Champagne e Beaujolais non tremano

Parigi fa i conti Parigi fa i conti Champagne e Beaujolais non tremano LOCALI UFFICI CAPANNONI REIMS. Sul podio della produzione la Francia è al secondo posto, dopo l'Italia: le stime per il '93 attribuiscono ai «cugini d'Oltralpe» 53 milioni dì ettolitri, contro i nostri 58 milioni e 200 mila. Cifre astronomiche in un mercato che si restringe, ma quella che riguarda i «vignerons» sembra un po' più leggera, grazie alla loro capacità in fatto di immagine e commercializzazione. I primi riscontri dell'annata vengono da due capisaldi della vitivinicoltura francese, il Beaujolais e lo Champagne. Ma anche in terra di Francia non sono tutte rose. Per il Beaujolais la produzione ò stata penalizzata, soprattutto nel Sud della zona vocata, dai temporali e dalle grandinate estive. Nonostante ciò i vini saranno qualitativamente validi: gradevoli, fruttati, corposi e vivaci. La quantità sarà più o meno quella dell'anno scorso. «Il mercato del Beaujolais dovrà comunque aspettarsi una caduta delle vendite dovuta alla difficile situazione economica - dicono alla Maison Pierre Ferraud -, questo sarà soprattutto evidente in Paesi come la Gran Bretagna, il Giappone e la Svizzera, però la richiesta regge bene negli Stati Uniti, nei Caraibi e in Paesi asiatici come Taiwan, Singapore e Thailandia». Crisi economica a parte i problemi che affliggono il mercato del Beaujolais derivano dal fatto che, a causa dell'eccessiva avidità di alcuni, i prezzi sono aumentati eccessivamente. Di conseguenza un vino semplice e accessibile a tutti si è trasformato in un prodotto di lusso, con una logica perdita di mercato. «Altro problema - dicono alla Ferraud - è che molte aziende, purtroppo, non rispettano i giusti livelli di qualità, scadendo nella produzione industriale». E lo Champagne? 1 dati ufficiali saranno disponibili verso metà novembre, ma, dicono le proiezioni, il maltempo non ha inciso sulla qualità. La quantità delle uve è stata soddisfacente e ciò lia permesso di effettuare una selezione dei grappoli migliori, sia alla raccolta, sia alla spremitura. Questo ha favorito una linea strategica prestabilita per limitare la resa per ettaro ed evitare un'eccessiva disponibilità di vini sul mercato. Infatti, per la vendemmia '93, era stato deciso un rendimento massimo di 10,4 tonnellate d'uva per ettaro. Su queste due tonnellate sono state «bloccate», ovvero le uve possono essere raccolte e vinificate, ma i vini «tranquilli» che se ne ricaveranno non potranno essere commercializzati, né spumantizzati se non per specifica decisione del Comitato interprofessionale del vino di Champagne. «La selezione, molto severa, del 1993 - dice Jean-Calude Ronzatici, presidente della Louis Roederer - è stata estremamente salutare per la qualità» e i valori di acidità leggermente inferiori a ciucili dello scorso anno, come il tenore alcolico dc; mosti, non preoccupano i produttori del più famoso vino del mondo, [v. cor.] andona la produzione

Persone citate: Ferraud, Jean-calude Ronzatici, Pierre Ferraud