Malpica un decisionista che deluse

MAGLIE E CAMICIE Dal 15 dicembre '92, dopo la crisi della giunta Cattaneo, l'ex capo del Sisde si insediò per 6 mesi al Comune Malpica, un decisionista che deluse Come politici e funzionari giudicano l'ex commissario Il calendario segnava 15 dicembre 1992 quando il prefetto di prima classe Riccardo Malpica, l'ex capo del Sisde arrestato ieri, varcò il portone di Palazzo civico. Per la prima volta nel dopoguerra la città si consegnava al commissario, ai sub-commissari, ai funzionari, insomma ai «tecnici» che senza combattere avevano vinto la partita contro una classe politica in disfacimento. I primi flash dei fotografi immortalarono un signore d'età, più ricco di muscoli che di centimetri, l'espressione dura illuminata da improvvisi lampi d'arguzia. Di lui, della sua carriera ufficiale naturalmente, si sapeva molto: nato a Napoli nel 1931, laurea in Giurisprudenza, primo incarico alla Prefettura di Brescia nel 1955 e poi sempre più in alto, fino a dirigere il braccio civile dei servizi segreti tra il 1984 e il 1991. L'ex sindaco Cattaneo, elegante nel suo tailleur grigio, gli consegnava una città alle corde: pochi soldi, tanti progetti rimasti sulla carta, e ogni lunedì, giorno di Consiglio, proteste nella piazzetta del municipio. «Non sono un taumaturgo» precisò lui. «E non lo è stato obietta adesso il verde Viale -. Ha bloccato tutto, e dove si è mosso ha procurato solo danni. Un esempio? Le nomine: pareva messo lì soltanto per logiche di potere». «Lo avevamo detto» denunciano i leghisti, che hanno chiesto a Castellani copia di tutte le delibere firmate dal commissario. Per sei mesi Malpica ha occupato l'ufficio al primo piano del Palazzo. Mesi non facili. Subito, il giorno stesso dell'insediamento, gli piombò addosso l'emergenza smog. In un amen avviò le delibere sulle targhe alterne: «Finalmente un decisionista» si complimentarono in molti. Ma le attese in questo senso risultarono vane. Il rincaro di alcune tariffe, indispensabili per tappare i buchi di bilancio, si arenò contro le proteste degli interessati. Per settimane divampò il dibattito sull'approvazione del piano regolatore, infine rimandata alla giunta Castellani. Di metropolitana non si parlò più, e meno male che il governo aveva pensato bene di bloccare i finanziamenti per tutti. Sul tavolo del commissario transitò pure un piano per lo spostamento di molti gran commis del municipio, dirigenti al livello più alto. E lì è rimasto. La notizia dell'arresto è giunta quando Palazzo civico era ormai deserto. Non ha stupito, dopo le notizie dei mesi scorsi che facevano prefigurare un coinvolgimento di Malpica nella vicenda dei fondi neri. Il segretario generale Francesco Incandela esprime «sconcerto e rammarico». «Cosa posso dirle? - aggiunge - Mi pare che il dottor Malpica abbia svolto con diligenza il suo ruolo di commissario». Tutto qui, ma è normale in un momento come questo. Così come non sorprende che l'amministrazione Malpica sia coincisa con l'ennesimo momento di paralisi: «Non prenderò alcuna decisione che possa compromettere il mio successore eletto dalla gente» aveva dichiarato. Ed è stato di parola. Molti appalti, anche in settori delicatissimi come l'assistenza agli anziani, furono rinnovati soltanto per pochi mesi, costringendo i nuovi assessori ad autentiche acrobazie contabili per evitare la paralisi dei servizi. Così, per sei mesi, Malpica ha regnato su questa città, un dittatore in guanti di velluto che sotto la Mole abitava per duetre giorni la settimana, aveva sorrisi per tutti e confidenze per nessuno. Fino a un mattino di giugno, quando al cronista confidò: «Nel nostro mestiere non sai mai come va a finire. Un giorno puoi trovarti i carabinieri davanti alla porta». Ig. pav.] Sconcerto tra i funzionari del Comune per l'arresto del prefetto Riccardo Malpica, commissario a Torino

Luoghi citati: Brescia, Napoli, Torino