Mentasti sale sul trono delle bollicine
Allentasti sale sul trono delle bollicine Allentasti sale sul trono delle bollicine Nasce un gruppo con 1100 miliardi di fatturato e 2000 dipendenti MILANO. Frizzano le bollicine made in Italy. Ed è sempre più saliscendi ai vertici, tra i maggiori produttori di quello che ò il secondo mercato d'Europa: sei miliardi di litri d'acqua minerale prodotti all'anno, 3 mila miliardi di fatturato. Fino a ieri era la Garma degli eredi di Raul Gardini e di Giulio Malgara al primo posto - con i marchi Levissima, Recoaro, Pejo, Panna e Fiuggi - nell'hit parade dei re delle bollicine. Da ieri nuovo re è Bruno Meritasti, proprietario della San Pellegrino, l'acqua minerale italiana più famosa, la più conosciuta nel mondo dopo la rivale Perrier. Esce di scena la Garma voluta e creata da Raul Gardini subito dopo il divorzio dai Ferruzzi, sponda italiana di un gruppo presente in Francia con Sci, Barry, Vital, Sogeviandes. Teoricamente, l'accordo reso ufficiale ieri paria di «concentrazione» tra le attività di Gar¬ I fratelli Mentasti ora sono loro i padroni delle acque minerali in Italia ma (lo acque, i caffè Hag e Faemino, mentre restano fuori dall'accordo l'Argel di Brina e Arena, Sorba e Pandea) e quelle della famiglia Montasti (l'acqua San Pellegrino ma anche tutti i prodotti derivati: dall'aranciata al Sanbitter). In concreto, tra Garma e Montasti ò stata costituita una nuova società controllata in maggioranza dalla famiglia milanese che da sempre possiede la San Pellegrino e in minoranza dalla Garma. Ed è così nato un supergruppo che sale di diritto al primo posto in Italia (35% circa di quota di mercato) e che, con un fatturato di circa 1100 miliardi, 2 mila dipendenti e 15 stabilimenti, ò tra i primi al mondo. Concentrazioni. Accordi. Tutto secondo copione: da anni in Italia e in Europa si combatte la guerra delle bollicine con en trate e uscite rapide. Brevi flash indietro nel tempo: la battaglia in Francia per il controllo di Perrier, la penetrazione in Italia degli stranieri di Bsn e di Nestlè, il passaggio a Gardini dell'ex gruppo Ciarrapico. Ma certo, in questo nuovo colpo di scena, ha probabilmente pesato il suicidio di Raul Gardini e la scelta degli eredi di insistere più sulla Francia che in Italia. Del resto, che qualche alleanza con altri gruppi si dovesse comunque fare, l'aveva già immaginato anche Gardini quando il caso Enimont non lasciava ancora prevedere sviluppi clamorosi ed epiloghi drammatici. Di fronte a un'offerta consistente della Pepsi (si parlò di 700 miliardi per acquistare Levissima, Pejo, Recoaro, caffè Hag e Billy) Gardini aveva accettato di discutere con gli inviati della multinazionale Usa. Ma tutto era finito in nulla. Rendendo possibili i contatti con Mentasti e l'accordo di ieri. Festeggiato, dicono, con una bottiglia di spumante (italiano). la. z.]
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