E' guerra in casa Nannini Un caffè l'ultimo sfregio
Siena, ora il figlio Alessandro fa concorrenza al padre Siena, ora il figlio Alessandro fa concorrenza al padre E' guerra in casa Nannini Un caffè l'ultimo sfregio Tra le compagnie Un «patto» per le auto da demolire el Palio ro dro: la disgrazia volle che l'elicottero precipitasse proprio a pochi metri da Belriguardo, la grande villa della famiglia alle porte di Siena. Ma, nonostante Sandro abbia dovuto rinunciare alla F. 1, anche i progetti del papà di averlo tutto suo, in casa e negli affari, furono disattesi. Al volante, Sandro non ha mai rinunciato, è passato al Gran Turismo e con successo. Ovviamente aveva più tempo libero e così ha deciso di riprendere un po' gli affari. Ma con il babbo sembra che il feeling non sia mai stato dei migliori e la «guerra» in azienda non è mancata. Cosi, Alex, prima con una società immobiliare, poi con il caffè, ha deciso di dimostrare ancora una volta di essere capacu di fare tutto da solo. L'anno scorso la guerra ha avuto un epilogo: papà Danilo gli ha liquidato la quota dell'azienda e Sandro ha fatto i bagagli. L'ultimo smacco, però, è arrivato in questi giorni, quando si è saputo che ai tre bar Nannini, fino ad oggi tutti in terra senese, se ne aggiungerà un altro a Firenze, ma non porterà il nome di Danilo. Più guerra di così. ASSICURAZIONI Che le auto malandate siano un pericolo di tutti è cosa risaputa da anni e il nuovo codice della strada, adeguandosi a quanto già da tempo si fa nel resto d'Europa, ha previsto il collaudo dopo 4 anni (e non dopo 10, come nella vecchia legge) e successivi ogni due anni. Ma data l'impossibilità per la Motorizzazione di provvedere ad una massa enorme di revisioni, ha previsto la possibiltà di delegare ad officine private autorizzate. Ma nulla è cambiato in realtà: i «burosauri» ministeriali non hanno preparato i decreti per attuare queste convenzioni, per il 1993 si è fatto un «calendario» seguendo la vecchia legge e difficilmente il nuovo sistema entrerà in pratica attuazione il prossimo anno. Si potrebbe pensare che le società assicuratrici, e quindi i privati, siano più rapidi ed efficienti dello Stato. L'esperienza induce a non troppe speranze su questa «efficienza». Già parecchi anni fa le compagnie, non tanto per questioni di sicurezza stradale ma per ostacolare il riciclaggio di libretti e targhe e per ridurre i furti, stipularono un accordo. Le auto rubate e ritrovate ridotte a carcasse non dovevano essere valutate, sottraendo dall'indennizzo il valore del relitto, ma demolite e radiate dal Pra. Fu un fallimento clamoroso: cominciò qualche compagnia a pensare che il meccanismo costava e le altre finirono per adeguarsi. «Perché dobbiamo rimetterci se altri non lo fanno?». Era, in sostanza, il ragionamento di chi aveva inizialmente rispettato l'accordo. Quest'anno l'Ania (Associazione fra assicuratori) ci ha riprovato, questa volta offrendo dei soldi per evitare il ripetersi di questa situazione. Ha inoltre esteso la portata della nuova intesa a tutti i rami: furto, incendio, kasko, responsabilità civile auto. Quest'ultimo è il settore dove maggiore è l'interesse pubblico ai fini della sicurezza e dell'inquinamento. Infatti, le auto gravemente danneggiate in un sinistro vengono spesso rimesse a posto apparentemente da carrozzieri poco scrupolosi e diventano un vero pericolo, non solo per chi le guida ma per tutti gli utenti della strada. Come viene finanziato il nuovo sistema? In sistanza «assicurando le assicurazioni», cioè creando un fondo finanziato da tutte le compagnie in proporzione al giro di affari in questi rami. Il «fondo» dovrebbe rimborsare alle compagnie aderenti, quando dimostrano di aver fatto demolire una vettura di cui debbano corrispondere il valore al proprio assicurato o al danneggiato, una somma minima di 500 mila lire, che salgono al milione e mezzo se ha meno di un anno di vita. Questo meccanismo, oltre a contribuire alla eliminazione di auto pericolose e inquinanti, dovrebbe anche favorire i danneggiati. Non dovrebbero più esserci offerte ridicole di 3 o 400 mila lire, quando fosse risaputo che la società ne recupera 500 mila. Antonella Leoncini
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