In fuga con il Campionissimo

Castellato sarà Coppi ne «Il grande Fausto», film di Sironi che non piace a Bartali Castellato sarà Coppi ne «Il grande Fausto», film di Sironi che non piace a Bartali In fuga con il Campionissimo La Muti, una «Dama bianca» meno severa ROMA. Ha imparato ad andare in bicicletta, è dimagrito di vari chili, si ò sottoposto ad un intervento chirurgico per far sparire dal viso un neo di troppo. E poi ha visto, letto, ascoltato tutto quello che c'era da vedere, leggere, ascoltare sul mito di Fausto Coppi, il leggendario campione del ciclismo vissuto nell'Italia degli Anni Cinquanta, anni di ricostruzione e di speranze, di eroismi e nobili conflitti. Adesso, a pochi giorni dall'avvio delle riprese, Sergio Castellitto si sente pronto per portare sullo schermo la vicenda umana di «un personaggio complesso e metaforico». Ma anche per dimenticare tutto quello che ha appreso negli ultimi mesi: «So che inevitabilmente, quando il film sarà presentato, si scatenerà 1' "Io c'ero" e 1' "io lo sapevo", ma mi auguro che il pubblico non voglia fermarsi a valutare l'esattezza degli episodi ricostruiti... Vorrei che ci si facesse prendere, invece, dal romanzo della vita di un grande sportivo, considerando che in un film c'è sempre una quota di "tradimento" della realtà: perché altrimenti non si tratterebbe di un film ma di un documentario». Accanto a Castellino siedono, nel Salone d'onore del Coni al Foro Italico dove l'altra sera è stato presentato «Il grande Fausto», il regista Alberto Sironi che ha curato la sceneggiatura con la collaborazione di Giuseppe Tornatore, Ornella Muti che sarà la «Dama bianca», gli uomini Rai che hanno realizzato l'impresa, il presidente del Coni Pescante. In platea, i ciclisti veri, Felice Gimondi, Corrado Petrucci, Michele Gismondi, Riccardo Filippi; e c'è pure Faustino Coppi, il figlio del campione, che ha letto la sceneggiatura definitiva (ne sono state scritte e riscritte 12 versioni). Non c'è invece Gino Bartali, l'eterno antagonista di Coppi, nel film interpretato dal somigliantissimo attore Mario Andrei. L'ex-ciclista è stato contattato dai realizzatori del film, ma ha espresso fin dall'inizio riserve e perplessità. «Certo - dice il regista - se avessimo fatto un film su di lui sicuramente sarebbe stato più contento». E Governi, capostruttura di Raiuno, aggiunge: «Bartali racconta la storia del ciclismo alla sua maniera; è un personaggio di simpatia travolgente, ma forse non si ritroverà nel nostro racconto. Noi lo descriviamo come il grande campione anziano che, un giorno, si trova davanti il giovane campionissimo, una vera forza della natura». Nel ruolo del massaggiatore cieco di Coppi, Biagio Cavanna, il tedesco Bruno Ganz. «Raccontare il ciclismo al cinema è un'impresa difficile - ammette Sironi - mi hanno aiutato molto Tornatore e gli incontri con le persone che praticano questo sport: gente seria che sa bene cos'è la fatica. Abbiamo scelto di evitare il pettegolezzo privilegiando invece la descrizione di un eroe tragico, coraggioso e poco conoscibile. Un uomo schivo, solitario che ha avuto tutto dallo sport e poco dalla vita. Pur raggiungendo risultati straordinari, gloria e ricchezza, Coppi non riuscì mai a trovare una risposta alle ansie che lo tormentavano spingendolo verso una "fuga senza fine", una fuga perenne dagli avversari, dal mondo, dalla stessa vita». Anche l'amore, la travolgente passione per la signora in candido che Paolo Rossi e Milva) fra i quali l'attrice Marina Vlady, che di Vysotskij fu moglie. Trattasi di canzoni e ballate di straordinaria eleganza, semplicità e poesia, che non mancheranno di catturare anche i telespettatori: qui a Sanremo è arrivata per l'occasione addirittura il viceministro della Cultura del governo Eltsin, Tatiana Nikitina, che ha invitato con lo spettacolo di stasera il Club Tenco al teatro Taganka di Mosca. L'atmosfera di quest'edizione della rassegna è strana e tesa, il Ornche GiuliSottocon Cop Fausto Coppi con Giulia Occhini la «Dama bianca». Sotto a sinistra: Sergio Castellino che farà il Campionissimo

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