Processo Cusani sfileranno i segretari del pentapartito

La corte ammette i testi dell'accusa, ma Di Pietro deve rinunciare a sentire Diego Curtò La corte ammette i testi dell'accusa, ma Di Pietro deve rinunciare a sentire Diego Curtò Processo Cuscini, sfileranno i segretari del pentapartito Per Curtò altri 30 giorni di carcere PUÒ' INQUINARE LE PR « azioni Enimont. Più volte interrogato Diego Curtò si è sempre rifiutato di rispondere alle domande dei magistrati. Analogo comportamento per sua moglie, Antonina Di Pietro. «Quei soldi li ho presi in un momento di debolezza, ma poi li ho gettati nella spazzatura», dice il giudice. Bugia. Da una banca svizzera spunta il conto cifrato «Whisky» e nei guai finisce pure sua moglie adesso agli arresti domiciliari. Suo il conto svizzero, è lei ad andare a Lugano a ritirare il «malloppo». Valanga di accuse anche per il commercialista Pompeo Locatelli. Contro il professionista detenuto a Milano i magistrati di Brescia hanno spiccato un nuovo ordine di custodia cautelare por concorso in corruzione nell'ambito della vicenda Enimont. [r. m.] MILANO. Ancora un mese. Si fa lunga la detenzione del giudice Diego Curtò, da 60 giorni in cella singola nel carcere di Verziano. Il giudice per le indagini preliminari di Brescia Francesca Morelli ha prorogato di altri trenta giorni la carcerazione del presidente vicario del Tribunale di Milano, nei guai per lo scandalo Enimont. E per la stessa vicenda la magistratura di Brescia ha spiccato un ordine di arresto contro il commercialista Pompeo Locatelli, già a San Vittore. «Pericolo di inquinamento delle prove», questa la motivazione del provvedimento contro il giudice scrittore (7 romanzi all'attivo), arrestato due mesi fa con l'accusa di avere intascato 400 mila franchi svizzeri dall'avvocato Palladino, custode giudiziario delle blemi alla procura? «Non voglio commentare», dice Di Pietro. La decisione più attesa, però, era quella sui politici. Spazzali aveva chiesto che venissero ascoltati tutti gli attuali segretari amministrativi dei partiti; Di Pietro voleva chiamare in aula tutti i politici coinvolti (meno come si sa, e ancora adesso inspiegabilmente, Claudio Martelli). Anche in questo caso il tribunale ha scontentato un po' tutti e due. Verranno gli amministratori, ma solo quelli dei partiti coinvolti: esclusi tutti gli altri testi chiesti sull'argomento dalla difesa. E il tribunale ha accettato. Per compensare ha deciso di togliere qualcosa anche alla procura. Ha accolto infatti la richiesta di Spazzali di eliminare dal fascicolo molti dei documenti presentati da Antonio Di Pietro. Scrivono infatti i giudici: «Non può essere acquisita gran parte della documentazione offerta dal pm per i seguenti motivi: atti irrilevanti, atti di cui non è certa la provenienza, atti scritti in lingua straniera...etc». Uno sbarramento che creerà pro¬ OVE » quindi, come invece aveva chiesto Spazzali, pds, lega, radicali. Verranno invece gli ex segretari del vecchio pentapartito (Craxi, Forlani, La Malfa, Altissimo, Vizzini) più Citaristi, Cirino Pomicino e Baruffi. Però saranno chiamati ancora in base alla vecchia norma sull'autorizzazione a procedere: una «presentazione spontanea» e domande solo se essi stessi lo richiedono. Quando poi sarà promulgata la nuova legge, che abolisce l'immunità parlamentare, il tribunale fa sapere che «affronterà L'avvocato Giuliano Spazzali (sopra), difensore del finanziere Sergio Cusani (a lato) la problematica della retroattività della modifica». Se cioè possa valere anche per questo processo. Questione più di forma che di sostanza, comunque: l'unica differenza è stabilire se i politici possano essere o meno obbligati a venire. Una volta in aula, infatti, restano pur sempre «indagati in procedimento connesso». Ciò significa che non sono tenuti a giurare come i testimoni e possono tranquillamente rifiutarsi di rispondere. Facile immaginarsi, quantomeno, una sfilza di «Non so, non ricordo», [s. m.] Oltre a Craxi, Forlani, La Malfa, Vizzini e Altissimo verranno in aula Citaristi, Pomicino e Baruffi (immunità permettendo) CONCORSO

Luoghi citati: Brescia, Lugano, Milano