un altro lavoro ma non vedeva alternative». Come mai si è deciso a pubblicare questa seconda versione? E perché l'ha riscritta? «Il libro era introvabile. L'editore che lo aveva stampato fallì dopo un mese. E poi ci sono molti cambiamenti dovuti anche al contributo della De Curtis. Mi ha fatto conoscere il Totò più famigliare, quello della vita di tutti i giorni, nei suoi rapporti con gli amici e con i parenti. E così ho inserito anche la storia del suicidio della bellissima Liliana Castagnola», [m. s.] carriera come direttore dell'Annuario del cinema italiano, ora ripubblica un suo libro di memorie Siamo uomini o caporali? «Quest'episodio che mi è venuto in mente è molto significativo sull'approccio di Totò al mondo del varietà - dice Ferraù -. Oggi sembra incredibile, ma piangeva per essere stato licenziato in tronco dalla compagnia Capece. Lavorava gratis. Ed era stato cacciato via a male parole per avere chiesto il rimborso del biglietto dell'autobus. Fece una vita durissima nei primi anni. Soffi-'va molto per le umiliazioni e ^er la mancanza di quattrin* pensava /STI ROMA 11 UANTE lacrime in casa 11 De Curtis! «C'erano nuvo11 le nere su piazza Risorgi- V i mento e Totò tutto infan- v gato tornava a piedi verso la casa vicino alla stazione Termini dove viveva con il padre e la madre. Ma non era pioggia quella che gli bagnava le guance, era pianto». Il principe Antonio De Curtis in arte Totò era molto incline alla commozione: se lo ricorda anche così il suo grande amico Alessandro Ferraù. Insieme a Liliana De Curtis, figlia dell'attore e Matilde Amorosi, Ferraù, che ha alle spalle una lunga

Persone citate: Alessandro Ferraù, Antonio De Curtis, Capece, De Curtis, Liliana Castagnola, Matilde Amorosi

Luoghi citati: Roma