« Facevo solo massaggi erotici»

Cinzia Tucci, la poliziotta sospesa, va dal giudice e racconta la sua verità Cinzia Tucci, la poliziotta sospesa, va dal giudice e racconta la sua verità « Facevo solo massaggi erotici «Ma non dica niente a mia madre Era per arrotondare lo stipendio» «Io le racconto tutto, signor giudice, ma i miei genitori, mia madre non deve sapere niente di quello che le dirò». Si è iniziato così, ieri mattina, l'interrogatorio di Cinzia Tucci, l'agente di polizia della Buoncostume (già sospesa dal servizio) da ieri formalmente accusata di concorso in sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Ieri mattina, per la prima volta da quando questa brutta storia è finita su giornali e televisioni, ha deciso di non avvalersi della facoltà di non rispondere. Ha risposto puntualmente alle domande del sostituto procuratore Elena Daloiso, titolare dell'indagine. Fuori della porta dell'ufficio della Procura, la madre attendeva l'esito dell'interrogatorio: «Calunnie. Sono tutte storie inventate da voi giornalisti. Mia figlia è innocente, è stata calunniata. Io vi querelo». Dentro, in quegli stessi momenti, la giovane - minuta, i capelli rosso tiziano, il tailleur grigio-azzurro - raccontava la sua verità, assistita dai suoi avvocati, Geo Dal Fiume e Roberto De Sensi. «Massaggi erotici, mai prestazioni complete. Lo facevo per arrotondare lo stipendio». «Per me l'inchiesta è conclusa» ha commentato il magistrato. A breve chiederà il rinvio a giudizio della Tucci. Ci sarà il processo, e lì comparirà nella duplice veste di imputata e di parte lesa. «Concorre a pieno titolo nello sfruttamento e nel favoreggiamento - ha spiegato la dottoressa Daloiso - in quanto agente di polizia, quindi sottoposta all'obbligo della denuncia di quanto sapeva. Ma è anche vittima, perché le titolari dello studio Myra pretendevano da lei parte dei soldi delle sue prestazioni». Ieri Cinzia Tucci ha sempre parlato di semplici «massaggi erotici», respingendo con forza il termine «prostituzione». Su un altro punto è stata molto chiara: «Non ho mai approfitta- to del fatto di essere un'agente di polizia, non ho mai favorito né agevolato in qualsiasi modo i titolari dello studio». Cinzia Tucci avrebbe anche fatto riferimenti molto generici su asserite irregolarità commesse da alcuni ex colleghi. «Non ha denunciato alcuna vicenda simile alla sua, o comunque fatti di rilevanza penale» ha precisato il magistrato. Neppure i suoi legali, Dal Fiume e De Sensi, dicono di più sulle dichiarazioni della giovane che potrebbero coinvolgere altri agenti. E' comprensibile. In questi giorni il clima in via Grattoni è incandescente, nessuno ha voglia di parlare. Gli arresti del sovrintendente Giuseppe Carta, capopattuglia di una squadra di Nop (nuclei operativi di prevenzione) prima, e dei due agenti della Narcotici Francesco Costantino e Antonio Fusco, incaricati di gestire il rapporto con i pentiti poi, hanno lasciato il segno. E Cinzia? Nei giorni scorsi non era stata molto tenera nei confronti dei colleghi: «Speravo di trovare in loro maggior solidarietà. Anche perché sono ragazzi e ragazze con i quali ho lavorato a lungo. In fondo non ho fatto rapine, non ho spacciato droga, non ho favorito nessuno. Ho compiuto scelte personali che coinvolgevano solo me. Non merito questo linciaggio». «L'altro giorno ha avuto un momento di crisi - ha raccontato l'avvocato De Sensi - tutta quella pubblicità, quei riflettori puntati su di lei. L'hanno travolta». La giovane aveva accettato di rilasciare una lunga intervista a un settimanale corredata di numerose foto. Poi si era lasciata convincere a comparire al Maurizio Costanzo Show: «Voleva raccontare la verità, voleva togliersi un peso, spiegare come era potuto succedere tutto questo». All'ultimo momento ha avuto paura. Paura di trovarsi di fronte davanti ad un'altra platea che l'avrebbe giudicata. Anche il magistrato l'aveva sconsigliata: sono cose sue, non affidi ad altri la sua difesa. Ieri, al termine dell'interrogatorio, il sostituto procuratore Elena Daloiso ha invitato la madre della Tucci ad entrare nel suo ufficio. Pochi minuti: la donna sconvolta ha ribadito di non sapere niente di questa storia, mai avuto sospetti. Come poteva sospettare di una figlia normale, con un lavoro sicuro che le imponeva orari strani, una ragazza perbene? «Sono calunnie, lasciateci in pace». Brunella Giovara Per la giovane il giudice ora chiederà il rinvio a giudizio nella duplice veste di imputata e parte lesa «Respingo il termine prostituzione» » Cinzia Tucci ieri davanti alla procura con il suo difensore aw. Geo Dal Fiume