Vino finalmente ce n'è meno

L'Italia per la prima volta riduce il surplus, un '93 nel segno della qualità L'Italia per la prima volta riduce il surplus, un '93 nel segno della qualità Vino, finalmente ce n'è meno Produzione: il calo è di 10 milioni di ettolitri verona Dicci milioni di ettolitri in meno. Per il vino italiano è l'ora di fare i primi conti ufficiali. E almeno per la quantità il bilancio è - fortunatamente - in rosso. Una mano a questo taglio record è arrivata dal maltempo che ha colpito, con diversa intensità, tutta la penisola. Ma anche i viticultari hanno fatto la loro parte, concretizzando l'impegno di ridurre la produzione. «Complessivamente - dice Giuseppe Martelli, direttore dell'Associazione Enologi-Enotecnici italiani - l'annata può dirsi buona sotto tutti i punti di vista, con punte di ottimo per alcune aree. E questo dovrebbe essere di buon auspicio per la ripresa del mercato». Martelli ha presentato alla Fiera di Verona le prime cifre ufficiali della vendemmia '93, il primo quadro di insieme dell'annata. Eccole, le cifre. Quest'anno la produzione ha raggiunto i 58 milioni duecentomila ettolitri, un quantitativo inferiore alle previsioni e in calo rispetto allo scorso anno (dati Istat) del 15 per cento. L'Italia rimane il primo produttore al mondo in assoluto (22 per cento del totale e 36 per cento della Cee): quest'anno nel mondo si raggiungeranno i 295 milioni di ettolitri, mentre la Comunità Europea si attesterà intorno ai 180 milioni. Altre cifre. «A livello regiona- DAL NÒSTRO INVIATO PER QUALCHE GRADO IN PIÙ' i Nas sono avvertiti. Questa I mattina nel chiostro della H Certosa di Pavia si compirà un reato: in una grande tuia di mosto verranno versate alcune bustine di zucchero. Una clamorosa «disobbedienza vignaiola» per richiamare l'attenzione sul fatto che l'arricchimento del vino con il saccarosio ò possibile in altri Paesi Cee ma vietato in Italia. Fra i vignaioli anche due «testimonial» d'eccezione: l'attrice Ornella Muti, proprietaria di un'azienda vinicola vicino a Gavi, l'Abbazia di Valle Chiara, e il giornalista Luigi Veronelli, gran guru del vino italiano, ideatore dell'iniziativa. Spiega Ornella Muti, che a Roma sta lavorando allo sceneggiato Rai sulla Dama bianca di Coppi: «Ho accettato di partecipar!! alla manifestazione perche alla fine ne ho compreso le ragioni. Dico alla fine, perche appena me ne hanno parlato mi era sembra ta un'iniziativa discriminante nei confronti di una parte d'Italia e basta. Poi la mia parte ambientalista, igienista e salutista, ha preso il sopravvento ed ho pensato che se le cose si possono fare meglio, con maggiore sicurezza e qualità, vale la pena di intervenire». Da giorni il tamtam di fax e telefonate rimbalza di collina in collina: a Pavia ci saranno molti pullman. Duecento produttori arriveranno dalle Langhe, un centinaio dal Monferrato, altri dal Collio, dall'Oltrepò Pavese, dal Franciacorta. Ma ò giusto sfidare la legge? Il problema ò tecnicamente complesso: come alzare la gradazione dei vini quando la natura non ò stata favorevole ed il sole ò mancato? In mondo agricolo ò diviso: sono in ballo interessi di miliardi. 11 ministro dell'Agricoltura, Alfredo Diana, ò contrario allo zuccheraggio, mentre sostiene lo zucchero cristallino d'uva, per il quale sono in corso le sperimentazioni. Ma non basta: ha chiesto un parere all'Avvocatura dello Stato per una eventuale denuncia penale. La battaglia dei «congiurati della Certosa» è contro il mosto concentrato rettificato (in sigla, Mcr): una sostanza prodotta soprattutto con il vino eccedentario meridionale che consente di alzare la gradazione. Spiega Massimo Martinelli, presidente dell'associazione Vini di collina, che ragguppa 300 piccoli produttori, fra gli organizzatori insieme con Arcigola Slow-Food: «1 risultati con l'Mcr non sono buoni, si snaturano le caratterische organolettiche del vino, mentre lo zucchero ò un elemento neutro, che in Francia si usa MILIONI DI ETTOLITRI MILIONI DI ETTOLITRI MIUONI DI ETTOLITRI 58,20 68,68 60,09 cui risultati sono diversi secondo l'epoca di raccolta delle uve. Fino al 20 settembre le previsioni erano mollo ottimistiche, tanto che in varie zone non si escludeva una vendemmia ai massimi livelli, tra le migliori dell'ultimo decennio. Purtroppo le piogge hanno ridimensionato gli entusiasmi. Per cui otterremo prodotti assai interessanti e di ottimo livello solo da ciucile uve vendemmiate prima del 22 settembre, cioè prima dell'inizio delle abbondanti precipitazioni. Complessivamente - conclude Martelli - la qualità dell'annata può essere considerata buona». E' il Piemonte? La qualità le - dice ancora Martelli - il primato spetta quest'anno alla Puglia, con 10 milioni duecentomila ettolitri, seguita dalla Sicilia con 9 milioni novecentomila ettolitri, dall'Emilia Romagna (7 milioni e trecentomila) e Veneto con 6 milioni e settecentomila. Le perdite maggiori Si sono avute nella Marche (30 per cento), in Lombardia (25 per cento), Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo (20 per cento)». Dunque si produce meno vino. Un dato che vale anche per gli altri Paesi, dalla Francia alla Spagna alla Germania. E la qualità? Risponde ancora Martelli: «Ci troviamo di fronte ad un'annata molto eterogenea, i sarà buona, la quantità inferiore del dieci per cento rispetto alla vendemmia del '92. «Complessivamente - dice Martelli la qualità può essere definita ottima per le uve base spumante, quali Chardonnay, Brachetto e Moscato, buona per quelle di Dolcetto e Barbera, nonché per quelle di Nebbiolo, base per la produzione di Barolo e Barbaresco, vini che senza le abbondanti precipitazioni avrebbero fatto registrare livelli qualitativi di tutta considerazione». «E' stata la vendemmia più scarsa degli ultimi dieci anni aggiunge Gialuigi Biestro, direttore di Piemonte Asprovit pensiamo che la produzione possa addirittura scendere sotto i tre milioni di ettolitri». Il primo riscontro dell'annata si avrà comunque fra pochi giorni: il 5 novembre sarà infatti messo in commercio il vino novello, cui Vicenza dedica il Salone nazionale (madrina sarà l'attrice e presentatrice Marisa Laurito). Si parlerà anche in questa occasione di eccedenze. E a questo proposito ò intervenuta la Confagricoltura. «Nonostante il maltempo abbia inciso in maniera determinante sull'andamento della vendemmia - spiegano gli esperti della Confagri anche quest'anno di vino da tavola ce ne sarà troppo e dovrà scattare il meccanismo della distillazione obbligatoria». Luigi Sugliano